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Egitto: Hosni Mubarak e 2 ministri multati per il blocco dei servizi. Indennizzi a telco e ISP

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Mentre l’Iran ha annunciato la prossima realizzazione di una rete internet nazionale, che di fatto disconnetterebbe il cyberspazio iraniano dal resto del mondo, un tribunale egiziano ha invece condannato l’ex presidente egiziano Hosni Mubarak e due suoi ministri al pagamento di una multa da 65 milioni di euro per i danni causati all’economia dal blocco dei servizi telefonici tra la fine del mese di gennaio e l’inizio del mese di febbraio, durante le sommosse popolari che hanno interessato il paese e portato alla caduta di Mubarak.

L’ex presidente dovrà risarcire di tasca propria circa 23 milioni di euro, altri 37 milioni di euro sono stati chiesti all’ex Ministro dell’Interno Habib al-Adly e quasi 5 milioni all’ex Primo Ministro Ahmed Nazif.

I servizi tlc e internet rappresentano circa il 3-4% del Prodotto Interno Lordo egiziano e il loro blocco per 5 giorni , secondo i calcoli dell’Ocse, ha determinato una perdita di circa 13 milioni di euro al giorno. La decisione di bloccare la rete internet, ha calcolato l’organizzazione internazionale,  sarebbe costata al governo egiziano circa 65 milioni di euro, con conseguenze molto pesanti per l’economia del Paese sul lungo periodo.

 

Si apprende intanto dal ministero delle comunicazioni egiziano, che gli operatori mobili e gli internet service provider egiziani saranno risarciti con una cifra complessiva di circa 12 milioni di euro come indennizzo per il blocco dei servizi.

Il maggiore operatore mobile egiziano, Mobinil, aveva valutato in una cifra compresa tra 80 e 100 milioni di sterline egiziane (9,4-12 milioni di euro) i danni economici relativi al blocco dei servizi.

Durante il periodo di blocco delle comunicazioni, solo l’operatore Noor ha mantenuto attivi servizi, prima di diventare inaccessibile lunedì 31 gennaio. Noor controlla una quota del 10% del mercato egiziano (sono attivi nel Paese anche Vodafone e Orange), ma fornisce servizi di accesso a internet a diverse istituzioni e multinazionali tra cui l’Università americana del Cairo, Coca-Cola e Exxon Mobil ed è dunque economicamente strategica.
Oltre alle perdite economiche e ai disagi provocati nell’immediatezza dal blocco dei servizi, volto a impedire ai manifestanti che chiedevano le dimissioni del presidente Hosni Mubarak di organizzarsi e di far sapere all’esterno la reale situazione del Paese, l’impatto della decisione di bloccare i servizi sul lungo periodo potrebbe essere ben più importante. La misura autoritaria ha infatti colpito società hi-tech locali e internazionali che forniscono servizi anche al di fuori dell’Egitto: “Sarà molto più difficile in futuro convincere le imprese straniere a investire nel Paese senza garanzie sull’affidabilità delle reti, quando fin qui attirare queste società è stata una strategia chiave del governo”, ha stimato sempre l’Ocse.

 

Per questo, ha commentato un analista cairota, “…si tratta di un passo importante per il governo” anche se di fronte alle richieste di Mobinil il risarcimento sembra comunque poca cosa e inoltre bisognerà capire in che modo la cifra verrà suddivisa tra gli operatori.

A febbraio, per limitare i danni, gli ISP egiziani avevano promesso di risarcire i clienti per l’interruzione del servizio, durata dal 28 gennaio al 2 febbraio.
 

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