L’e-G8 un flop? Troppo spazio all’economia e poco alla società civile

di Raffaella Natale |

L’evento parigino s’è chiuso senza alcuna proposta concreta da portare all’attenzione del G8. Delusione per chi si aspettava maggior spazio per privacy, diritto all’oblio e proprietà intellettuale.

Francia


Nicolas Sarkozy e Mark Zuckerberg

L’e-G8 di Parigi s’è chiuso ieri con l’intervento di Mark Zuckerberg, ma secondo molti osservatori nessuna proposta concreta arriverà sul tavolo del G8 che si riunirà oggi e domani a Deauville.
Grane attesa per ascoltare il giovane fondatore di Facebook, 27 anni, che ha parlato al pubblico riunito nei giardini delle Tuileries per ben un’ora. Ma senza alcuna dichiarazione sensazionale. Zuckerberg ha prima di tutto minimizzato il ruolo del proprio social network nelle rivolte che ha riguardato i Paesi arabi: “Facebook non è stato così fondamentale“, il merito va alle popolazioni che hanno preso in mano la situazione.

Opinione controcorrente visto che anche lo stesso Nicolas Sarkozy aveva plaudito all’importanza delle rete nell’ambito degli ultimi accadimenti in Tunisia o Egitto.

 

Qualche ora prima, Zuckerberg aveva dovuto rinunciare agli immancabili jeans e scarpe da ginnastica, per indossare giacca e cravatta ed essere ricevuto all’Eliseo dal Presidente francese.

 

Chi si attendeva che l’e-G8 sarebbe stata l’occasione per definire delle proposte essenziali da sottoporre all’attenzione dei Capi di Stato e di Governo, certamente è rimasto deluso.

Gli interventi si sono concentrati esclusivamente sull’impatto della rete sull’economia mondiale.

“Non andremo a Deauville con un carnet de doléances, ma con l’idea di condividere una certa visione delle cose e avere un confronto diretto“, ha detto Maurice Levy, organizzatore dell’evento parigino, che in Normandia arriverà accompagnato da Mark Zuckerberg, Hiroshi Mikitani (Rakuten), Stéphane Richard (Orange-France Télécom), Eric Schmidt (Google) e dal miliardario russo Yuri Milner.

 

Nel proprio intervento, il Commissario Ue per le nuove tecnologie e responsabile della Digital Agenda, Neelie Kroes, s’è detta soddisfatta che internet figurasse, per la prima volta, nell’ordine del giorno del G8. (Leggi Articolo Key4biz)

“Ma – ha anche detto – non basta che venga messo in agenda, bisogna che faccia parte della vita quotidiana di tutti”.

 

Dagli interventi nel corso di questi due giorni è emerso essenzialmente che internet è ormai considerato un driver della crescita economica e che il ruolo dei governi deve essere quello di “assicurare a tutti cittadini l’accesso alla rete e di regolamentare l’uso dei contenuti“.

“La governance globale si deve basare sulla cooperazione poiché il business da solo non può risolvere i problemi“, hanno anche commentato gli organizzatori.

 

Le ONG hanno dimostrato il loro malcontento per non essere stati ampiamente considerati all’interno dei dibattiti e per essere stati invitati all’ultimo minuto.

Il segretario generale di Reporters sans Frontières (RSF), Jean-François Julliard, nel corso di una conferenza stampa improvvisata, ha espresso la propria amarezza per la piega presa dalle discussioni.

“Bisogna difendere il libero accesso al web prima di parlare della regolamentazione dei contenuti“, ha commentato Julliard.

Aggiungendo che “La priorità del G8 deve essere la difesa di internet” e ha lamentato che nel corso del Forum nessuno ha parlato dei cyber-dissidenti arrestati.

 

Secondo le ONG anche argomenti fondamentali, come la sicurezza della privacy degli utenti, non hanno avuto il giusto spazio.

Scegliendo come tema l’impatto di internet sull’economia, secondo le organizzazioni non governative e le associazioni, Sarkozy ha messo da parte il punto di vista della società civile.

Accanto all’ICANN, la CNIL (Commissione nazionale dell’informatica e elle libertà) ha espresso il proprio disappunto per la non considerazione di argomenti basilari riguardanti le libertà fondamentali o il diritto all’oblio.

“I dibattiti – ha commentato Reagan MacDonald dell’ONG Access – sono stati dominati dagli interessi delle gradi aziende“, mentre sono stati tenuti fuori le start-up, i think tanks, il mondo accademico e i cittadini.

 

Secondo il New York Times, i membri del G8 hanno comunque già deciso di lanciare un appello in favore della regolamentazione di internet.