RadioTv Forum. Paolo Romani, ‘Se dalla gara per le frequenze otterremo di più, mi impegno a trovare risorse per le Tv locali’

di Raffaella Natale |

Il Ministro ha così replicato ad Aeranti-Corallo che parlava di ‘indennizzi irrisori’.

Italia


Paolo Romani

Occhi puntati degli operatori media ma anche tlc sul RadioTv Forum di Aeranti-Corallo che si terrà oggi e domani a Roma e che ha registrato la presenza del Ministro per lo Sviluppo economico Paolo Romani e del presidente dell’Agcom Corrado Calabrò.

L’edizione di quest’anno è molto attesa perché nell’ambito dell’appuntamento si affronteranno tematiche molto importanti come il prossimo beauty contest e l’assegnazione delle frequenze tv agli operatori tlc sui quali le Tv locali hanno già espresso forti perplessità.

La giornata s’è aperta con la relazione del coordinatore di Aeranti-Corallo, Marco Rossignoli, il quale ha sottolineato che quello attuale “E’ un momento particolarmente delicato per tutto il settore, in quanto mentre la crisi del mercato pubblicitario non accenna inversioni di tendenza, il recente cambiamento delle regole per la transizione alla tv digitale terrestre rischia di causare un drastico ridimensionamento del settore televisivo locale, creando peraltro difficoltà all’avvio del digitale radiofonico”.

Rossignoli ha poi evidenziato le difficoltà in cui si trova a operare il settore televisivo locale: “La legge di Stabilità 2011 ha sottratto alla radiodiffusione televisiva i canali di trasmissione 61-69, eserciti quasi esclusivamente dalle tv locali, per destinarli attraverso una gara ai servizi di comunicazione mobile in larga banda. Tale riduzione posta a carico del solo comparto televisivo locale, ha la conseguenza che le frequenze sono ora insufficienti per consentire a tutte le tv locali di diventare operatore di rete nelle aree ancora da digitalizzare e di continuare a svolgere tale attività nelle aree già digitalizzate”.

Il coordinatore di Aeranti-Corallo ha inoltre aggiunto se in sede di assegnazione delle risorse frequenziali alle tv locali spetta un terzo delle frequenze, non è certamente possibile che, quando le assegnazioni devono essere, invece, ridotte, tale riduzione riguardi solo le tv locali. Conseguentemente la riduzione delle nove frequenze di cui ai canali 61-69 dovrebbe essere posta per 1/3 (tre frequenze) a carico delle tv locali e per 2/3 (sei frequenze) a carico delle tv nazionali.

Questo – ha affermato Rossignoli – di un principio ineludibile che Aeranti-Corallo intende sostenere fino in fondo, in sede politica e giudiziale, a livello italiano ed europeo.”

Senza l’assenso all’esproprio da parte delle Tv locali, l’asta per le frequenze tv da destinare alla banda larga mobile rischia di saltare. Paolo Romani lo sa bene.

La sua proposta è quindi stata: “Se dalla gara otterremo più di quanto ci aspettiamo, mi impegno a reperire più risorse per gli incentivi alle tv locali”.

Prontamente Calabrò s’è detto disponibile a fare da latore alla richiesta di aumentare gli incentivi previsti, in misura proporzionale all’introito realizzato: “Sarebbe un risultato rispondente a un tempo alle esigenze finanziarie dello Stato perché ci sarebbe un maggiore introito, all’utilizzo nazionale delle frequenze e alla salvaguardia economica degli investimenti fatti dalle emittenti locali”.

Il Ministro ha spiegato che “probabilmente i 240 milioni previsti non saranno sufficienti”, ma che “non credo che potremmo mai arrivare ai 720 milioni richiesti come rimborso complessivo“. “Occorre trovare meccanismi di consorzio – ha proseguito – trovare rimborsi, processi di semplificazione che consentano a tutti coloro che trasmettono di trasmettere, ma questo è garantito”.

Per Romani il vero problema è capire se le 600 emittenti locali siano in grado di trasmettere 3.600 programmi digitali.: “C’é un problema di LCN, c’é un problema di offerta televisiva e c’é il problema di far capire come si può trasformare l’offerta televisiva“. Il ministro ha anche escluso che, nel processo di passaggio al digitale, ci sia la possibilità che alcune parti del territorio restino prive di segnale. “Non mi pare che ci sia questo rischio – ha affermato – in ogni modo la ricezione nelle aree non raggiunte è garantita dal satellite e le comunità montane su questo punto stanno lavorando”.

Riguardo al beauty contest, Romani ha sottolineato: “Non è una procedura che abbiamo condiviso come immaginata da noi, ma è una mediazione internazionale, è figlia di un’infrazione”.

“Parlare con l’Europa – ha detto ancora – è quasi più difficile che parlare con i paesi confinanti. L’Europa non ci ha chiesto di fare una gara economica, ma abbiamo dovuto accettare che le frequenze fossero assegnate con beauty contest, per mettere a posto un meccanismo che guarda caso riguardava l’anomalia italiana in campo televisivo“.

Il ministro ha spiegato che “la settimana scorsa sono stati trasmessi gli ultimi particolari a Bruxelles e il beauty contest dovrebbe tornare legittimato dal bollino europeo“.

“E’ vero che al beauty contest partecipano gli incumbent ma è anche vero che questi non occuperanno tutte le frequenze. Alla gara potranno partecipare anche i nuovi entranti. Non ho ancora capito chi sono i nuovi entranti, a Bruxelles pare che ce ne siano tanti, io non ne ho ancora visto uno”.

Nel proprio intervento, Calabrò, rispondendo alla richiesta delle Tv locali di assegnare meno multiplex ai broadcaster nazionali, ha sottolineato che il beauty contest è una scelta obbligata, vincolata da Bruxelles, non modificabile e da concludere in tempi rapidi.

Il presidente dell’Agcom ha spiegato che “Il dividendo di cinque reti verrà messo in gara con criteri asimmetrici e correttivi che garantiranno l’apertura alla concorrenza, l’ingresso di nuovi operatori e la valorizzazione di nuovi programmi”.

“Le regole per la gara – ha proseguito Calabrò – che Agcom ha prontamente formulato il 24 maggio scorso e posto in consultazione consentono, a queste condizioni, entrate anche superiori alla cifra preventivata di 2,4 miliardi di euro”.

“La riduzione delle frequenze non limita la possibilità di trasmettere – ha precisato -: tutti gli operatori seri hanno la possibilità di irradiare programmi a condizioni di sostenibilità economica, di equità e di non discriminazione. La situazione è complicata, ma cerchiamo di definire i ruoli: gli operatori di rete trasportano anche per i fornitori di contenuti locali e nazionali e ci sono incentivi alla condivisione delle frequenze anche e sopratutto per le emittenti comunitarie che rappresentano un indubbio valore per la società civile“, ha concluso il presidente dell’Autorità.