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App mobili: Apple difende gli sviluppatori dalle pretese di Lodsys

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Il settore del mobile video rappresenta ancora solo una piccola parte del mercato generale dei video online ed è dominato dalla Apple. Secondo un’analisi di FreeWheel, la stragrande maggioranza dei video in mobilità è guardata dai dispositivi della casa di Cupertino.

iPhone, iPad e iPod Touch si aggiudicano i quattro quinti del mercato con iPhone e iPod al 30% ognuno e l’iPad al 20%. Il restante 20% dei video è guardato attraverso dispositivi Android, mentre agli altri sistemi operativi resta meno dell’1% del mercato.

Un primato che Apple ha conquistato grazie alla sua lungimiranza: la società, coi suoi iPod e iPhone prima e con l’iPad poi, ha creato un ecosistema vincente che ha saputo attrarre verso il suo sistema operativo sia i pubblicitari che gli sviluppatori di applicazioni.

Questi ultimi, tuttavia, sono finiti nel mirino di Lodsys, un patent troll che reclama i diritti per l’utilizzo di alcune tecnologie che invece Apple sostiene di aver già ampiamente remunerato.

In una lettera alla Lodsys, la società afferma di aver già pagato per le licenze e che gli sviluppatori di applicazioni per iOs sono protetti da ogni addebito. La lettera arriva in risposta alla missiva, datata 13 maggio, in cui Lodsys sostiene invece che gli sviluppatori debbano pagare per usare le sue tecnologie, che abilitano gli acquisti in-app

 

“La tecnologia cui fa riferimento la vostra lettera – si legge nella risposta di Apple – è una tecnologia espressamente autorizzata sotto il brevetto Lodsys offerto agli App Makers Apple. I prodotti e i servizi concessi in licenza permettono agli sviluppatori di comunicare con gli utenti finali attraverso l’uso dell’hardware, del software, delle API, delle memorie, dei server e delle interfacce sotto licenza Apple, incluso l’App Store. Per cui gli sviluppatori sono autorizzati a usare la tecnologia gratuitamente, senza pericolo di infrazione come sostenuto da Lodsys”.

 

Un respiro di sollievo, insomma, per gli sviluppatori, che sempre più spesso finiscono nel mirino dei patent troll, ossia società che hanno acquisito i diritti su brevetti depositati da altri. (Leggi articolo Key4biz)

 

“Quello che questi predatori non capiscono – ha scritto Craig Hockenberry di The Iconfactory – è che per ogni sviluppatore che guadagna milioni, ce ne sono tantissimi altri che ne guadagnano molto meno”.

 

Lodsys ha iniziato a inviare le sue lettere agli sviluppatori all’inizio di maggio, avvisandoli che le tecnologie utilizzate nelle loro applicazioni stavano violando un brevetto di proprietà della società e dando loro tre settimane di tempo per rispondere prima di intentare un procedimento legale.
 

Julie Samuels, legale della Electronic Frontier Foundation, ha espresso soddisfazione per la presa di posizione di Apple contro Lodsys: “Siamo davvero felici di vedere Apple difendere le persone che realizzano le applicazioni che tanto ci hanno fatto amare i suoi dispositivi. E’ la cosa giusta sia dal punto di vista morale che da quello del business”.

“Ci è voluto un po’ di più di quanto ci saremmo aspettati, ma meglio tardi che mai”, ha aggiunto, sottolineando che nella scorsa settimana molti sviluppatori si sono sentiti piantati in asso dalla società, con una spada di Damocle sulle loro teste. “ora – ha concluso – queste persone potranno continuare a fare quello che sanno fare meglio: sviluppare nuove app”.

 

Soddisfazione è stata espressa anche da Morgan Reed della Association for Competitive Technology, gruppo che rappresenta circa 3 mila società tecnologiche: “la comunità degli sviluppatori è soddisfatta che Apple abbia deciso di rassicurare i produttori di app riguardo le richieste di Lodsys”, ha affermato Reed, sottolineando che l’azione del patent troll ha “creato incertezza e sfiducia” nel mercato.

Resta ora da capire come reagirà Lodsys alla lettera di Apple e alle accuse di aver fatto false affermazioni. Al momento dalla società non è arrivato nessun commento.

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