e-G8. Luigi Gambardella (ETNO): ‘La politica non si opponga a nuovi modelli che prevedano il contributo degli OTT’

di Alessandra Talarico |

L'intervento di Gambardella ripropone il tema della contrapposizione tra operatori e OTT, che coi loro contenuti hanno generato un aumento esponenziale del traffico, fino al 100% l'anno, senza contribuire al finanziamento delle nuove reti.

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Luigi Gambardella

L’inclusione del futuro di Internet nell’Agenda del G8 del 26-27 maggio a Deuville conferma il ruolo sempre più centrale della rete nella vita quotidiana dei cittadini e delle imprese e “la necessità di dare una risposta globale alle sfide che devono essere affrontate dall’industria lungo tutta la catena del valore digitale”. Lo afferma ETNO, l’associazione che rappresenta le aziende leader nei servizi e nelle reti di telecomunicazioni in Europa, presente al Forum eG8, l’evento voluto dal Presidente francese Nicolas Sarkozy per raccogliere le opinioni dell’industria sul futuro di Internet.

All’evento presenzieranno infatti tutti i grandi nomi del settore, dagli italiani Franco Bernabè (Telecom Italia), Carlo De Benedetti (Gruppo L’Espresso), Enzo Mazza (FIMI) e Luca Ascani (Populis) a Mark Zuckerberg (Facebook), Eric Schmidt (Google), Jeffrey Bezos (Amazon), Rupert Murdoch (News Corporation) e Ben Verwayeen (Alcatel-Lucent), giusto per citarne qualcuno.

Un’occasione, quindi, molto importante, “per aprire un dibattito comune tra i leader politici ed i rappresentanti del settore delle ICT sul ruolo che l’economia digitale sta giocando sulla scena economica e sociale globale”, ha affermato Luigi Gambardella, Presidente del Comitato Esecutivo di ETNO.

Secondo Gambardella è quanto mai urgente “una riflessione sulla sostenibilità dell’attuale modello economico di Internet” affinché cittadini e imprese possano continuare a beneficiare di tutti i vantaggi di Internet.

“ETNO – ha spiegato – auspica che questo vertice di alto livello contribuisca a stimolare il dibattito sulla sostenibilità a lungo termine della catena del valore digitale”.

 

L’intervento di Gambardella ripropone dunque il tema della contrapposizione tra operatori tlc e fornitori cosiddetti ‘over-the-top’ come Google (che col suo YouTube occupa circa il 30% della capacità delle attuali reti) o Skype, che coi loro contenuti hanno generato un aumento esponenziale del traffico, fino al 100% l’anno.

L’avvento di queste società e dei loro servizi altamente voraci di banda ha messo in seria difficoltà gli operatori, costretti a spendere cifre ingenti per l’aggiornamento delle reti – così come richiesto anche dall’Agenda Digitale della Commissione – ma che vedono una costante erosione dei profitti a vantaggio, appunto degli OTT.
Nei prossimi 4 anni, gli operatori telefonici dovranno investire circa 20 miliardi di euro per sostenere le prestazioni di reti mobili sempre più sovraccariche, mentre tenendo conto della necessità di migliorare la capacità delle reti fisse, gli investimenti complessivi superano 30 miliardi di euro, pari a circa il 10% del fatturato annuo dell’industria.

Necessario, quindi, creare nuovi equilibri per far sì che tutti gli attori della catena del valore che generano traffico dati contribuiscano alla sfida degli investimenti e così che tutti “…ricevano incentivi adeguati per investire ed innovare, soprattutto nelle infrastrutture di comunicazione essenziali per offrire l’accesso internet agli utenti finali”, ha aggiunto Gambardella.

Ai decisori politici, ETNO chiede pertanto di non frapporsi al mercato nella scelta di nuovi modelli di business che potrebbero comprendere anche “un’ulteriore differenziazione delle offerte al dettaglio, il trasferimento di qualità end-to-end per i servizi e le applicazioni che richiedono alte prestazioni o accordi commerciali bilaterali con i fornitori di contenuti e applicazioni per il trasferimento del traffico”.

Gambardella si è infine soffermato anche sul tema della tutela della privacy, che resta una delle priorità dei player che operano nella società dell’informazione.
“Dato che Internet non ha confini, tutti i servizi online che si rivolgono ai cittadini dell’Unione Europea dovrebbero essere soggetti alle stesse regole sulla protezione dei dati, indipendentemente dalla collocazione geografica del servizio”, sottolinea la nota dell’associazione, secondo cui, infine, è altresì importante che “…l’attuale funzionamento del diritto d’autore venga adattato alle nuove realtà tecnologiche, al fine di conseguire una più ampia scelta di offerte di contenuti online e di combattere il filesharing illegale”.