eGov. I risultati della riforma illustrati dal rapporto Istat. Renato Brunetta, ‘Italia ai vertici Ue’

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L'Italia ha guadagnato la prima posizione nelle graduatorie sulla disponibilità e qualità dell’eGovernment. Molto soddisfacente risulta anche il grado di interattività dei servizi offerti.

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Renato Brunetta

Il Rapporto annuale Istat presentato questa mattina al Parlamento evidenzia il successo delle politiche di eGovernement attuate nell’ambito della Riforma della Pubblica Amministrazione. Il Rapporto ricorda che a gennaio del 2011 è entrato in vigore il nuovo Codice dell’amministrazione digitale (Cad), fondamento giuridico per la trasformazione delle modalità di offerta dei servizi della Pubblica Amministrazione a favore del canale digitale, secondo quanto programmato nel piano e-Gov 2012.

“L’iniziativa – si legge nel Rapporto – si colloca in un percorso di forte modernizzazione nell’organizzazione interna delle amministrazioni pubbliche e nelle forme di erogazione dei servizi che coinvolge tutti i Paesi europei e risponde alle linee programmatiche definite dagli Stati membri in tema di amministrazione digitale nel Piano di azione europeo per l’e-Government 2011-2015″.

La disponibilità di servizi online per imprese e cittadini è la leva che può contribuire a raggiungere gli obiettivi posti per ricerca e sviluppo dalla Strategia Europa 2020. Come documentato nel Rapporto Istat, l’Italia ha guadagnato la prima posizione nelle graduatorie sulla disponibilità e qualità dell’eGovernment: “I risultati della rilevazione – vi si legge – mostrano come nel 2010 l’Italia si collochi prima nel ranking europeo, insieme ad Austria, Irlanda, Malta, Portogallo e Svezia, con la totalità dei servizi considerati erogati elettronicamente (media Ue pari all’84,3 per cento). Molto soddisfacente per l’Italia risulta anche il grado di interattività dei servizi offerti, pari al 98 per cento per i servizi destinati alle imprese e al 99 per cento per quelli offerti ai cittadini (i valori medi europei sono, rispettivamente, pari al 94 e all’87 per cento). Rispetto agli anni precedenti (2007-2009), quando la percentuale di disponibilità dei servizi era pari al 70 per cento, l’Italia registra un progresso consistente. Tra i Paesi di maggiori dimensioni, dove le quote superano ovunque l’85 per cento, la Francia segna i risultati più contenuti in termini di livelli e di variazioni nel quadriennio considerato. Il traguardo raggiunto dall’Italia premia la trasformazione dei servizi destinati alle imprese, per i quali la quota della completa automazione online cresce di 12,5 punti percentuali, ma soprattutto di quelli destinati ai cittadini, più che raddoppiati dal 2007″.
Gli avanzamenti realizzati nelle infrastrutture a servizio delle imprese e dei cittadini porteranno un’accelerazione del processo di crescita di competitività del Paese, in linea con il modello proposto dalla Commissione europea. L’Istat documenta anche che nel 2010 l’83,7 per cento delle imprese italiane ha utilizzato i servizi offerti online dalla Pubblica Amministrazione (oltre il 95 per cento tra le imprese con almeno 50 addetti); che il 77,7 per cento fruisce di servizi di tipo non esclusivamente informativo; che poco più della metà utilizza i servizi di e-Government per inviare alle amministrazioni moduli compilati e che il 46,4 svolge procedure amministrative interamente per via elettronica.

In quanto istituto responsabile della rilevazione dei dati nell’ambito dei progetti di misurazione degli oneri amministrativi, l’Istat evidenzia inoltre l’importanza per la competitività del nostro Paese dell’azione operata sul fronte della riduzione degli oneri amministrativi.

Il Piano per la semplificazione amministrativa 2010-2012 condiviso con le associazioni imprenditoriali – si legge ancora nel Rapporto annuale – prevede: il completamento delle attività di misurazione entro il 2012, con un risparmio atteso di almeno 17 miliardi di euro per le imprese; l’estensione della misurazione degli oneri alle Regioni e agli Enti locali; la semplificazione mirata per le Pmi sulla base del criterio di proporzionalità. La riforma della Pubblica Amministrazione e la semplificazione sono state anche inserite nel Pnr, il quale pone l’accento sul ruolo della modernizzazione del settore pubblico e della semplificazione amministrativa e normativa nel favorire la sostenibilità dei conti pubblici e la competitività. Il programma di semplificazione include forti riduzioni degli oneri burocratici, amministrativi e fiscali per cittadini e imprese. Per le imprese, in particolare, si valuta che l’insieme degli interventi previsti – alcuni già approvati, altri pianificati – comporti un abbassamento di oltre 11 miliardi di euro dei costi legati agli oneri”. In particolare, si precisa tale riduzione interessa le aree lavoro e previdenza, prevenzione incendi, paesaggio e beni culturali, ambiente e fisco per circa 6,9 miliardi di euro e che questa sale a 7,8 miliardi di euro se si aggiungono le riduzioni in materia di privacy e appalti. Gli interventi in programma per le successive attività di rilevazione, misurazione e riduzione nelle aree politiche agricole, sviluppo economico, interno, salute, statistica, giustizia, economia e finanza porteranno a un ulteriore risparmio stimato in 3,8 miliardi di euro.

 

Il ministro Renato Brunetta ha espresso grande soddisfazione per il passaggio del Rapporto nel quale si sottolinea “l’ottimo risultato conseguito dalle iniziative per l’eGovernment, che nel 2010 hanno portato l’Italia ai vertici della graduatoria europea, con la totalità dei servizi considerati erogabili elettronicamente e un elevato tasso di interattività di quelli offerti alle imprese e ai cittadini, anche da parte delle amministrazioni pubbliche locali”.