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Brevetti: la carica dei patent-troll contro gli sviluppatori. In pericolo il mercato app?

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Gli smartphone sono sempre più terreno di conquista per i cosiddetti ‘patent troll‘ ossia quelle società che possiedono brevetti di tecnologie che non hanno esse stesse sviluppato, e ne reclamano i diritti in tribunale.

Stavolta è la volta di MacroSolve, una società americana che ha citato in giudizio 10 società che si occupano dello sviluppo di applicazioni mobili per violazione del brevetto 7,822,816, relativo “ai sistemi e ai metodi per la gestione dei dati”. Il brevetto copre la raccolta e la trasmissione dei dati dei questionari e la loro pubblicazione online.

Il brevetto è stato depositato nel mese di agosto 2003 e rilasciato a ottobre 2010. La discussione riguarda in particolare i “computer portatili”, una categoria che include ora anche gli smartphone.

 

Secondo il presidente di MacroSolve, Jim McGill, il brevetto è utilizzato illecitamente in un centinaio di applicazioni che raccolgono dati e li inviano a un server centrale. La società ha deciso di depositare la causa nella giurisdizione del Texas Eastern District di Tyler, generalmente propensa e sollecita ad accogliere le istanze dei proprietari di brevetto.

 

La nuova causa arriva dopo il caso Lodsys, una società che ha acquistato un piccolo portfolio di 4 brevetti dalla Intellectual Ventures e ha chiesto un risarcimento danni a diversi sviluppatori di applicazioni.
 

I contenziosi sui brevetti tecnologici sono in vertiginoso aumento e stanno diventando un filone molto redditizio, sfruttato da un numero cospicuo di patent-troll: secondo la Ocean Tomo, una merchant bank con sede a Chicago, che monitora il mercato della proprietà intellettuale, il mercato delle licenze vale circa 500 miliardi di dollari. Molti esperti legali sostengono che l’aumento di cause di questo tipo sia legato al fatto che vincere in tribunale sia molto più redditizio della vendita delle licenze stesse.
 

A luglio dello scorso anno, NTP – tipico esempio di ‘patent-troll’ – dopo aver ottenuto oltre 612 milioni di dollari dalla RIM per chiudere un contenzioso legato alla paternità di alcuni brevetti relativi a tecnologie utilizzate nel BlackBerry, ha deciso di portare in tribunale Apple, Google, HTC, LG Electronics, Microsoft e Motorola, reclamando la presunta violazione di 8 brevetti legati all’email mobile.

Stessa strada tentata dalla Interval del co-fondatore di Microsoft Paul Allen, che però si è visto rifiutare la richiesta di risarcimento che aveva presentato nei confronti delle maggiori società hi-tech americane – tra cui Apple, Google, AOL, Facebook, eBay e RIMree a suo dire di di aver illecitamente utilizzato una serie di brevetti utilizzati in una vasta gamma di servizi internet, dalla ricerca all’eCommerce.

 

Queste cause potrebbero creare seri ostacoli al business delle app mobili, poiché gli sviluppatori non sempre hanno la possibilità di difendersi contro queste macchine da guerra e, in caso di sconfitta, dopo estenuanti battaglie legali, dovrebbero risarcire i danni e pagare le royalties arretrate per l’uso dei brevetti.

Tutti questi casi – che vedono coinvolti non solo i patent-troll, ma anche molte società hi-tech in lotta tra loro – riaccendono i dubbi sull’operato dello US Patent Office, già molto criticato per la concessione di brevetti dall’estensione troppo ampia o a copertura di invenzioni inverosimili come i veicoli antigravità.

MacroSolve, fondata nel 1997, si definisce una ‘pioniera nell’offerta di tecnologie, soluzioni e applicazioni mobili alle aziende e ai governi’ e afferma di avere instaurato lunghe e proficue collaborazioni con società del calibro di Apple, RIM, Microsoft e Motorola.

Il gruppo, però, non naviga in buone acque: il fatturato, nel primo trimestre 2011 è sceso da 274 mila a 116 mila dollari e le perdite si sono ampliate da 446 mila a 507 mila dollari.

Tra le società portate in tribunale da MacroSolve vi sono: Canvas Solutions, Kony Solutions, Widget Press, Pogo Corporation, SWD Interactive, Blue Shoe Mobile Solutions, Brazos Technology, On The Spot Systems e Formstack.

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