Attacco a Sony. Per il Ceo Howard Stringer, ‘nessuna rete è sicura al 100%’

di Alessandra Talarico |

L'attacco ai server del gruppo Giapponese è stato 'solo un assaggio' di quello che potrebbe accadere anche ai sistemi finanziari e per il controllo aereo e alle reti energetiche.

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Howard Stringer

Nessuna rete può essere considerata sicura al 100%. Parola di Howard Stringer. Il Ceo di Sony, a un mese dall’attacco che ha messo KO i servizi di intrattenimento online del gruppo, esponendo i dati di oltre 100 milioni di utenti, ha affermato che si è trattato di “un incidente di percorso sulla strategia internet della società”.

Stringer, che all’inizio del mese ha chiesto scusa ufficialmente agli utenti, non ha fornito stime sull’impatto dell’incidente sui conti, che dovrebbero essere presentati il 26 maggio.

I servizi sono stati parzialmente ripristinati, ma Stringer sostiene di non poter garantire la sicurezza del network PSN nè di qualunque altro sistema web, in un momento in cui il cybercrime sembra più incattivito che mai.

“La sicurezza – ha affermato – è un processo senza fine” ed è impossibile affermare con certezza che una rete è sicura al 100% in “questo brutto nuovo mondo”.

 

La violazione della sicurezza di PSN, Qriocity e SOE è un problema che non riguarda solo Sony o l’industria del gaming online: gli hacker potrebbero infatti prendere di mira i sistemi finanziari globali, le reti energetiche o i sistemi di controllo del traffico aereo.

“Purtroppo  siamo solo all’inizio”, ha aggiunto Stringer, sottolineando che l’attacco a Sony è solo “un assaggio di quello che sarà”.

Di certo, si è trattato di un duro colpo per le strategie di Sony, che contava sempre più sul web per spingere la domanda dei suoi prodotti di intrattenimento, dall’internet Tv ai giochi online.

La società sta collaborando con l’FBI e diverse società specializzate in sicurezza per capire se anche altri sistemi siano stati colpiti, dopo essere stata aspramente criticata per il ritardo con cui ha informato i consumatori dell’accaduto.

 

Stringer però si è difeso affermando che “molti report indicano che abbiamo agito rapidamente e i maniera responsabile”, anche considerando il fatto che si è trattato della maggiore violazione mai perpetrata ai danni di una singola compagnia. Parlare pubblicamente di un problema di cui ancora non si conosceva la reale portata, quello sì che sarebbe stato “da irresponsabili”, ha aggiunto.

 

Finora, Stringer aveva lasciato al suo vice Kazuo Hirai, designato anche alla sua successione, il compito di spiegare al mondo quanto accaduto e di investigare sull’ampiezza del danno.
“Se c’è stato qualcosa di positivo in questo periodo – ha detto Stringer – è stata la freddezza e la capacità di leadership di Kazuo, che ha dimostrato un’affidabilità impressionante”.

Hirai, dal canto suo, ha più volte ribadito che la società ha fatto tutto quanto era nelle sue possibilità per garantire la sicurezza dei suoi sistemi.

“Se un hacker è ancora in grado di aggirare i firewall, ci sono altri sistemi in grado di prevenire l’accesso ai dati Sony”, ha detto Hirai.

Nei due giorni che hanno seguito il ripristino dei servizi, ha spiegato ancora Hirai, solo una ‘minima percentuale’ di utenti ha chiesto di essere cancellata dal servizio. E’ ancora troppo presto, comunque, per trarre conclusioni sulla reale reazione degli utenti i quali, tuttavia, si sarebbero dimostrati ‘fedeli e comprensivi’.

“L’obiettivo ora – ha concluso Stringer – è di riguadagnare la fiducia e la fedeltà di quelli che potrebbero averle perse in questa circostanza”.