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Tv digitale: l’Italia ha chiesto a Strasburgo il rinvio dell’udienza su Europa 7. Si complica il beauty contest

Unione Europea


Il governo italiano ha chiesto alla Corte europea dei diritti dell’uomo il rinvio dell’udienza sul caso Europa 7, che si sarebbe dovuta tenere il 25 maggio prossimo davanti alla Grande Camera. E’ quanto si apprende oggi dalla stessa Corte di Strasburgo. Per rinviare l’udienza le autorità italiane hanno portato a conoscenza dei giudici di Strasburgo gli ultimi sviluppi del caso a livello nazionale. Dallo scorso ottobre, l’emittente televisiva trasmette i propri programmi su una nuova piattaforma che permette, attraverso uno specifico decoder, la ricezione in alta definizione (Leggi Articolo Key4biz).

 

La Corte non ha tuttavia voluto commentare la possibilità che il governo italiano possa far dichiarare il caso irricevibile e quindi di ottenere una cancellazione dai registri.

Questo potrebbe accadere se le autorità italiane dovessero riuscire a dimostrare che Europa 7 non è più vittima delle violazioni addotte nel ricorso. Nel ricorso presentato a Strasburgo nel 2009, Europa 7 ha sostenuto che le autorità italiane hanno violato il suo diritto alla libertà di espressione e nello specifico quello di comunicare informazioni e idee, visto che il governo non ha mai attribuito all’emittente una radiofrequenza per poter andare in onda.

Europa 7 sostiene inoltre che la situazione di duopolio del mercato televisivo italiano è contraria alla libertà di espressione e che, in questo sistema, Mediaset gode di un trattamento preferenziale. Nel suo ricorso, la televisione ‘mai andata in onda’ afferma inoltre che le misure amministrative e legislative adottate nei suoi confronti sono state discriminatorie perché assunte in una situazione di conflitto di interessi.

 

Il caso dell’emittente di Francesco Di Stefano appare strettamente legato al prossimo beauty contest (Leggi Articolo Key4biz), quando verranno assegnate agli operatori televisivi le frequenze del dividendo digitale. La Commissione Ue teme che si ripresenti un’altra Europa 7.

Pare, infatti, che il commissario Ue alla Concorrenza Joaquin Almunia voglia evitare che si ripeta la questione che per 10 anni ha impedito alla Tv di trasmettere sulla frequenza cui aveva diritto perché occupata da Rete4.

La Repubblica scrive che il bando di gara per l’assegnazione di 5 multiplex necessari all’apertura del mercato televisivo italiano – preparato dal ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani – è arrivato sul tavolo di Almunia prima di Pasqua ma il commissario ha avuto il tempo di leggerlo e di inviare le prime informali osservazioni. A preoccupare l’Ue sono soprattutto le differenze tra i 5 mux in gara. Due sono a frequenza unica, due ne hanno due e uno addirittura tre.

 

Il commissario sta quindi riflettendo se chiedere al governo di destinare i mux migliori (i due monofrequenza) ai nuovi entranti tra cui Sky, lasciando agli incumbent (Rai, Mediaset e TI Media) gli altri. Questo però vorrebbe dire togliere a Mediaset il canale 58, quello su cui l’azienda sta già sperimentando l’alta definizione, ma che in realtà utilizza per trasmettere i suoi canali in differita di un’ora. (Leggi articolo Key4biz)

 

Ma il commissario Ue non sarebbe soddisfatto neanche dello schema di punteggio per la valutazione del beauty contest: non basterebbe infatti una storia editoriale di successo, ma nell’assegnazione del punteggio peserebbe anche la presenza sul territorio nazionale.

“Come a dire – scrive La Repubblica – che un Walt Disney potrebbe essere penalizzato dal fatto di non trasmettere già in Italia. Un vincolo che Bruxelles non sembra gradire”.

 

Le graduatorie verranno elaborate da una commissione di massimo cinque componenti, comunque in numero dispari, designati dal ministero,che si avvarranno di un advisor.

Si daranno fino a tre punti ha chi il maggior numero di reti digitali nazionali terrestri. Con la stessa logica si premierà con altri tre chi ha il più elevato numero di impianti e con ulteriori tre punti chi ha il più elevato numero di sedi operative in Italia. Ancora sino a tre punti a chi garantirà la maggior copertura nel primo anno dall’assegnazione delle frequenze. E sino a quattro punti a chi assicurerà la maggior copertura al quinto anno e altri quattro a chi avrà il più elevato numero di siti sempre al quinto anno.

Si daranno solo sino a due punti a chi minimizzerà l’impatto paesistico-ambientale e le interferenze con i paesi confinanti. Quanto ai piani editoriali non si distingue, nella bozza, tra fornitori di contenuti indipendenti o meno dell’operatore di rete, mentre si premiano giustamente i canali in Alta Definizione.

Quel che è certo è che la graduatoria sarà unica e non divisa sin da subito per lotti: in questo modo chi si classificherà in cima alla stessa potrà scegliere quale frequenza utilizzare, esonerando così il Ministero dall’attribuire le frequenze più pregiate – tra cui il canale 58 già utilizzato da Mediaset per sperimentazione – a un lotto piuttosto che ad un altro.

 

Le sei frequenze saranno divise in tre sottoinsiemi: le tre frequenze del lotto A sono riservate ai nuovi entranti, le due del lotto B ai già operanti sul mercato. Per questo pacchetto già si prevedono polemiche visto che vi parteciperanno numerosi operatori italiani ma anche stranieri. Tra i più interessati a conquistare un multiplex digitale ci sono Liberty Media, Virgin e Rtl, senza considerare Rcs e il gruppo Espresso.

Mentre l’unica del lotto C è quella destinata a sistemi avanzati come la Tv mobile (DVB-H, standard ormai in discesa) o il DVB-T2. Sky a oggi potrà concorrere esclusivamente per il lotto A e non potrà vedersi assegnata più di una frequenza. L’unica che potrebbe averne due è TI Media, dato che al lotto C possono partecipare anche gli operatori già in attività purché abbiano meno di tre frequenze analogiche.

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