Fotonica 2011: dove l’Italia può giocare le sue carte. Intervista a Roberto Castelli (Alcatel-Lucent)

di A cura di Alessandra Talarico |

Per Roberto Castelli, presidente del Convegno Fotonica 2011 e responsabile Alcatel-Lucent per i rapporti con il mondo scientifico, 'La Ue ha indicato il settore tra le cinque tecnologie abilitanti su cui puntare e il nostro paese è ben rappresentato'.

Italia


Roberto Castelli

C’è un settore in cui l’Italia può contare su eccellenze di primo piano anche nel confronto internazionale ed è un settore che la Commissione Ue indica come una priorità tra quelli decisivi per lo sviluppo nei prossimi anni. E’ quello della fotonica, la “scienza della luce” e l’edizione 2011 – la tredicesima – del convegno che si terrà per la prima volta a Genova nei prossimi giorni (9-11 maggio) potrà “fotografare” (il verbo è d’obbligo), una situazione in un momento di svolta positiva. Si tratta di un settore che se ha nelle telecomunicazioni / Ict e nell’elettronica di consumo due grandi pilastri, in realtà attraversa molti settori industriali, come sottolinea Roberto Castelli, responsabile per Alcatel-Lucent Italia dei rapporti con il mondo scientifico e universitario e presidente di Fotonica 2011 in quest’intervista esclusiva a Key4biz.
 
Key4Biz. La fotonica continua a sembrare argomento da addetti ai lavori. Perché tanta attenzione oggi?

Castelli. Perché anche se la materia ha indubbie connotazioni scientifiche di alto livello, che saranno rappresentate proprio nei tre giorni di confronto a Genova, le implicazioni riguardano in modo stretto anche la vita di tutti i giorni. Inoltre, in pochi anni è cresciuta la sensibilità verso nuove problematiche in cui essa svolge un ruolo sempre più rilevante, dall’energia all’ambiente. Non è un caso che la Commissione Europea nel 2009 abbia qualificato la fotonica come una delle cinque tecnologie abilitanti per la sfida globale dei prossimi anni. Le altre quattro sono Nanotecnologie, Micro- e Nano-Elettronica, Materiali Avanzati e Biotecnologia e questo dà l’idea dell’importanza della partita. Tra l’altro, anche altri grandi paesi, Cina compresa, stanno dando priorità simili. “Fotonica” è alla sua tredicesima edizione, ma mai come ora c’è la sensazione che questa materia sta entrando nel cuore delle scelte politiche e industriali.

 
Key4Biz. Che cosa comprende oggi questo settore?

Castelli. Il termine fotonica ha incominciato ad essere usato sul finire degli anni ’60 e, in definitiva, comprende tutto ciò che possiamo fare con il trattamento della luce. Diciamo, manipolando i fotoni invece degli elettroni. Per questo troviamo al suo interno applicazioni ampiamente differenziate: dalle telecomunicazioni, ai laser per uso industriale, dai sensori ottici per l’impiego nel campo della sicurezza e della protezione ambientale ai pannelli fotovoltaici, dagli schermi piatti di tv e monitor ai DVD, per giungere all’illuminotecnica e alle applicazioni nella biologia – la cosiddetta biofotonica – e nella protezione e conservazione dei beni culturali.

Key4Biz. Quanto vale questo settore?
Castelli. Le stime in campo europeo oscillano tra i 50 e i 60 miliardi di euro, secondo il perimetro che viene considerato. Si considera inoltre che vi siano circa 5 mila aziende operanti, spesso anche di piccole dimensioni e forte specializzazione. Si tratta molto spesso di tecnologie “abilitanti”, tali cioè da condizionare costi e prestazioni dei sistemi di cui fanno parte. Per questo è ancor più importante presidiare questa filiera. La Commissaria europea all’Agenda digitale, Neelie Kroes ancora poche settimane fa ha lanciato un esplicito invito a rafforzare le capacità competitive dell’Europa in quest’area in cui non possiamo perdere colpi: è il futuro dell’Europa.

 
Key4Biz. E quanto conta l’Italia?

Castelli. Ha un peso significativo: il fatturato del settore è stimato vicino ai 10 miliardi di euro, il che rappresenta il 20% del totale europeo, un’incidenza doppia, quindi, a quella che ha normalmente l’Italia nei vari settori industriali. Sono circa 200 le aziende impegnate, con circa 15 mila addetti. L’elevato fatturato per addetto riflette naturalmente sia l’alto contenuto tecnologico sia la “trasversalità” del settore.
Questa forte rappresentanza italiana si deve anche alla presenza di importanti centri di produzione e di ricerca e sviluppo. Questo è particolarmente vero nel campo delle telecomunicazioni, dove ragioni storiche hanno contribuito a diffondere e consolidare un’esperienza di notevole caratura. Basterebbe citare la presenza di attività di ricerca e sviluppo di carattere internazionale di alcune della maggiori aziende operanti nel settore delle reti, come Alcatel-Lucent, Cisco, Ericsson, che in Italia hanno centri di eccellenza mondiali.

 
Key4Biz. Come si costruisce quest’eccellenza?

Castelli. Da una parte con la specializzazione produttiva, dall’altra con la realizzazione di un eco-sistema nel quale rientrano le aziende e il settore pubblico, soprattutto l’Università. Pochi giorni fa, per esempio, ho potuto partecipare alla conclusione di un nuovo accordo, esclusivo nel settore, tra la mia azienda, l’Alcatel-Lucent, che in Italia ha la sede mondiale della divisione ottica, e il Politecnico di Milano, proprio per la ricerca nel settore. Grazie a quest’accordo triennale, una ventina di ricercatori porteranno avanti lo sviluppo di tecnologie innovative, ma sono diversi i casi di successo di partnership tra importanti aziende e università. Siamo del resto in una delle punte più elevate della tecnologia della conoscenza ed è importante realizzare una “massa critica” di talenti e competenze.

 
Key4Biz. Quali sono le aree più promettenti della fotonica?

Castelli. Sono moltissime e probabilmente ne trascurerò qualcuna, ma solo per citare quelle che toccano il grande pubblico, proviamo a pensare all’energia e al risparmio energetico. Da una parte abbiamo lo sviluppo dei pannelli fotovoltaici, una tecnologia peraltro oggi fortemente dipendente dalla produzione asiatica e che quindi va sviluppata ricercando rese superiori. Dall’altra abbiamo la sensoristica, che permette di ottimizzare il funzionamento degli impianti di illuminazione. Sensori ottici sono però impiegati anche per il controllo dell’ambiente, dall’inquinamento, agli incendi. Il terremoto in Giappone ha portato alla ribalta problematiche di questo tipo e abbiamo a Genova anche interventi di esperti nipponici.
Pensiamo all’elettronica di consumo e quell’esplosione di applicazioni che va dai sensori e display della macchine fotografiche digitali ai display di smartphone, tablet, televisori. Ci sono moltissime applicazioni industriali, soprattutto nel campo dei laser di potenza, ma abbiamo anche le applicazioni in campo medicale e delle scienze della salute, a partire dalla diagnostica avanzata: pensiamo ai sistemi di immagini a sempre più alta densità di una Tac.
Infine, ma non per importanza, abbiamo appunto le telecomunicazioni e l’Ict. La fibra sta diventando sempre più il futuro del settore e sta crescendo il suo impiego non solo sulle grandi dorsali, siano esse terrestri o sottomarine, ma anche nell’accesso. Il futuro delle comunicazioni sarà sempre più ottico e wireless insieme.