Web 3.0: quali regole servono?

di Raffaella Natale |

Cloud computing, privacy … il CNN ha davanti a sé una grande sfida: nuove regole per internet.

Europa


Web 3.0

Il Consiglio nazionale del digitale (CNN), appena insediatosi in Francia, avrà una mission veramente ampia: esprimere un parere su ogni proposta di legge o regolamento che riguardi internet. Ma è veramente necessario regolamentare internet?

La Legge di Moore ci obbliga, l’internet delle cose si mescola ormai con l’internet delle persone. L’universo delle possibilità continua a moltiplicarsi, aprendo la porta a nuove opportunità ma anche a tanti rischi. Conseguenza inevitabile sarà la nascita di una ‘società di vetro’ nella quale avremo sempre più difficoltà a proteggere le nostre informazioni e i nostri segreti.

Con il cloud, i dati più preziosi di individui, aziende e istituzioni non saranno più archiviati in un disco rigido spazialmente circoscritto per essere ripartite nella ‘nuvola’ della rete. Questa rivoluzione dell’iper-stoccaggio dei dati riapre le problematiche riguardanti la lotta allo spionaggio e la necessitò di proteggere la privacy degli utenti.

Mentre società come Google progettano di ‘controllare tutte le informazioni del mondo’, i nostri acquisti, gli spostamenti, le ‘passeggiate’ su internet, le conversazioni, lo stato di salute e tanti altri aspetti della vita privata cominciano a circolare e a essere sfruttate commercialmente da player che ben presto bisognerà responsabilizzare.

La migliore arma contro gli abusi è senza dubbio la concorrenza, che spinge a conquistare quote di mercato sempre più ampie, i concorrenti a diventare leader in tutte le cose: sul piano tecnologico e su quello dei prezzi, naturalmente, ma anche in quello dell’etica, della preservazione della privacy e del rispetto dei diritti fondamentali.

I consumatori dovrebbero essere consapevoli del loro potere di pretendere delle garanzie mentre la Commissione Ue e, come sembra, anche l’americana Federal Trade Commission, si stanno ponendo in maniera molto seria nei confronti della posizione dominante di Google sul mercato dei motori di ricerca e delle conseguenze dannose nei confronti dei diritti fondamentali degli individui.

Grande attesa quindi per le nuove disposizioni in materia di privacy, che dovrebbero essere adottate molto presto per modificare le misure nazionali, spesso troppo morbide, in occasione del prossimo aggiornamento della Direttiva Ue sulla Protezione dei dati personali, adottata nel lontano 1995, che arriva 11 anni dopo la nascita di Google e 5 dopo l’arrivo di Facebook.

Fatte salve le norme che dovranno tutelare i diritti fondamentali delle persone, secondo il parere di alcuni osservatori francesi, per il mondo virtuale si dovrà evitare l’eccesso di regole. Perché? “Per favorire la nascita di un ordine spontaneo, più virtuoso degli investimenti mal ispirati dei grandi architetti sociali e che possa riuscire là dove, nel mondo reale, c’è mancanza di libertà e responsabilità”. Se il CCN riuscirà a portare questo messaggio, avrà vinto già una grande sfida.