Internet: a proposito di senior. In Italia il 24% collegato alla rete

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Gli Stati Uniti aprono la strada con i consumatori ‘anziani’ che rappresentano il 32% del pubblico di Internet attivo, seguono Regno Unito (31%) e Germania (30%).

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L’invecchiamento della popolazione non è un problema che riguarda solo i Paesi più sviluppati“. Infatti secondo United Population Division World in tutto il mondo solo la Nigeria non avrà un incremento dell’età media della popolazione nei prossimi 10 anni. Non si tratta quindi di un trend di breve o medio termine, afferma Nielsen Italia nel suo ultimo Report, ma di un trend stabile a cui il marketing deve guardare con attenzione perché saranno necessari nuovi modelli per cogliere i bisogni dei consumatori. Secondo il United Popolation Division il tasso di fertilità è in declino. A livello globale è sceso infatti quasi del 48% dagli anni ’50 ad oggi e ci si aspetta che continui a scendere del 18% circa nelle prossime 4 decadi come mostra la tabella sotto. Le cause sono molte: il passaggio da una società agraria ad una industriale, l’urbanizzazione e l’aumento del livello di educazione, in modo particolare quella della donna. In poche parole, la vita moderna non coincide con un modello di famiglia numerosa e questo ha portato ad un rapido aumento della popolazione più anziana rispetto a quella giovane.

Quanti anni deve avere una persona per essere considerata “vecchia”? Secondo la Ricerca Nielsen sull’età condotta alla fine del 2010, in 53 Paesi del mondo le risposte riflettono forti variazioni regioni nelle diverse aree geografiche. Nei 14 Paesi più “anziani” in cui è stata condotta la ricerca (età media 42 anni), il 70% ritiene che una persona sia vecchia a 70 anni e 1 su 3 a 80. Nei 14 Paesi più giovani (età media 27 anni), il 27% ritiene che intorno ai 60 anni una persona possa essere considerata vecchia e il 27% a 70 anni. In Italia, il 49% degli intervistati ritiene che tra i 70 e i 79 anni si possa essere considerati vecchi, percentuale tra le più alte (Francia 38%, Gran Bretagna 33%, Germania 31%).

Anche l’età di ciascuno è un forte predittore dell’età nella quale ci si considera vecchi: con il crescere dell’età infatti aumenta anche la percezione degli anni in cui ci si considera vecchi: a livello globale circa la metà degli intervistati oltre i 60 anni pensano che essere vecchi significhi avere più di 80 anni. Per gli intervistati al di sotto i 60 anni c’è una interessante divisione: uno su tre ritiene che si è vecchi intorno ai 70, il 26% verso i 60 anni e il 25% oltre gli 80.

Secondo la ricerca Nielsen la maggior parte delle persone di età superiore ai 60 anni prevede di andare in pensione proprio tra i 60 e i 69 anni. A livello globale, il 49% degli intervistati pensa che andrà in pensione tra i 60 e i 69 anni, percentuale che raggiunge il 60% in Europa.

Il momento in cui andare in pensione è strettamente legato alle risorse finanziarie a disposizione. Piani di pensionamento statali, piani governativi e risparmio privato sono le voci più comunemente elencate come fonte di sostentamento durante la pensione. In tutte le regioni, ci sono invece forti differenze nella pianificazione della pensione tra chi ha più di 60 anni e chi invece ha meno di 60 anni.

In tutte le regioni, la fiducia verso i programmi del governo, come ad esempio la previdenza sociale, è molto più bassa nelle persone più giovani rispetto a quelle più anziane, sotto i 60 anni sono molti di più coloro che dichiarano che finanzieranno le loro pensioni in primo luogo attraverso risparmi personali.

Dopo aver deciso quando andare in pensione e come finanziarsi, la domanda per molti diventa: cosa farò del tempo a disposizione? A livello mondiale per la maggioranza degli intervistati (62%), il viaggio è l’opzione preferita. Tra le altre preferenze troviamo: prendersi cura dei nipoti, partecipare a club e attività, il giardinaggio e il volontariato, che completano le prime cinque attività. I risultati sono stati abbastanza coerenti tra le regioni, con alcune eccezioni:

I consumatori in America Latina e Medio Oriente/Africa si sono dichiarati quasi tre volte più interessati a una seconda carriera rispetto ai consumatori in Nord America e in Europa. In Asia Pacifico e Medio Oriente/Africa sono molti di più coloro che pensano di trasferirsi in un centro per anziani per una vita sociale migliore.

Se pensate che i consumatori anziani di età compresa tra 50 e più non sono esperti di tecnologie digitali, vi sbagliate. Di fatto, in sei dei nove paesi misurati da Nielsen nel dicembre 2010, i consumatori di età tra superiore ai 50 anni sono in media circa un terzo di tutto il pubblico attivo di Internet, considerando sia gli accessi da casa che quelli dal luogo di lavoro.

Gli Stati Uniti aprono la strada con i consumatori ‘anziani’ che rappresentano il 32% del pubblico di Internet attivo, seguono Regno Unito (31%) e Germania (30%), mentre in Italia la percentuale è un po’ più bassa (24%). Tuttavia, per il tempo trascorso online, anziani australiani e francesi sono gli utenti più attivi spendendo poco più di 69 ore e 66 ore al mese, rispettivamente. Gli anziani consumatori negli Stati Uniti hanno speso quasi 62 ore nel mese di dicembre, Più limitati i consumi degli over 50 in Italia, che non superano le 42 ore.