Net neutrality: indagine Ue sulla trasparenza del traffic management

di Alessandra Talarico |

Neelie Kroes ha annunciato l'apertura di un'inchiesta per appurare se vi siano abusi da parte delle telco nell'utilizzo dei sistemi di gestione del traffico.

Unione Europea


Net neutrality

I regolatori europei starebbero per lanciare un’indagine per appurare se le compagnie telefoniche stiano informando adeguatamente i consumatori riguardo l’utilizzo delle tecnologie dette di ‘traffic management‘, utilizzate per evitare rallentamenti e sovraccarichi della rete, ma il cui abuso viola il principio della neutralità della rete.

La Ue riconosce agli operatori la necessità di utilizzare le tecnologie di management per gestire il crescente traffico sulle reti, alimentato dalla popolarità di servizi molto voraci di banda come YouTube o i servizi di Tv via web.

Ma Neelie Kroes, Commissario Ue per l’Agenda digitale, dovrebbe annunciare martedì l’apertura di un’indagine che potrebbe sfociare in nuove regole a salvaguardia della net neutrality. Secondo questo principio, tutto il traffico in rete ‘nasce uguale’ e dovrebbe essere trattato allo stesso modo.

In vista dell’entrata in vigore, il 25 maggio prossimo, delle nuove regole sulla trasparenza delle policy di traffic management, la Kroes – riporta il Financial Times – ha chiesto approfondimenti sulla questione con l’intenzione di giungere a un impegno, da parte degli operatori, per una nuova era di ‘apertura’ riguardo l’utilizzo di queste pratiche di blocco o rallentamento del traffico.

Nel mirino della Ue, in particolare, gli operatori mobili, che spesso avrebbero bloccato l’accesso a servizi considerati ‘concorrenti’, come Skype, ma anche alcune pratiche anticompetitive degli operatori di rete fissa nei confronti dei servizi video o televisivi rivali.

Tutto questo a discapito dei consumatori, che spesso si ritrovano con un servizio la cui velocità effettiva è molto inferiore da quella promessa dai provider.

Sullo sfondo, anche la battaglia tra gli operatori telefonici e le società cosiddette ‘Over-the-Top’ come Facebook, Google e Apple, accusate dalle telco di utilizzare le reti, sovraccaricandole, senza partecipare economicamente al loro mantenimento.