La FCC contro le lobby del telefonino: AT&T e Verizon obbligate ad aprire le reti dati ai concorrenti

di Alessandra Talarico |

L'Authority Usa vuole fare in modo che tutti, anche chi abita nelle aree rurali, possano accedere a internet da telefonino, ma i player coinvolti non ci stanno e definiscono l'ordine 'una nuova ingiustificata incursione del governo nel mercato'.

Stati Uniti


Julius Genachowski

La possibilità di accedere a internet dal telefonino deve essere garantita a tutti gli americani e con questo obiettivo l’Authority Usa FCC ha adottato nuove norme per rendere obbligatorio il roaming dati tra gli operatori.

Anche se molti ritengono che la FCC non abbia l’autorità per imporre questi obblighi, il presidente Julius Genachowski ha deciso di accogliere le richieste degli operatori attivi nelle aree rurale del paese, obbligando gli operatori mobili proprietari di infrastrutture e spettro a “offrire accordi di roaming sulla base di termini e condizioni commerciali ragionevoli” per assicurare la copertura ubiqua delle reti dati e per stimolare la concorrenza.

Una decisione che fa seguito all’adozione di simili regole anche per il roaming voce. Un’iniziativa che ha favorito gli investimenti, soprattutto nelle aree rurali.

L’obbligo di apertura delle reti interessa, in particolare, AT&T e Verizon, i due maggiori operatori del paese, che hanno realizzato le loro reti attraverso massici investimenti e acquisizioni. I piccoli player regionali, che devono necessariamente poter competere nella fornitura di accesso 3G e 4G ma non possono permettersi simili spese, saranno dunque avvantaggiati dall’ordinanza, visto l’ostruzionismo delle cellcos più importanti che finora hanno rifiutato di stipulare accordi di roaming dati coi concorrenti più piccoli.

Un problema che Genachowski ha definito ‘significativo’ poiché ha impedito ai clienti degli operatori meno importanti di accedere a internet dai dispositivi mobili.

A loro difesa, AT&T e Verizon sostengono di aver sempre agito in ‘buona fede’: entrambe hanno sottolineato di aver sottoscritto una miriade di accordi di roaming. Posizione non condivisa dagli osservatori, che invece sostengono il contrario: le società maggiori hanno sempre agito in malafede, proprio perchè gli accordi di roaming sono reciproci e sono stati siglati, quindi, solo con società che avrebbero potuto ricambiare offrendo la copertura nelle aree non raggiunte dalle loro reti.
Una posizione, quella di AT&T e Verizon, che l’analista Ken Rehben di Yankee Group ha definito “insostenibile”.

Non a caso, la decisione della FCC è sostenuta anche da Sprint, il terzo maggiore operatore mobile nazionale, anch’esso in difficoltà di fronte allo strapotere dei primi due carrier, i quali – ha sottolineato Vonya McCann“…hanno sempre fatto pressioni lobbistiche contro le questioni relative alla difesa della concorrenza e dei consumatori”.

 

Per AT&T, naturalmente, la decisione della FCC rappresenta “un nuovo intervento ingiustificato del governo nel mercato wireless”, mentre per Verizon si tratta di un intervento che “scoraggerà gli investimenti nelle aree meno profittevoli”.