La Pay-Tv resiste alla crisi: 73 milioni gli utenti in Europa, in crescita dell’11%

di Alessandra Talarico |

Nonostante mercati come Italia e Spagna presentino ancora ampi margini di crescita, per i prossimi tre anni, e-Media prevede un rallentamento dell'espansione della Pay-Tv, con una crescita media degli abbonamenti in calo del 4-5%.

Europa


Pay Tv

La Pay-Tv sembra aver resistito bene alla crisi e alla recessione che hanno colpito l’Europa, registrando una crescita consistente nei 19 Paesi presi in considerazione nel nuovo report ‘Western European TV and Broadband Market Maps’ dell’Istituto e-Media, che evidenzia altresì come negli ultimi anni vi sia stato un sostanziale cambiamento nella distribuzione degli utenti Pay-Tv tra le diverse piattaforme.

Nel complesso, in Europa occidentale, la base utenti è cresciuta dell’11% dal 2008, raggiungendo quota 73 milioni, pari al 42% delle famiglie.

 

Nello stesso arco di tempo, (2008-2010), grazie allo switch over digitale, la Tv analogica è passata dal 40% al 18% delle famiglie. In totale, sottolinea e-Media, sono 31 milioni le famiglie in attesa di passare ai servizi televisivi digitali.

 

Il report sottolinea quindi che, vista la prossima saturazione di alcuni mercati, gli operatori Pay-Tv stanno cercando di offrire modelli di abbonamento più flessibili, nel tentativo di aumentare l’Arpu (il profitto medio per utente) e di ridurre, o quanto meno stabilizzare, il tasso di ‘churn’, ossia il passaggio dei clienti alla concorrenza.

 

Nonostante alcuni mercati, come Italia e Spagna presentino ancora ampi margini di crescita, per i prossimi tre anni, l’istituto prevede un progressivo rallentamento dell’espansione della Pay-Tv, con una crescita media degli abbonamenti in calo del 4-5% tra il 2011 e il 2014, anche in ragione della crescita fisiologica delle tecnologie digitali via cavo e dell’IPTV che hanno già contribuito a far perdere il primato, nel 2010, al broadcasting Direct to Home via satellite. Il satellite, nota, e-Media, ha registrato un leggero calo degli abbonamenti, dal 37% al 35%, mentre il cavo ha chiuso l’anno al 35,6%.