Green ICT: soddisfazione Ue per le nuove adesioni all’iniziativa Mobile Energy Efficiency

di Alessandra Talarico |

Neelie Kroes ha sottolineato che la Commissione sta lavorando sodo per promuovere un mondo più verde e che il settore ICT non può essere un'eccezione.

Unione Europea


Green mobile

La Commissione europea ha accolto con grande soddisfazione la notizia che altri 17 operatori mobili si sono uniti al  Mobile Energy Efficiency (MEE) Network Benchmarking Service, lanciato a novembre 2010 dalla Gsma per migliorare l’efficienze energetica e favorire l’uso di energie rinnovabili nel settore della telefonia mobile.

Sale, quindi, a 20 il numero di operatori impegnati nell’iniziativa, a 150 il numero di network e a 100 il numero di paesi coinvolti, pari a circa il 40% degli utenti mobili a livello globale.

 

Gli operatori che partecipano all’iniziativa – Airtel, Axiata, Bharti Infratel, China Mobile, CSL, Idea, Kyivstar, Mobinil, MTN, MTS, NTT Docomo, Orange, Orascom, T-Mobile, Telefónica, Telekom Austria, Telenor, Telecom Italia, Telstra e Zain – si impegnano a identificare metodi efficaci per misurare il consumo energetico dei processi ICT e a quantificare i risparmi legati a una maggiore efficienza energetica; a classificare le reti in base a 4 indicatori di prestazione: energia per connessione, energia per stazione base, energia per unità di traffico ed energia per unità di reddito; a riferire sulle emissioni aggregate di gas serra, a livello globale e regionale, usando come riferimento i dati 2009. Essi dovranno anche individuare degli obiettivi per migliorare l’efficienza energetica dei loro processi, con l’obiettivo di superare gli obiettivi sul clima dell’Unione europea entro il 2015.

L’approccio ‘pratico e pragmatico della Gsma è stato accolto con favore dal Commissario Ue per l’Agenda Digitale, Neelie Kroes, che ha sottolineato come la Commissione stia lavorando sodo per promuovere un mondo più verde e come “il settore ICT non possa essere un’eccezione”.

“L’iniziativa MEE aiuterà gli operatori a misurare e monitorare l’impronta energetica ed ecologica delle loro reti e si tratta di un fatto molto positivo, anche grazie all’utilizzo di criteri di misurazione comuni”, ha aggiunto.

 

La GSMA – che ha presentato nel 2009 il ‘Green Manifesto‘, nel quale vengono definite le azioni con cui l’industria mobile prevede di ridurre le proprie emissioni di gas a effetto serra – sta anche collaborando con diversi organismi internazionali come l’ITU (l’agenzia Onu per le tlc), che stanno sviluppando una metodologia adeguata per valutare l’impatto del ciclo di vita del settore ICT.
L’industria mobile ha stimato che  l’84% delle emissioni dirette del settore mobile sono consumate dalla rete e solo il 16 per cento dai dispositivi.

Tra gli obiettivi delineati nel Manifesto, la riduzione del 40% delle emissioni complessive di gas ad effetto serra entro il 2020. Previsione che copre tutte le emissioni provenienti da fonti di energia sotto il controllo degli operatori di telefonia mobile, tra cui il consumo di energia dalla rete radio, gli edifici, il consumo di energia e le emissioni prodotte dai trasporti. Allo studio anche forme di collaborazione con i produttori di dispositivi mobili e i vendor di infrastrutture, per fare in modo che l’energia consumata da un dispositivo, in stand-by e durante l’uso, sia ridotta del 40% entro il 2020. Stesso obiettivo anche per la riduzione delle emissioni legate alle diverse componenti delle reti.
 

Secondo la Kroes, infine, “…non è abbastanza parlare di quanta energia si può risparmiare con la digitalizzazione: dobbiamo anche affrontare il crescente appetito di energia del settore e grazie alle conoscenze acquisite attraverso metriche trasparenti saremo in grado di farlo. Si può fare la differenza tra un’industria che divora energia e risorse naturali e accelera i cambiamenti climatici, e una che lavora per trattare meglio il pianeta”.

“Ecco perchè – ha concluso – la Commissione ha posto questo obiettivo tra le 16 priorità dell’Agenda Digitale”.

Le tecnologie ICT, secondo la Commissione europea, sono in grado di portare a una riduzione complessiva delle emissioni di carbonio del 15% entro il 2020, grazie alla possibilità di migliorare il monitoraggio e la gestione del consumo energetico nelle fabbriche, negli uffici e negli spazi pubblici, nonché di rendere le persone più consapevoli del loro consumo energetico. Ad esempio, i sistemi basati su ICT sono in grado di ridurre il consumo energetico degli edifici del 17% e le emissioni di carbonio nei trasporti del 27%, mentre se sostituisse solo il 20% dei viaggi d’affari delle imprese europee con riunioni in videoconferenza si potrebbero risparmiare oltre 22 milioni di tonnellate di Co2 all’anno.

“Le tecnologie mobili – ha affermato Steve Howard, CEO, The Climate Group – sono all’avanguardia di una nuova rivoluzione energetica e di informazione e hanno un ruolo importante da svolgere per aiutare gli individui e le imprese ad abbattere le emissioni e risparmiare denaro, rendendo più facile da monitorare e gestire l’uso dell’energia”.