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Amazon: debutta l’Appstore su Android ma è guerra con Apple, che sporge denuncia per violazione del marchio

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Apre oggi l’Amazon Appstore su Android. Il colosso mondiale del commercio elettronico cerca di imporsi come alternativa all’Android Market di Google e all’App Store di Apple.

Per differenziare la propria offerta da quella dei due diretti concorrenti, Amazon ha deciso di puntare sui contenuti di qualità: mentre lo store Android è aperto e chiunque può pubblicare le applicazioni, Amazon effettuerà una selezione dei contenuti e promette un ‘digital locker’ che rifletterebbe la struttura e la filosofia della piattaforma eBook Kindle: ‘compra una volta, leggi dovunque’. Gli utenti potranno usare le app acquistate su qualsiasi dispositivo Android registrato al servizio, mantenendo i diritti di accesso ai contenuti.
Il digital locker basato sul cloud lavorerà in tandem col sistema DRM di Amazon: ogni app coperta da DRM richiederà agli utenti di aver installato e di essere registrati al client per accedere all’App Store Amazon, così da proteggere i diritti degli editori. Il diritto a usare l’applicazione può essere acquisito solo acquistando da Amazon, a un prezzo stabilito dalla società, non dagli sviluppatori, così come avviene per tutti gli altri prodotti in vendita sul suo store
 

L’Amazon Appstore prende in effetti qualcosa in prestito anche dall’App Store: l’abbonamento annuale per gli sviluppatori costa 99 dollari e Amazon terrà una commissione del 30% su ogni vendita. Contrariamente, quindi, a quanto avviene sull’Android Market, non è prevista la richiesta di rimborso entro 24 ore dall’acquisto.

 

Disponibile sia sul web che tramite app per Android, l’Amazon Appstore debutterà con una cinquantina di prodotti, tra cui – in esclusiva – una versione speciale del nuovo Angry Birds. Secondo molte indiscrezioni, il lancio dello Store conferma il prossimo lancio di dispositivi associati, come ad esempio un tablet.

Sul debutto di Amazon nel mercato della vendita di applicazioni, tuttavia, è già piovuta la prima tegola: Apple, infatti, ha citato in giudizio il gruppo per l’utilizzo non autorizzato del marchio registrato ‘App Store’.

Nella denuncia presentata il 18 marzo davanti alla Corte federale nel nord della California, Apple accusa Amazon di violazione di marchio e concorrenza sleale e chiede al giudice di impedire alla società di utilizzare il nome “App Store” , oltre a un non meglio specificato risarcimento danni.

 

“Amazon ha iniziato a utilizzare in modo inadeguato il marchio Apple ‘App Store’ in connessione con il programma di sviluppo del software mobile”, si legge nei documenti presentati alla Corte, in cui si evidenzia che Amazon ha iniziato a utilizzare il marchio illecitamente dall’inizio di quest’anno, quando sul sito è comparsa la pubblicità di un programma chiamato Angry Birds Rio.

Amazon avrebbe insomma illegalmente utilizzato il marchio App Store per attrarre gli sviluppatori di software verso la sua piattaforma e non avrebbe risposto alle tre sollecitazioni di Apple volte a convincere la società a cessare di utilizzare quel nome.

“Abbiamo chiesto ad Amazon di non copiare il nome App Store perchè avrebbe potuto confondere e ingannare gli utenti”, ha affermato la portavoce di Apple Kristin Huguet.

 

Il marchio App Store è stato registrato negli Stati Uniti ed è al centro di una disputa anche con Microsoft, che si è opposta alla registrazione: App, sostiene l’azienda di Redmond, è un’ampia categoria commerciale per indicare applicazioni multipiattaforma e Store, allo stesso tempo, è solo un termine per identificare un negozio tra tanti. Stesso discorso che potrebbe valere per Windows, ha ribattuto Apple.

La questione sarà oggetto di un procedimento davanti ad una commissione di appello dell’ufficio brevetti.
Microsoft, intanto, ha aperto un altro fronte contro Android, portando a 25 il numero di cause legali intentate all’indirizzo del sistema operativo mobile di Google: la società di Redmond ha accusato la catena americana di librerie Barnes & Noble di aver violato 5 dei suoi brevetti per realizzare dei tablet Nook, basati su Android, e ha chiesto di bloccare l’importazione dei dispositivi prodotti da Foxconn e Invetec. Microsoft, prima di depositare denuncia alla Corte Federale del Delaware aveva tentato di raggiungere un accordo con Barnes & Noble, senza riuscirci.

 

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