mPayments: chi controllerà le credenziali degli utenti? Si preannuncia battaglia tra vendor e operatori

di Alessandra Talarico |

RIM sarebbe in disaccordo con gli operatori mobili su chi controllerà i clienti, i profitti e le applicazioni legate al crescente business dei pagamenti mobili.

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Cominciano a farsi sentire i primi problemi legati all’evoluzione del cellulare in portamonete elettronico: il produttore canadese Research in Motion (RIM) che produce il BlackBerry, è infatti entrato in rotta di collisione con gli operatori canadesi e americani su chi dovrà controllare le credenziali di pagamento degli utenti, cioè quelle informazioni che attualmente risiedono nella banda magnetica della carta di credito.

Secondo quanto riferito dal Wall Street Journal, RIM e altri produttori sono pronti a lanciare dispositivi in grado di memorizzare questi dati, così da consentire agli utenti di effettuare una transazione passando lo smartphone accanto a un lettore elettronico posto nei negozi.

Ma RIM e gli operatori – Rogers Communications in Canada, AT&T e T-Mobile Usa negli Stati Uniti – non sono d’accordo su dove, esattamente, queste credenziali dovranno risiedere e, quindi, su chi controllerà i clienti, i profitti e le applicazioni legate al crescente business dei pagamenti mobili.

I carrier vogliono che questi dati vengano inseriti nella Sim card del telefono, così da renderli utilizzabili anche nel caso in cui l’utente dovesse cambiare apparecchio e da fornire un singolo hub di pagamento che non dipenda dal dispositivo utilizzato.

RIM invece vuole che queste credenziali vengano memorizzate in un’area sicura del BlackBerry. così da legare gli utenti ai suoi dispositivi e potenzialmente escludere gli operatori dal business. A questo scopo, secondo le fonti del quotidiano newyorkese, RIM avrebbe già avviato trattative con le banche e le società di carte di credito per avere un vantaggio competitivo sui concorrenti. Ci sarebbe già un accordo con Mastercard e Bank of America per un trial della tecnologia a New York.

 

Si preannuncia, dunque, un’aspra battaglia, anche se gli operatori minimizzano i contorni della disputa: “Ci aspettiamo che alcuni vendor con sistema operativo chiuso cercheranno di integrare le credenziali direttamente nei dispositivi, e tra questi vi saranno sicuramente RIM e Apple”, ha spiegato Almis Ledas, vice presidente del mobility corporate development di Bell Canada.

 

Con altri carrier come Verizon – che utilizza la tecnologia CDMA e non utilizza Sim Card – la battaglia sarà limitata, almeno fino a quando anche Verizon non lancerà la rete LTE, che necessità di schede Sim.

 

RIM dovrebbe integrare la tecnologia NFC (Near Field Communications) nei suoi dispositivi entro quest’anno. Anche Google – che ha integrato NFC in Android 2.3 – si sta muovendo e ha annunciato l’avvio di una nuova fase di test a New York e San Francisco, in collaborazione con Verifone, mentre Verizon Wireless e T-Mobile si sono unite e hanno creato la Joint Venture Isis, che dovrebbe iniziare a commercializzare servizi NFC il prossimo anno.