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Tra i diversi sviluppi futuri della tecnologia Wi-Fi, un posto di primo piano è occupato dall’integrazione della tecnologia nelle automobili: un mercato che da qui ai prossimi sei anni dovrebbe crescere di quaranta volte, alla luce della crescente spinta alla differenziazione dettata dalla concorrenza anche nel mercato automobilistico. Secondo i dati di iSuppli, i sistemi Wi-Fi destinati alle automobili raggiungeranno vendite per 7,2 milioni di unità nel 2017, dalle 174 mila unità del 2010.
Se nel recente passato il Wi-Fi era considerato un accessorio di secondo piano, nel prossimo futuro la tecnologia rappresenterà un fattore chiave per i nuovi modelli, con Ford in prima fila nella trasformazione delle automobili in hot spot Wi-Fi grazie alla prossima generazione del sistema di connettività in-car Sync con la nuova interfaccia MyFordTouch, che permetterà, tra le altre cose, di selezionare la stazione radiofonica preferita, gestire una corrispondenza via Twitter, impostare il navigatore satellitare e cercare locali e ristoranti, attivare la riproduzione di un brano coi comandi vocali.
La tecnologia sviluppata da Ford integra anche un router WLAN che consentirà di scaricare contenuti, quali mappe o sistemi di revisione del veicolo, direttamente dall’auto.
In Europa, Marvell Technology e Harman Automotive stanno prendendo una strada diversa e hanno annunciato un sistema di connettività Wi-Fi basato sulla tecnologia Marvell Mobile Hotspot (MMH), montato per la prima volta sull’Audi A8 e che consente l’accesso a internet high-speed attraverso la rete cellulare o il Bluetooth e il supporto di 8 dispositivi, dagli smartphone ai tablet.
 “Il Built In Car Wi-Fi non è solo un’opportunità ma uno sviluppo  indispensabile per un mercato automotive che deve necessariamente pensare alle  automobili come facenti parte di un ecosistema wireless con cui interagire per  un numero quasi infinito di possibili applicazioni consumer e professionali”,  ha affermato Nicola De Carne, Amministratore Delegato di Wi-Next,  società italiana che realizza soluzioni tecnologiche orientate allo sviluppo di  un ecosistema digitale, basato sulle N.A.A.W. Technologies, in grado non  solo di creare reti wireless mesh user-driven, ma di portare in  superficie le utility nascoste della rete, dando la possibilità ai nodi di  descrivere se stessi e i propri servizi e abilitando il sistema a raccogliere e  distribuire i contenuti di rete (network content) per renderli disponibili agli  utenti in maniera semplice e automatica.
 “Pensare al Wi-Fi nelle auto come una tecnologia di connessione hot-spot  sarebbe estremamente limitante e non giustificherebbe i necessari investimenti  da parte delle case automobilistiche. Dobbiamo invece immaginare il Wi-Fi come  facente parte di un sistema di comunicazioni wireless che preveda sia il corto  raggio (zigbee, bluetooth, rfid) sia il medio e lungo raggio, il Wi-Fi appunto e  le reti 3G e 4G”, ha aggiunto De Carne, sottolineando che “…in questo  modo avremo automobili in grado di trasmettere eventuali anomalie ad un  operatore di assistenza tecnica, di dialogare con le stazioni di servizio per il  controllo dell’erogazione del carburante, di scambiare dati con altre automobili  per sapere banalmente se in coda con noi c’è qualcuno del nostro network di  Facebook o per ricevere degli alert in tempo reale e perchè no per connettersi  con la nostra library audio/video residente a casa nostra o sul nostro cloud  privato per aggiornare l’hard disc in auto per il prossimo viaggio”.
 “Il Built In car computing – ha concluso De Carne – giocherà un ruolo  fondamentale in uno scenario futuro in cui la smaterializzazione del client  comporterà uno sviluppo importante dell’ubiquitous networking e delle tecnologie  di cloud computing con cui dovremo sempre essere in grado di comunicare a  prescindere dal terminale in nostro possesso”.