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La Tv italiana non è per bambini: nel 2010 raddoppiano le violazioni del Codice Media e Minori

Italia


E’ stato presentato stamani il consuntivo dell’attività del Comitato Media e Minori al quale hanno partecipato, tra gli altri, Alessandra Mussolini, Presidente Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, Roberto Napoli, Commissario Autorità Garante per le Comunicazioni e Giuseppe De Rita, Presidente del Censis. 

Dopo il saluto di Stefano Selli, capo della segreteria del Ministro per lo Sviluppo Economico – che ha espresso apprezzamento nei confronti del Comitato Media e Minori auspicando un sempre maggiore riconoscimento del lavoro del Comitato e che l’emittente Sky possa riconoscere il Codice di autoregolamentazione Tv e Minori – il Presidente Franco Mugerli ha aperto i lavori. Mugerli ha rammentato come in un tempo di grande espansione dell’offerta televisiva, e di trasformazione della stessa televisione (grazie allo sviluppo della tecnologia digitale) parlare di tutela dei minori nella programmazione televisiva e più in generale nei media sembra un impegno inutile, una battaglia vecchia, comunque persa. “Aumentano le responsabilità degli editori – ha sottolineato Mugerli – ma la vigilanza al rispetto del Codice di autoregolamentazione Tv e Minori non è sempre adeguata”. Certamente – ha sostenuto il Presidente del Comitato Media e Minori – in questi anni il Codice ha mantenuto l’attenzione nelle redazioni televisive nei confronti del pubblico dei minori”. “Tuttavia – ha continuato Mugerli – occorre costatare che c’è ancora molta strada da percorrere perché sia sempre meno disatteso”.

 

“Sta avvenendo una sorta di Tsunami nel mondo dei minori, una invasione nel mondo dell’infanzia da parte della comunicazione“. Così Giuseppe De Rita ha dato la chiave di lettura dei dati diffusi dal Comitato Media e Minori e ha poi posto la questione delle possibili vie da percorrere: “aspettiamo che lo tsunami si ritiri o pensiamo di reagire?” sottolineando come “Lo tsunami non è rappresentato dalla televisione ma è piuttosto il degrado della lingua e dunque il degrado del pensiero. Il problema è culturale prima ancora che sociale”. Il sociologo De Rita ha posto poi degli interrogativi al pubblico di esperti presenti in sala: “Non c’è speranza di poter contrastare l’onda. Chi può aiutare i giovani a capire che la vita è un’altra cosa da quella rappresentata mediaticamente?”.  E traccia due percorsi: “Dire un no, quel no che da la libertà, va rotto il cordone ombelicale tra la madre (la tv) e il figlio e il “rilancio del desiderio“.

“Oggi il bambino non desidera più – sostiene De Rita – hanno già riempito la sua stanza di ogni cosa“. In conclusione il Presidente del Censis evidenzia come non si possa accettare che alcune emittenti si siano sottoposte alle regole e altre ne siano rimaste fuori. “Il meccanismo così induce alla devianza.

 

 “I minori guardano la televisione satellitare”, ha rilevato Alessandra Mussolini, “e sono ancora più avanti con le tecnologie di quanto noi adulti immaginiamo: guardano Internet, si ritrovano su Internet, comunicano su Internet”. Nel corso del suo intervento la Mussolini ha lanciato l’idea di “almeno un Tg senza cronaca nera, adatto per un pubblico di minori“. Ha poi auspicato una maggiore “attenzione alla pubblicità“, citando il caso della Francia dove lo spot televisivo che riguarda l’alimentazione comprende dei banner sui quali viene fatta una sana formazione all’alimentazione corretta.

 

“Il Comitato Media e Minori ha 4 soggetti di riferimento – ha ricordato Roberto Napoli, Commissario dell’Autorità Garante per le Comunicazioni – le famiglie, i minori, le aziende che producono i contenuti e le istituzioni che vigilano”.

“L’Authority – ha sottolineato Napoli – ha avuto quest’anno un grande apprezzamento dagli Stati Uniti per il modo di operare. Eppure per tutelare i minori abbiamo lo strumento della sanzione ma non basta. Bisogna immettere dei contenuti di valore, di positività nelle trasmissioni, nelle fiction, nei programmi della nostra televisione”.

 

“Le emittenti che partecipano al tavolo del Comitato Media e Minori hanno contribuito senza dubbio a fare dei passi avanti. E’ un cammino lungo, ha sostenuto la Vicepresidente del Comitato Media e Minori, perché la televisione è molto complicata, ma si presta alla regolamentazione, al contrario di internet. Il nostro appello è che tutte le emittenti, anche le satellitari, siano controllate, senza pregiudizi, e nell’interesse di un unico soggetto: il minore. Le regole devono essere uguali per tutti. L’appello è alla condivisione della responsabilità”.

 

La digitalizzazione in atto rende improcrastinabile affrontare in modo unitario la definizione di principi generali e regole per un nuovo sistema di tutela dei minori, oltre che per le Emittenti televisive, anche sugli altri new media. Il Comitato auspica che il Ministro dello Sviluppo Economico, d’intesa con la Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, proceda all’emanazione di un nuovo Codice Media e Minori. Infine, il Comitato sollecita lo sviluppo della Media Education, finalizzata a sviluppare nei giovani la formazione e la comprensione critica circa la comunicazione dei media e in particolare nella televisione.

 

Nel 2010 si è registrato un incremento delle violazioni del Codice di autoregolamentazione tv e minori del 60% rispetto a quelle del 2009 e del 150% rispetto a quelle del 2008. I casi considerati nell’anno passato sono stati 320, contro i 264 del 2009, mentre le violazioni accertate sono state 72 nel 2010, contro le 46 del 2009. E’ quanto emerge dal consultivo 2010 dell’attività del comitato di applicazione del Codice di autoregolamentazione media e minori. Rai ha ricevuto 19 risoluzioni (contro le 14 nel 2009), Mediaset 23 (7 nel 2009), una risoluzione per La7 (come nel 2009), 17 per Sky (nessuna nel 2009), 7 ad altre emittenti satellitari (20 nel 2009) e 5 ad altre emittenti. La metà delle violazioni accertate riguardano film e telefilm trasmessi in orari non consentiti. Subito dopo vengono i programmi di infotainment, in particolare i contenitori pomeridiani di Rai e Mediaset. L’attività del comitato ha riguardato anche servizi giornalistici trasmessi in fascia protetta, cartoni animati destinati ad un pubblico adulto e trasmessi in orari non consentiti, e le trasmissioni di reality, che prevedevano finestre in fascia protetta.

 

 

Linee di Consuntivo 2010

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