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France Telecom: al momento nessuna separazione in vista. Per l’Arcep ‘è ultima istanza’

Francia


In risposta alle sollecitazioni giunte dall’Antitrust, l’Autorità francese per le tlc (Arcep), ha fatto sapere che la separazione funzionale dell’operatore storico non è una misura attuabile in questa fase, ma “possibile solo in casi eccezionali, quali il fallimento di rimedi più proporzionati”. Si tratta, insomma, di uno strumento applicabile in ultima istanza, così come suggerito anche dalle disposizioni europee.

 

L’eventualità di separare in due entità distinte le attività basate sulle infrastrutture e i servizi era stata evocata dall’Antitrust, dopo aver esaminato il progetto di regolazione del mercato della fibra ottica per i prossimi tre anni messo a punto dal regolatore. Una misura necessaria, secondo l’Autorità, per evitare il rischio di un nuovo monopolio di France Telecom nella fibra ottica, in particolare nelle zone rurali e nel segmento dei servizi destinati alle imprese.

 

L’invito dell’Antitrust, tuttavia, non puntava tanto a mettere subito in atto la misura – un’eventualità giudicata ‘prematura’ – quanto a ricordare, per così dire, all’Arcep che questo strumento è incluso nel ventaglio di possibilità offerto dalla Ue per evitare strozzature della concorrenza che potrebbero nuocere ai consumatori.

Al momento, France Telecom deve soltanto tenere contabilità separate tra le attività di rete e quelle dei servizi, così rendere note le condizioni sulla base delle quali la divisione al dettaglio dell’operatore storico effettua acquisti all’ingrosso (quindi sempre dalla casa madre) e da evitare eventuali discriminazioni.

L’assenza di una separazione netta tra le due attività, in effetti, obbliga l’Arcep a controlli molto complessi per assicurare il rispetto delle regole. Una separazione funzionale – ha sottolineato quindi l’Autorità – “permette invece di decentralizzare la responsabilità della non discriminazione dal regolatore al dirigente della  nuova entità”.

 

In vista poi dello sviluppo di una rete in fibra, il regolatore potrebbe pensare di favorire una concorrenza tra i servizi, imponendo la fornitura di offerte di accesso all’ingrosso alla fibra ottica. In una nota del 2010, l’Antitrust aveva già sottolineato che nelle zone scarsamente popolate “la prospettiva di un incerto ritorno sugli investimenti avrebbe potuto frenare gli investimenti degli operatori alternativi” e che France Telecom era il solo operatore “in grado di investire significativamente in queste zone”, ponendo il rischio di un nuovo monopolio, anche alla luce del fatto che l’ex monopolista gode di un vantaggio sostanziale avendo ereditato delle infrastrutture che potranno essere utilizzate per accogliere le nuove reti in fibra ottica.

 

Al momento, gli unici obblighi imposti dall’Arcep consistono nel dare accesso a queste infrastrutture affinchè anche i concorrenti possano installare una rete in fibra ottica fino alla casa dell’utente (FTTH), ma non ci sono obblighi particolari riguardo le installazioni negli immobili. Nel settore privato, tutti gli operatori hanno obblighi simili (regolazione simmetrica). Resta quindi da capire se bisogna completare questo dispositivo con degli obblighi, simmetrici o asimmetrici, di fornitura di offerte all’ingrosso sulle reti FTTH.

L’Arcep si è limitata a fare sapere che “…se la messa in atto dei principi fissati al termine della regolazione simmetrica non permetteranno una struttura di mercato concorrenziale, sarà allora necessario prevedere l’imposizione di rimedi asimmetrici complementari”.

 

Oltre a ricordare all’Arcep che la separazione potrà eventualmente essere disposta nel caso in cui France Telecom non applichi condizioni eque per l’accesso alla fibra ottica, l’Antitrust ha deciso di alleggerire gli obblighi bitstream in capo all’operatore nelle aree densamente popolate e concorrenziali. Nelle zone meno popolate, invece, l’Arcep intende rafforzare gli obblighi in capo a France Telecom.

 

Il progetto di regolazione dell’Arcep sarà notificato alla Ue ad aprile, per essere adottato definitivamente entro la fine di maggio.

 

Il presidente di France Telecom, Stéphane Richard ha fatto sapere di trovare ‘inopportuno’ il tema della separazione funzionale in un momento in cui l’operatore si appresta a investire massicciamente nelle nuove reti in fibra ottica.
La priorità assoluta dei poteri pubblici – ha affermato Richard – dovrebbe essere lo stimolo agli investimenti per evitare di scoraggiare gli operatori che vogliono portare la fibra ottica fino alle case degli utenti”.

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