L’Information Technology cresce nel mondo ma non in Italia. Assinform chiede maggiore impegno alla politica

di Raffaella Natale |

Paolo Angelucci (Assinform): ‘Occorre sviluppare il made in Italy tecnologico a supporto dell’export e dell’innovazione dell’industria e dei servizi’.

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Information Technology

Il mercato italiano dell’Information Technology è in risalita. I dati dello scorso anno lo confermano e anche per quest’anno il trend è in lenta crescita.

Ma questa mattina a Milano, in occasione dell’anticipazione del Rapporto Assinform 2011, predisposto come sempre con la collaborazione di NetConsulting, sull’andamento del settore Ict nel 2010, il presidente Paolo Angelucci ha avvertito che ‘i ritmi sono troppo lenti, sia rispetto alle necessità di cambiamenti strutturali del Paese, che al gap d’innovazione che scontiamo a livello internazionale, il quale, invece, tende ad approfondirsi“.

In Italia l’innovazione tecnologica continua purtroppo a rimanere un fenomeno troppo limitato e sottovalutato in ambito politico e nei circoli decisionali e, perciò, incapace di funzionare, come avviene nei principali paesi, da leva strategica di crescita e produttività delle imprese, di efficienza e razionalizzazione della spesa pubblica.

Per crescere, ha commentato Angelucci, bisogna valorizzare il ruolo dell’innovazione, puntando a utilizzare l’Ict come fattore di accelerazione dei processi di sviluppo e modernizzazione, così come indica l’Agenda digitale europea.

 

E per farlo sono tre gli step fondamentali proposti da Angelucci:

 

* Creazione di un quadro normativo incentivante lo sviluppo e l’utilizzo dell’innovazione finalizzato alle crescita delle imprese, in particolare di quelle che esportano, centrato sul credito d’imposta per gli investimenti in ricerca e sviluppo e sulla diminuzione dell’Irap, a vantaggio per i settori brain intensive come l’Information Technology, al fine di aumentare l’occupazione qualificata.

 

* Massimo supporto all’implementazione del Cad (Codice dell’amministrazione digitale), al quale vanno destinate risorse certe in quanto si tratta di un investimento strategico per migliorare la qualità e l’efficienza dell’azione pubblica, con ritorni importanti sulla riduzione della spesa corrente e come piattaforma per accelerare il processo di digitalizzazione delle imprese e l’alfabetizzazione digitale dei cittadini.

 

* Sostegno ai  processi di aggregazione e innovazione delle Pmi, protagoniste per oltre il 90% del nostro tessuto produttivo, ma con oggettive difficoltà a investire in nuove tecnologie. Vanno in questo senso le reti d’impresa e l’innovazione dei distretti su cui si sta impegnando il sistema confindustriale, mentre alla parte pubblica si chiede di supportare questo processo evolutivo assicurando regole e tempi certi sui pagamenti, lo snellimento delle procedure e la semplificazione normativa.

 

L’allarme del presidente di Assinform è giustificato dalla faticosa realtà che vive il settore dell’Ict in Italia, che il confronto internazionale conferma in modo preoccupante. Nel 2010, infatti, il mercato mondiale dell’Ict ha ripreso a crescere con un ritmo tornato ai livelli pre- crisi, passando dal – 1,5% annuo registrato nel 2009, al + 4,9% del 2010 (It +4,4%, Tlc + 5,1%), a fronte di una crescita del Pil globale di 5% . In Italia si conferma l’inversione del trend del mercato Ict, la cui crescita, tuttavia, permane negativa: -2.5% a fronte del -4,2% del 2009, per un valore di mercato di 60.230 milioni di euro. Questo andamento è dovuto principalmente al segmento delle telecomunicazioni che ha subito un ulteriore decremento di -3% (-2,3% nel 2009), mentre la domanda di It ha recuperato 6,7 punti percentuali,  rispetto al -8,1% del 2009, con una diminuzione del  1,4% e un valore di 18.430 milioni di euro, dato che conferma il gap dell’Italia rispetto agli altri maggiori Paesi, il cui mercato, ad eccezione della Spagna, è tornato a crescere positivamente. Il mercato IT è cresciuto, infatti, in Germania del + 2,6%, in Francia dell’  1,5%,  in  UK del +1,3%, a fronte di una media europea di + 1,2%. Nei Paesi extraeuropei il mercato IT è cresciuto in USA del + 5,1%, mentre in Giappone l’incremento si è attestato a 0,9%.

 

La relativa ripresa del mercato italiano dell’IT è fortemente caratterizzata da una sostanziale novità: l’accentuato risveglio della domanda di tutte le componenti tecnologiche dell’It, e in particolare dell’hardware che, dopo anni di costante calo, nel  2010 ha messo a segno una crescita di + 2,8%, con un recupero di ben 17,6 punti percentuali rispetto all’anno precedente chiuso con una perdita di  – 14,8%.

La dinamica  dei  grandi server (Sistemi High End), la cui domanda è cresciuta del 18,4%, indica che molte imprese, soprattutto di dimensioni medio grandi, hanno avviato processi di rinnovamento del proprio parco tecnologico. Questo dato si riflette nella crescita positiva della domanda di software infrastrutturale: a fronte di un comparto del software che nel suo complesso ha chiuso il 2010 con -0,9%, il software di base è cresciuto del +0,4, recuperando cinque punti percentuali rispetto all’anno precedente, mentre il middleware di + 0,6% con un recupero di 2,6 punti percentuali.

 

La crescita del mercato hardware è stata, inoltre, trainata sia dalle vendite di PC che di nuovi device, come i tablet, presso imprese e individui.  I Personal Computer mettono a segno un incremento di + 15,7% delle unità vendute, recuperando oltre 15 punti percentuali di crescita rispetto al 2009. All’interno di questo segmento di mercato, notevoli sono i risultati dei desktop che con una crescita di +10,4% recupera poco meno di trenta punti percentuali e dei server, che passano da -20,9% del 2009 a +2,4% del 2010, mentre i portatili con + 9,4% di crescita subiscono per la prima volta dopo anni in salita una lieve flessione nella crescita (+10,1% nel 2009). Il 2010 è anche  la prima volta dei tablet che si impongono all’attenzione con 428.570 unità vendute.

 

Il mercato delle telecomunicazioni ha subito una calo del 3% che ha portato il valore del mercato a 41.8 miliardi di Euro.

Le telecomunicazioni stanno subendo in questa fase gli effetti del progressivo calo dei prezzi e delle tariffe dovuto all’elevata concorrenza tra gli operatori che penalizza la crescita sia del mobile (-3,2%) che del fisso (-2,6%).

L’andamento a valore del mercato non rende, perciò, conto della crescita della penetrazione e dell’utilizzo dei prodotti e dei servizi di telecomunicazioni che, in realtà, anche nel 2010 è stato molto intenso.

Le vendite di smartphone sono ammontate a più di 4 milioni di unità, valore doppio rispetto al 2009, gli accessi a larga banda sono aumentati del 6,9% superando i 13 milioni di unità e la crescita a valore degli accessi a Internet da rete fissa è stata del 7,4%.

 

La nona indagine congiunturale realizzata da Assinform conferma un clima di fiducia da parte delle imprese It. Il fatturato risulta in miglioramento per il 65,2% delle aziende, contro il 47,3% di novembre 2010. Gli ordinativi sono dichiarati in crescita dal 61% del campione, percentuale significativamente più alta rispetto al 45,4% di novembre 2010; budget delle imprese clienti in netto miglioramento per il 65,7% del campione, mentre a novembre 2010 si pronunciava così solo il 46,4%. Interessante anche il dato sugli organici aziendali che, se da una parte continua a segnalare una situazione di stabilità per i dipendenti, dall’altra registra una leggera inversione per i consulenti i quali, dopo il crollo subito nel periodo di crisi, si stanno riaffacciando all’orizzonte delle imprese in quanto figure specializzate necessarie per implementare nuovi progetti. Da tener presente che, in realtà, i consulenti costituiscono la gran parte dell’universo delle micro imprese in cui è frastagliato il settore It.

Le stime di Assinform e NetConsulting  per il 2011 indicano il consolidamento della domanda It,  con una crescita annua intorno a + 1,3% che avrà come fattori di spinta la domanda di hardware (+3,2%), e che si avvarrà anche della ripresa della domanda di software (+1,6%) e di servizi informatici (+0,6%).

 

 “La ripresa degli investimenti in tecnologia – ha concluso il presidente di Assinform – è un fenomeno con importanti potenzialità. Pone le basi per la crescita della domanda di nuove applicazioni e servizi informatici, che costituiscono il vero valore aggiunto del made in Italy tecnologico e sono motore di sviluppo e di aumento dell’occupazione. In particolare, per un’economia come quella italiana trainata dall’export – che tuttavia  secondo le recente stime della Banca d’Italia, nei prossimi due anni è destinato a perdere dinamicità e competitività – l’innovazione tecnologica diventa la chiave per aprire nuove opportunità alle imprese italiane, consentendo loro di competere anche nei grandi mercati emergenti”.