Facebook: l’offerta di General Atlantic porta la valorizzazione a 65 mld. Si ripropone il problema delle contrattazioni sui mercati secondari

di Raffaella Natale |

La società di private equity avrebbe raggiunto un accordo con alcuni azionisti di Facebook, ex dipendenti che avrebbero acconsentito a vendere circa 2,5 milioni di azioni.

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Mark Zuckerberg

La società d’investimento General Atlantic sarebbe in trattative per rilevare lo 0,1% di Facebook, in un accordo che attribuirebbe al primo social network del mondo un valore di 65 miliardi di dollari, una stima superiore del 30% rispetto a quella precedente di inizio gennaio.

Lo riporta il canale televisivo statunitense CNBC, che cita fonti informate sulla transazione. La società di private equity, che ha un fondo che gestisce un patrimonio da 17 miliardi di dollari, avrebbe già raggiunto un accordo con alcuni azionisti di Facebook, ex dipendenti che avrebbero acconsentito a vendere circa 2,5 milioni di azioni. Per concludere l’affare mancherebbe ora l’approvazione del social network.

L’ultimo grande investimento in Facebook risale agli inizi del gennaio scorso, quando Goldman Sacks e Digital Sky Technologies hanno iniettato nella rete sociale 1,5 miliardi di dollari. Con l’investimento Facebook aveva ottenuto una valutazione di 50 miliardi di dollari.

 

La nuova operazione riproporrebbe il problema di un eventuale conflitto di interesse nella compravendita di titoli di società non quotate, ma in rapida espansione come appunto Facebook e Twitter, sui mercati secondari. Un aspetto sul quale, secondo fonti del Wall Street Journal, anche l’Autorità di Borsa statunitense (Securities and Exchange Commission) starebbe indagando.

Da tempo, infatti, la SEC si sta interessato alle contrattazioni private, specie da quando Goldman Sachs ha investito 500 milioni di dollari in Facebook per poi creare una “società veicolo” consentendo ai suoi clienti di investire indirettamente nel sito di social networking.

 

Lo scorso mese Goldman Sachs, in un lunch riservato, ha presentato i conti dei primi 9 mesi del 2010 di Facebook – 1,2 miliardi di fatturato e 355 milioni di utile netto – e ha lasciato di fatto trapelare che non solo tra gli utenti ma anche tra gli investitori privati c’è un forte interesse per il social network. La quota dei 499 soci, dopo la quale secondo la legge americana del 1964 le società sarebbero costrette all’Ipo, sarebbe di fatto superata.

L’azienda avrebbe quindi 4 mesi di tempo per quotarsi dopo la chiusura dell’anno fiscale in cui la quota viene scavallata. A conti fatti, Facebook dovrebbe sbarcare a Wall Street entro l’aprile 2012.

 

Non a caso Facebook, spaventata dall’ipotesi di dover spalancare i propri libri, ha posto adesso il veto alla vendita di azioni da parte dei propri dipendenti sul mercato secondario e inoltrato una nuova regola in base alla quale le azioni offerte ai nuovi dipendenti avranno valore solo se l’azienda sarà venduta o quotata in Borsa.

 

Cosa farà adesso il fondatore Mark Zuckerberg davanti all’offerta di General Atlantic?