NGN e nuovi business model: telco e OTT d’accordo. ‘Nuove regole, incentivi ai co-investimenti, accordi pubblico-privato’. Saltano i vecchi schemi

di Alessandra Talarico |

Per Franco Bernabè, la cosa più interessante emersa dall'incontro con la Kroes è stata l'accordo tra i diversi soggetti in campo sulla necessità di lavorare su tre settori: il contesto di regolazione, partnership pubblico-privato, coinvestimenti'.

Europa


Neelie Kroes

Come assicurare un livello di investimenti privati adeguato alla realizzazione delle reti a banda larga di nuova generazione e come sostenere la crescita di internet nei prossimi anni? Sono stati questi i temi discussi ieri a Bruxelles nel corso dell’incontro di alto livello presieduto dal Commissario Ue per l’Agenda Digitale, Neelie Kroes e a cui hanno partecipato i rappresentanti delle maggiori società del settore (compresi i fornitori di contenuti over the top), i quali – si legge in una nota della Commissione – hanno deciso di collaborare su un approccio olistico per affrontare la sfida degli investimenti per la banda larga, con la creazione di tre gruppi  di lavoro che il 13 luglio presenteranno alla Commissione una proposta di lavoro comune.

La discussione si è concentrata, in  particolare, sullo stato dell’arte nella diffusione delle NGN e sui metodi per accelerare tale diffusione; sulla valutazione della sostenibilità dell’attuale ecosistema internet e sulla ricerca di business model alternativi, con gli Isp concordi almeno su un tema: vanno aggiornate le regole del mercato europeo concepite oltre 12 anni fa quando si operava con la reti in rame, per adeguarle all’attuale contesto tecnologico.

Un nuovo quadro di regole, insomma, che stimoli gli investimenti nelle nuove reti e assicuri un premio adeguato per il rischio dell’investimento.

 

All’incontro hanno partecipato tra gli altri: Ben Verwaayen (Alcatel Lucent), Steve Jobs (Apple, in videoconferenza), John Tate (BBC), Ian Livingston (BT), René Obermann (Deutsche Telekom), Richard Allan (Facebook), Stefano Parisi (Fastweb), Stephane Richard (France Telecom), Philipp Schindler (Google), Fedele Confalonieri (Mediaset), Jean-Philipp Courtois (Microsoft), Stephen Elop (Nokia), Patrick Spence (Research in Motion), Thomas Hesse (SonyMusic), Franco Bernabè (Telecom Italia), Julio Linares (Telefonica), Vittorio Colao (Vodafone) e Luigi Gubitosi (Wind).

Una platea di alto livello, cui il Commissario Kroes si è rivolta per avere il punto di vista dell’industria in un contesto tanto mutato in così poco tempo, in particolare dall’ingresso nel settore di big player come Google e Apple,  che con i loro prodotti di punta – l’iPhone e gli smartphone motorizzati Android – hanno scombinato le carte in tavola rendendo più urgente l’individuazione di nuovi modelli di business che permettano a tutti di trarre profitto dall’impennata dell’utilizzo di internet, sia da rete fissa che da rete mobili.

Tematiche importanti, lo ha sottolineato più volte la Kroes, soprattutto in vista del raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda Digitale, che comprendono l’accesso a internet a banda larga per tutti i cittadini europei entro il 2013. Per centrare questo target e passare al successivo – la disponibilità di internet ultraveloce a 100Mb per almeno la metà degli europei entro il 2020 – bisogna investire massicciamente: ma chi dovrà farlo? Soltanto gli operatori, che pure attualmente svolgono il ruolo marginale di ‘tubi trasporta bit’, o anche gli over the top, Facebook compreso, che coi loro dispositivi e i loro contenuti hanno contribuito, sì, al decollo di internet mobile, ma anche al sovraccarico delle reti, che vanno urgentemente aggiornate (le fisse per passare alla fibra, le mobili con la tecnologia LTE) per reggere la domanda, che è destinata a crescere trainata dal successo degli smartphone.

Ma cosa è emerso dall’incontro di ieri?

“La cosa più interessante – ha affermato Franco Bernabèè stata l’accordo tra i diversi soggetti in campo sulla necessità di lavorare su tre settori: il contesto di regolazione visto che le norme attuali non rispondono alle esigenze di servizi che viaggiano su fibra e la pressione concorrenziale che priva le società tlc di risorse; la partnership pubblico-privato; il co-investimento fra operatori. Su questo c’e’ la disponibilità e l’ interesse di tutti a trovare delle soluzioni”.