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Editoria. La Filiera della Carta presenta le proprie soluzioni per uscire dalla crisi: continuità e stabilità della crescita

Italia


Nel 2010 il fatturato della Filiera della Carta, Editoria, Stampa e Trasformazione ha, seppur parzialmente, recuperato le pesanti perdite accusate nel biennio precedente, principalmente in conseguenza della grave crisi di domanda generata dalla fase recessiva internazionale. Lo confermano le indicazioni emerse dalla Conferenza stampa organizzata oggi a Roma, dalle Associazioni industriali che della Filiera sono parti attive: Acimga (produttori di macchine grafiche); AIE (editori di libri); ANES (editori di periodici specializzati); ARGI (distributori di macchine, sistemi e prodotti grafici); ASIG (stampatori di giornali); Assocarta (industriali della carta); Assografici (industrie grafiche, cartotecniche e affini); FIEG (editori di quotidiani, periodici e agenzie di stampa).

 

Il fatturato si è collocato oltre i 36 miliardi di euro, migliorando del 3,3% i depressi livelli 2009, ma restando ancora lontano dai valori record del 2007 (43 miliardi di euro).

Si tratta comunque di un risultato importante che dimostra le grandi capacità di reazione di un’industria impegnata a mantenersi competitiva in un contesto di crescente concorrenza internazionale anche a costo di sacrifici.

In presenza di una domanda nazionale debole, la quota di fatturato proveniente da vendite oltreconfine è infatti salita dal 18-20% del periodo 2000-2006 al 23,7% consentendo il mantenimento del saldo positivo della bilancia commerciale, cresciuto da 1,8 a 2,9 miliardi di euro tra il 2002 ed il 2010.

 

Nel corso degli ultimi anni, la Filiera ha risentito, come altri settori, di condizioni di crescita non favorevoli: la forte crisi internazionale che ha caratterizzato il contesto mondiale (o almeno quello dei Paesi industrializzati) a partire dal terzo trimestre 2008; il gap di competitività di cui soffre il sistema italiano nei confronti di Paesi avviati verso un’industrializzazione piena e una forte capacità di competere a livello internazionale, quali Cina, India, Brasile, Paesi del Sud‐est asiatico, ma anche, ad esempio, Paesi dell’Europa dell’Est.

A pesare sull’andamento del settore anche le sfavorevoli condizioni di sviluppo della domanda interna che penalizzano le imprese italiane in misura superiore a Paesi anche comparabili (come Francia, Germania) che sono caratterizzati però da livelli di consumo superiori; gli effetti dello sviluppo tecnologico che tendono a dematerializzare i servizi e i prodotti d’informazione sfavorendo la componente più “industriale” del sistema della stampa‐editoria.

 

Quali interventi per tornare a crescere?

 

A questo interrogativo Alessandro Nova, docente di economia industriale presso l’Università L. Bocconi, ha risposto sottolineando l’esigenza di un rapido recupero dei due fattori che hanno caratterizzato lo sviluppo della Filiera negli anni passati: continuità e stabilità della crescita.

 

Le imprese della filiera devono poter tornare a livelli di redditività adeguati a garantire investimenti per migliorare ulteriormente la loro competitività e per questo sono necessari e improcrastinabili alcuni interventi di politica industriale:

 

• detassazione degli utili reinvestiti

• incentivi alla rottamazione dei beni strumentali obsoleti

• liberalizzazione delle quote di ammortamento per i beni strumentali innovativi

• credito di imposta per l’acquisto di carta

• credito agevolato

• alleggerimento del carico fiscale a favore delle imprese che investono in servizi e software applicativi e nella formazione del personale.

 

La necessità di un coerente disegno politico diretto ad assecondare l’azione delle imprese e dare maggiore slancio ad una ripresa che appare ancora lenta è stato ribadito dal Presidente della Fieg, Carlo Malinconico.

“Non si invocano – ha detto Malinconico – misure di sostegno a pioggia, ma interventi mirati a dare maggiore impulso agli investimenti di una filiera importante della realtà nazionale, un settore che, anche nel difficile quadro congiunturale internazionale, si è confermato vitale e reattivo, capace di restituire alla collettività, in tempi brevi, vantaggi in termini di crescita produttiva e occupazionale”.

 

In chiusura, il Presidente Assocarta, Paolo Culicchi ha evidenziato il ruolo della filiera anche sotto l’aspetto occupazionale: 230 mila addetti diretti, il 5% dell’intera occupazione manifatturiera, e 560 mila unità occupate nell’indotto, un patrimonio che il sistema Italia deve salvaguardare. (r.n.)

 

 

 

Per approfondimenti:

 

Carta, Editoria, Stampa e Trasformazione: quali interventi per tornare a crescere?

di Alessandro Nova – Università L. Bocconi

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