Privacy. Enisa avverte: ‘Cookies di nuova generazione sempre più invasivi, serve più trasparenza’

di Alessandra Talarico |

Il Position Paper Enisa fornisce delle raccomandazioni, tra cui l'inserimento del consenso informato fin dal concepimento dei sistemi che usano i cookies, il cui utilizzo deve essere il più possibile trasparente.

Unione Europea


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Nuovi tipi di cookies minacciano la riservatezza delle nostre attività su internet. Una minaccia concreta, che ha spinto l’Agenzia europea per la sicurezza delle reti (Enisa) a pubblicare un position paper per inquadrare le minacce alla sicurezza e alla privacy legate a questo nuovo tipo di cookies.

I cookies sono frammenti di testo inviati da un server a un browser e usati per eseguire autenticazioni e tracking di sessioni e per memorizzare informazioni specifiche riguardanti gli utenti che accedono al server, come ad esempio i siti preferiti o, in caso di acquisti on-line, il contenuto dei loro carrelli della spesa. Inizialmente, servivano per facilitare l’interazione tra browser e server, ma poi si sono fatti strada altri tipi di utilizzo, come ad esempio per la gestione dell’advertising, la profilazione, il tracciamento delle attività online.

A volere cookies più potenti è stata principalmente l’industria pubblicitaria, che punta su questi codici per mettere a punto nuove pratiche di marketing e di profiling più invasive.

Per garantire una maggiore protezione degli utenti di fronte a questi comportamenti, dice Enisa, sia il browser che il server dovrebbero assistere il consenso informato, mentre gli utenti dovrebbero essere messi nelle condizioni di gestire facilmente i cookies.

 

Gli Stati Ue hanno tempo fino al 25 maggio per emanare una legge nazionale che recepisca una direttiva europea volta a proteggere i dati personali in tutti i settori, in particolare nelle comunicazioni elettroniche. Secondo le disposizioni comunitarie, tuttavia, non ci sarà nessuna clausola ‘opt-in’. Non si presenterebbe, dunque, l’obbligo per i fornitori di contenuti internet – come Google o Facebook – di chiedere il consenso esplicito degli utenti prima di scaricare e memorizzare i dati personali attraverso i cookies, ma sarà sufficiente impostare un browser o un’altra applicazione perché abiliti o meno i cookies e non sarà necessario ottenere il consenso per ogni singola operazione di accesso o di memorizzazione dei dati sul dispositivo dell’utente se le informative iniziali e il consenso già coprono ulteriori utilizzi delle informazioni.

 

In vista del recepimento delle norme Ue, Enisa invita gli Stati membri a un’approfondita analisi delle differenti interpretazioni della direttiva europea e, nel position paper, analizza i cookies in termini di vulnerabilità e preoccupazioni per la privacy.

I nuovi cookies supportano – sottolinea Enisa – “l’identificazione utente in maniera persistente e non garantiscono abbastanza trasparenza sul loro utilizzo. Per questo, le implicazioni sulla privacy e sulla sicurezza non sono facilmente quantificabili”.

 

Per mitigare queste preoccupazioni, Enisa fornisce una serie di raccomandazioni, tra cui l’inserimento del consenso informato fin dal concepimento dei sistemi che usano i cookies, il cui utilizzo deve essere il più possibile trasparente. Gli utenti, dice ancora Enisa, dovrebbero poter gestire facilmente i cookies, il cui utilizzo al di fuori del browser dovrebbe essere limitato o proibito.

 

Per il direttore esecutivo Enisa,  Udo Helmbrecht, “C’è ancora molto lavoro da fare per rendere i cookies di nuova generazione trasparenti e gestibili come i cookies HTTP regolari e per salvaguardare, quindi, la privacy e la sicurezza di consumatori e aziende”.

“Enisa – ha sottolineato quindi José Fernandes  di Microsoft Portugal – deve svolgere un ruolo di primo piano in questo spazio ed è importante aver presentato questo studio proprio perché ogni anno sempre più aziende e utenti usano internet ma sono ignari dei pericoli per la riservatezza e la sicurezza insiti nei cookies”.