Wi-Fi libero. Linda Lanzillotta (API): ‘Che fine ha fatto l’impegno del Governo? Altro che Wi-Fi libero’

di Alessandra Talarico |

Durante il Question Time, l'On. Lanzillotta ha denunciato che l'accesso wi-fi non risulta affatto liberalizzato, ma il ministro Vito ha sottolineato che tutti i provvedimenti di competenza del ministero dell'Interno sono stati adottati.

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Linda Lanzillotta

“Spetta agli operatori e ai gestori, sia pubblici che privati, adottare le misure per consentire l’accesso gratuito alle postazioni e alla rete Wi-Fi e gli altri adempimenti per la concreta liberalizzazione” auspicata dal Governo, che non intende in alcun modo “…ripristinare le restrizioni all’accesso e all’utilizzo della rete senza fili” dopo l’abrogazione delle disposizioni per l’identificazione degli utenti, il monitoraggio delle operazione e l’archiviazione dei dati.

Così il ministro per i rapporti con il Parlamento Elio Vito ha risposto all’interrogazione presentata dall’on. Linda Lanzillotta (API) per comprendere in che modo il Governo intenda  dare effettivo corso alla liberalizzazione del Wi-Fi dopo che con il ‘decreto milleproroghe’, adottato alla fine di dicembre 2010, è stata disposta la cessazione delle norme del cosiddetto decreto Pisanu in materia di accesso alla rete e di oneri burocratici per i gestori e fruitori di internet point.

 

Secondo la Lanzillotta, infatti, “pur avendo il decreto per sua natura, immediata efficacia, l’accesso alle reti wi-fi non risulta affatto liberalizzato”, circolerebbero anzi “voci circa l’inserimento di norme che introdurrebbero nuove restrizioni all’accesso alla rete e che sarebbero in corso di adozione con la legge di conversione del decreto milleproroghe”.

 

Il ministro Vito ha tuttavia ribadito che “…il Governo ha mantenuto l’impegno, rendendo libero e gratuito l’accesso alla rete attraverso l’eliminazione delle restrizioni poste dalla normativa vigente, mantenendo  fino al 31 dicembre 2011 soltanto l’obbligo della preventiva richiesta della licenza ed esclusivamente per gli internet point, cioè per gli esercizi pubblici che forniscono l’accesso a internet come attività principale”.

Per il ministero dell’interno, quindi, non è più necessaria la licenza per tutte quelle attività che mettono a disposizione il collegamento a internet quale servizio meramente accessorio. “Pertanto è evidente – ha concluso il ministro – che tutte le iniziative e i provvedimenti che sono rimessi alla competenza del ministero dell’Interno sono stati adottati”.

 

La decisione del governo di non prorogare ulteriormente la norma, risalente al 2005 e varata in seguito agli attentati terroristici di Londra e Madrid e che imponeva ai gestori di locali pubblici e privati che forniscono accesso a internet di richiedere e fotocopiare i documenti degli utenti e di conservarli in un archivio cartaceo, è stata adottata – ha affermato la Lanzillotta – “anche a seguito di un’iniziativa parlamentare bipartisan e di una grande mobilitazione della rete, è stata salutata con favore e, per quanto mi riguarda, con un esplicito plauso al Ministro interrogato per avere egli colto la necessità di agire per la massima diffusione dell’accesso a internet”.

 

Prendendo atto della risposta del Governo e alla luce del permanere di blocchi non ancora rimossi al libero accesso alla rete senza fili, la Lanzillotta ha quindi affermato che a questo punto la competenza dovrà passare all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni “…perché non è possibile che operatori e gestori facciano barriera costituendo un’ulteriore restrizione alla liberalizzazione che è una condizione per la diffusione dei servizi online”.

In un momento in cui bisogna pensare alla crescita senza spesa pubblica, ha concluso, “…lo sviluppo dell’Agenda digitale e l’accesso alla rete dovrebbe essere innanzitutto una preoccupazione del Governo”.