Sicurezza: smartphone sempre più a rischio. Minacce raddoppiate nel 2010

di Alessandra Talarico |

Anche se gli attacchi ai dispositivi mobili non sono un fatto nuovo, preoccupa la loro impennata: molti utenti utilizzano lo smartphone come estensione del Pc ma senza prestare la stessa attenzione al fattore sicurezza.

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Gli smartphone sono un obiettivo sempre più vulnerabile agli agli attacchi dei cybercriminali: nel 2010, secondo l’ultimo report pubblicato dalla società McAfee, il numero di attacchi destinati a violare i dispositivi mobili è cresciuto del 46%.

Sotto attacco, in particolare, i sistemi operativi Android di Google e iOs di Apple, che hanno ‘usurpato’ nelle preferenze degli hacker, il posto di primo piano rivestito fin qui dal Symbian di Nokia, che continua a perdere quote di mercato e, quindi, anche attrattiva.
 

Il numero di smartphone Android, in particolare, ha superato per la prima volta quello dei dispositivi motorizzati da Symbian, grazie al supporto dei maggiori produttori mondiali di cellulari, da Samsung a Motorola e HTC.
Alla fine dello scorso anno, i ricercatori hanno identificato alcune falle del sistema operativo Android, in grado di consentire agli hacker di rubare informazioni personali e persino di registrare le conversazioni. Una vulnerabilità del browser web di un modello Android prodotto dalla HTC ha permesso a un ricercatore inglese della MWR InfoSecurity di installare nel dispositivo un applicativo e di prendere il controllo del telefonino. Un altro metodo di attacco consiste nell’inviare agli utenti un programma all’apparenza innocuo, che invece permette di accedere dall’esterno ai dati stipati nello smartphone.

Le vulnerabilità della sicurezza rappresentano una grande preoccupazione per i produttori di dispositivi mobili che vogliono attrarre soprattutto gli utenti business.  La canadese RIM, che produce il BlackBerry, ha in effetti fondato la propria fortuna presso le aziende e le amministrazioni pubbliche sull’uso di un sistema di cifratura (Advanced Encryption Standard  o Triple Data Encryption Standard), grazie al quale le eMail e gli altri dati rimangono infatti cifrati durante tutto il tragitto tra lo smartphone e il BlackBerry Enterprise Server.

Greg Day di McAfee ha affermato che, anche se gli attacchi ai dispositivi mobili non sono un fatto nuovo, preoccupa la loro impennata: molti utenti utilizzano lo smartphone come estensione del Pc ma senza prestare la stessa attenzione al fattore sicurezza.
Eppure, gli hacker in molti casi utilizzano proprio gli stessi ‘malware’ che hanno infestato i Pc – come Zeus – che possono essere diffusi utilizzando email trappola o link fasulli inviati attraverso le reti sociali oppure cercano di sfruttare a loro vantaggio la popolarità degli App Store inserendo malware dentro applicazioni e giochi del tutto legittimi.
Secondo McAfee, infine, anche se il numero di minacce mobili rappresenta ancora una minima parte delle infezioni rivolte ai Pc, è chiaro che i criminali stanno cercando di ‘stare al passo coi tempi’ seguendo i trend di consumo e di ottenere il massimo impatto col minimo sforzo.