Poste Italiane e Tlc. Pietro Pacini (Poste Italiane): ‘La nostra infrastruttura al servizio degli utenti, delle imprese, dei dipendenti’

di di Raffaele Barberio |

Competizione, digital divide e sviluppo economico: l’intervista al responsabile Rete TLC di Poste Italiane, cui fa capo una delle reti più avanzate dell’intero territorio nazionale.

Italia


Pietro Pacini

Poste Italiane è da circa dieci anni al centro di un profondo processo di trasformazione che ha modernizzato strutture e servizi, rinnovando in modo sostanziale anche la propria immagine agli occhi degli utenti e dell’opinione pubblica.

Parallelamente al lavoro su nuovi servizi e sulla riqualificazione del personale, negli ultimi anni Poste Italiane ha avviato uno straordinario piano di reingegnerizzazione della propria infrastruttura ICT che l’ha portata ad avere oggi la rete di telecomunicazioni che per le soluzioni architetturali e tecnologiche implementate risulta essere una delle reti più avanzate a livello nazionale.

Dati incoraggianti. Tuttavia, a un’analisi più attenta, non può sfuggire come l’incidenza del digital divide nel nostro Paese vincoli anche lo sviluppo futuro di una struttura come Poste Italiane, così radicata capillarmente in tutto il territorio nazionale. 

Ne parliamo con Pietro Pacini, dallo scorso settembre Responsabile Rete TLC di Poste Italiane, dopo una solida esperienza pluriennale in Telecom Italia prima e Vodafone dopo.

 

 

Key4biz.  Pacini, da che cosa è stata guidata l’evoluzione della rete aziendale?


Pacini. Questo processo ha coinvolto architetture e piattaforme applicative e naturalmente l’intera rete di telecomunicazioni aziendale, che rappresenta l’infrastruttura portante dell’intero sistema. Su di essa “poggiano” tutte le applicazioni, è questo profondo processo è stato guidato, oltre che dalla rivisitazione dell’architettura, orientata verso un modello integrato di telecomunicazioni e data center, dall’estensione a tutte le sedi della larga banda perché fattore abilitante dello sviluppo di tutti i nuovi servizi.

 

 

Key4biz.  Si tratta di un caso unico di rete di sportelli e di servizi telematici capillarmente diffusi sull’interno territorio nazionale. Qual è il profilo della rete?


Pacini. È caratterizzato innanzitutto da un’infrastruttura di accesso a banda larga in tecnologia xDSL/MPLS, per il collegamento di  14.500 sedi ai centri di erogazione dei servizi e da un backbone ottico con una banda media dell’ordine dei 5GBps, che collega i 5 Data Center nazionali, integrando funzionalità di Business Continuity e Disaster Recovery. Vi è poi una soluzione VoIP Enterprise, in via di sviluppo, la cui configurazione architetturale è tra le prime in Europa e che rappresenta il primo passo verso una piena integrazione dei servizi. L’infrastruttura consente infatti, l’integrazione su un’unica piattaforma IP dei servizi dati e fonia, mantenendo all’interno dell’azienda le funzionalità di gestione della rete e quindi il controllo dell’evoluzione dei servizi.

 

 

Key4biz.  Quali servizi si sono potuti realizzare grazie alla nuova rete?


Pacini. La realizzazione di questa nuova infrastruttura ha consentito l’introduzione di servizi multimediali avanzati a supporto innanzitutto dei processi di business, dalle transazioni bancarie online, all’eCommerce, alla web tv. Ma di ciò si sono naturalmente avvantaggiati anche i servizi interni. Penso, su tutto, alla piattaforma eLearning di Poste Italiane, che è, come è noto, la più grande d’Italia.

 

 

Key4biz. Quale è stato l’orientamento che ha guidato il vostro piano di sviluppo?


Pacini. È stato scelto un approccio strategico che ha privilegiato la progettazione e la gestione interna delle infrastrutture, da un lato adottando i sistemi e le architetture tipiche di un operatore di servizi e dall’altro coniugando i sistemi di rete con quelli applicativi. Questo approccio ci consente di controllare direttamente lo stato presente e l’evoluzione della rete e dei servizi, ovvero di passare da un’implementazione standardizzata della tecnologia, che difficilmente crea valore, ad un’implementazione pensata per il business e le specifiche esigenze dell’azienda, che può apportare significativi valori aggiunti.

 

 

Key4biz.  Quanto pesa, in questo contesto, il fenomeno del digital divide?


Pacini. La realizzazione completa del piano di sviluppo della rete telematica di Poste Italiane è fortemente condizionata dalla presenza del digital divide. E’ un problema enorme che, in generale, esclude alcune aree del Paese dai servizi di connessione a larga banda e dunque dal processo di innovazione delle infrastrutture. Per quanto riguarda noi, ci impedisce di offrire a tutti i clienti e, indistintamente, su tutto il territorio nazionale, i servizi avanzati in corso di introduzione.

 

 

Key4biz.  Ad esempio?


Pacini. Mi riferisco ai servizi di Pensioni online, al Movimento fondi, a servizi interni quali Elearning e poi Voice over IP e Web TV , per citare quelli più rilevanti.

 

 

Key4biz.  Un problema non di poco conto…


Pacini. Esatto. A oggi, circa 1.630 Comuni italiani, in cui risiede il 4% della popolazione, sono interessati dal cosiddetto digital divide di “lungo periodo”. Si tratta cioè di aree geografiche servite da centrali di commutazione di Telecom Italia non collegate da fibra ottica e nelle quali non esistono gli apparati DSLAM necessari per l’offerta dell’ADSL.  In tali casi gli investimenti necessari a equipaggiare le centrali e alla realizzazione dei collegamenti in fibra non sono remunerabili dai ritorni attesi di mercato e quindi in tali aree il gestore telefonico valuta non conveniente realizzare la copertura a larga banda neanche nel lungo periodo.

In ulteriori 230 Comuni italiani, in cui risiede l’1% della popolazione, le centrali di Telecom Italia non sono equipaggiate con apparati DSLAM ma sono già collegate in fibra ottica, in questo caso gli investimenti necessari a superare il problema della copertura sono inferiori, per cui è ipotizzabile che in tali aree il problema del digital divide possa, dal nostro punto di vista, essere risolto nel medio periodo. Se andiamo a considerare il problema delle coperture nette, tale percentuale scende ulteriormente, in quanto solo l’88% della popolazione dispone di una banda effettiva di 2MBps.

 

 

Key4biz. Quanto incidono questi dati, numericamente parlando, sui servizi di Poste Italiane?


Pacini. Con riferimento agli Uffici postali, a oggi dei 14.000 Uffici Postali quelli esclusi dai programmi di copertura a larga banda sono circa 2.000, cioè 15%. Di questi circa il 6%, pari a 110 uffici di cui 2 nel comune di Roma, risiede nel Lazio.

 

 

Key4biz.  Come superare il digital divide?


Pacini. In questo contesto il superamento del digital divide diventa strategico per il sistema-Paese, sia per i servizi al cittadino sia per i servizi alle imprese. Non disporre di un’infrastruttura di banda larga condiziona infatti i costi dell’informatica, perché impedisce l’ottimizzazione delle architetture e limita l’innovazione dell’offerta. Per colmare tale gap infrastrutturale, e per quanto ci riguarda, è necessario portare la larga banda nelle aree svantaggiate e contemporaneamente introdurre su tale infrastruttura servizi innovativi indirizzati a tutta la popolazione, alle imprese del territorio, ai dipendenti.

 

 

Key4biz.  E l’ADSL?


Pacini. L’ADSL è inevitabilmente considerata, al momento, la soluzione più idonea a realizzare la copertura a larga banda del territorio. Effettivamente diverse analisi evidenziano che tale soluzione è quella che si applica nella maggior parte delle situazioni e che risulta la più economica. La mancanza di una copertura totale induce tuttavia a rivolgersi, in generale, ad altre tecnologie come WiMax, Hyperlan, PCL e Satellite. Quale sia
la migliore, dipende dai casi specifici e in particolare dall’orografia del territorio e dalla densità di popolazione.

 

 

Key4biz.  Poste Italiane in particolare su cosa si sta orientando?


Pacini. Poste Italiane in tale ambito ha avviato un programma di sperimentazione delle tecnologie wireless, con particolare riferimento al WiMax, per valutarne l’opportunità tecnica ed economica di integrazione in rete in quelle situazioni dove l’utilizzo di tali tecnologie può consentire il superamento del digital divide e/o l’ottimizzazione dei collegamenti di accesso, attraverso la realizzazione di cluster di Uffici.

 

 

Key4biz.  In particolare cosa avete fatto in ambito di sperimentazione Wi-Fi?


Pacini. La sperimentazione ha riguardato in una prima fase la tecnologia HyperLan anche in  collaborazione con Infratel, e quindi la partecipazione al programma nazionale di sperimentazione WiMax, coordinato dal Ministero delle Comunicazioni e dalla Fondazione Ugo Bordoni, con due trial do cui uno in area urbana a Parma e  uno in zona montana a Pescasseroli e Opi in Abruzzo.

 

 

Key4biz.  Con quali risultati?


Pacini. I risultati della sperimentazione, che ha riguardato le performance trasmissive del collegamento radio simulando l’erogazione dei servizi di sportello e applicazioni multimediali, hanno evidenziato tempi di esecuzione ridotti fino a 1/3 per tutte quelle operazioni di sportello che richiedono grande utilizzo di banda per il trasferimento dei dati, il che vuol dire riduzione dei tempi di risposta e miglioramento del grado di soddisfazione della clientela.

A oggi, in uno dei due Uffici Postali di Roma interessati dal fenomeno del DD (Corcolle) è stata adottata la soluzione Hyperlan, che a differenza del WiMax non necessità dell’adozione delle frequenze.

 

 

Key4biz. A questo punto della “partita” su una nuova rete a banda larga, come si predispone a “giocare” Poste Italiane?


Pacini. Oltre ad approfondire la valutazione delle tecnologie per il supporto dei servizi in condizioni di esercizio, Poste Italiane intende monitorare con attenzione l’evoluzione dello scenario regolamentare e normativo per cogliere le opportunità che potranno presentarsi ai fini dell’utilizzo di tale tecnologia nella rete privata aziendale.

 

 

Key4biz. Se lo scenario attuale non cambia, sarete disposti a rendere disponibile la vostra infrastruttura di rete, in un certo senso unica in Italia?


Pacini. Sì, ma prevedibilmente con interlocutori pubblici. Nell’ambito del progetto, se richiesta, Poste Italiane potrebbe nell’interesse dello sviluppo socio-economico del territorio rendere disponibile la propria infrastruttura verso quei soggetti pubblici, quali scuole, ospedali, Pubblica Amministrazione locale che avessero necessità di banda per l’erogazione dei propri servizi. Una tale possibilità consentirebbe di attivare una serie di sinergie tra domanda e offerta, necessaria per il superamento della problematica del digital divide.

 

 

Key4biz. Insomma, pronti a fare la vostra parte…


Pacini. Lo sviluppo della nuova rete a larga banda può offrire importanti opportunità di sviluppo economico. Affinché queste opportunità si concretizzino è assolutamente necessario il coordinamento di tutte le forze in gioco: degli operatori di telecomunicazioni ai fini dello sviluppo della rete, delle grandi aziende di servizi e della Pubblica Amministrazione che debbono offrire sulla rete i propri servizi, infine delle istituzioni impegnate nel disegnare un sistema di regole che stimoli gli investimenti in infrastrutture e servizi garantendone un’offerta omogenea sul territorio nazionale.

Poste Italiane intende essere parte attiva in tutti questi processi e il nostro impegno al servizio delle esigenze dei nostri utenti e delle prospettive del sistema-Paese lo testimonia.

 

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