Italia
 Entrerà in vigore da domani, 1° febbraio, il registro pubblico ‘delle  opposizioni’ al quale gli utenti dovranno iscriversi se non vorranno più  ricevere telefonate contenenti messaggi promozionali, commerciali o informazioni  per sondaggi e altre iniziative di telemarketing. 
 La misura, fortemente sostenuta dal Governo, è stata presentata come un ‘punto  di equilibrio’ tra le esigenze degli abbonati telefonici che non vogliono essere  contattati e quelle delle imprese, che così potranno utilizzare con maggiore  efficacia gli strumenti del telemarketing, contattando esclusivamente gli  abbonati consenzienti, ossia non iscritti nel registro che sarà istituito e  gestito dal Ministero dello Sviluppo Economico.
  
La nuova normativa sul telemarketing, tuttavia, è stata fortemente contestata dalle associazioni dei consumatori, che hanno sottolineato come l’introduzione del registro delle opposizioni non faccia in realtà nulla in favore degli utenti, i quali da domani “…potranno essere importunati e molestati telefonicamente per la commercializzazione e le più svariate vendite di prodotti e servizi senza che ne abbiano minima conoscenza”.
Nonostante il ministero dello Sviluppo Economico e il Consiglio Nazionale Consumatori e Utenti (Cncu), avessero promesso una campagna di informazione per favorire la conoscenza delle nuove disposizioni, secondo Elio Lannutti e Rosario Trefiletti, presidenti di Adusbef e Federconsumatori, i consumatori non sono stati adeguatamente informati: “La nuova normativa – affermano – superando la vecchia normativa in cui si poteva essere contattati attraverso elenchi di cittadini che avevano dato il loro benestare (sistema opt-in), oggi prevede il nuovo sistema (opt-out) per cui, coloro che non vogliono essere contattati devono necessariamente richiedere l’iscrizione nel cosiddetto registro delle opposizioni e di cui nessuno è a conoscenza”.
Le associazioni, che lamentano altresì l’assenza di un adeguato periodo di transizione, chiedono dunque una deroga all’attuazione di questo sistema di alcuni mesi per permettere una capillare informazione al Paese anche alla luce delle esperienze maturate in Spagna e nel Regno Unito, dove è stato adottato un sistema simile, e dove la lista delle opposizioni ha raggiunto una dimensione adeguata solo dopo svariati anni dall’adozione del sistema.
 Quella del ‘telemarketing selvaggio’ è una piaga tutta italiana, che è costata  al nostro paese anche una lettera di costituzione in mora (prima fase della una  procedura d’infrazione) da parte della Commissione europea per il mancato  rispetto delle norme comunitarie in materia di privacy nelle  comunicazioni elettroniche: i dubbi dell’esecutivo riguardano il mancato  rispetto degli obblighi relativi alle informazioni da fornire agli abbonati che  decidono di comparire negli elenchi telefonici pubblici, i quali devono  esplicitamente dare il via libero all’uso dei propri dati a fini commerciali.
 Le disposizioni Ue sull’ePrivacy (Direttiva 2002/58/CE) obbligano infatti gli  Stati membri a garantire che, prima di essere inseriti in un elenco pubblico,  gli abbonati siano informati degli scopi dell’elenco e di qualsiasi uso che  potrà esserne fatto. Gli abbonati devono inoltre poter decidere se permettere  che i loro dati personali siano inseriti in un elenco pubblico e in che misura i  loro dati siano pertinenti per gli scopi di tale elenco. 
 La Commissione europea ha inoltre espresso dubbi sull’efficace applicazione  delle disposizioni che dovrebbero consentire agli utenti di manifestare il  proprio dissenso all’utilizzo dei dati personali a fini di telemarketing.
 Anche il Garante privacy – dopo diversi interventi volte ad arginare gli  abusi dei call center – aveva manifestato dubbi sulla proposta di istituire di  un registro al quale iscriversi per evitare di essere disturbati da telefonate  commerciali, ritenendolo giusto un altro modo per caricare i consumatori “di  incombenze e problemi”.
  
L’iscrizione al registro – gestito dalla Fondazione Ugo Bordoni – può essere effettuata a questo indirizzo oppure inviando una mail, una raccomandata o un fax agli indirizzi forniti dal sito registrodelleopposizioni.it o ancora comunicando la propria scelta al numero verde 800.265.265.