Skype: IPO ‘congelata’. Slitta il debutto in Borsa del pioniere del VoIP

di Alessandra Talarico |

L'incertezza economica e la nomina del nuovo Ceo hanno costretto a rinviare la quotazione. Ritardo che però, dicono gli analisti, potrebbe indebolire ulteriormente il mercato delle IPO e il valore della compagnia.

Mondo


Tony Bates

Nonostante i rumors su un’IPO ormai imminente, Skype non debutterà in Borsa prima della seconda metà di quest’anno. Lo rende noto il Wall Street Journal che, citando fonti vicine alla società, sostiene che la nomina del nuovo Ceo Tony Bates (ex dirigente Cisco), unita all’incertezza economica e sul mercato delle IPO hanno rallentato il processo di quotazione in Borsa.

La società aveva presentato i documenti per l’IPO lo scorso agosto ma poi, con una decisione che ha colto un po’ tutti di sorpresa, a ottobre ha nominato un nuovo amministratore delegato. Decisione che ha di fatto ‘congelato’ momentaneamente l’intenzione di quotarsi in Borsa.

Le fonti citate dal quotidiano newyorkese affermano che il nuovo Ceo ha bisogno di un altro po’ di tempo per comprendere il business e incrementare il il valore della compagnia. L’IPO, quindi, si farà appena Bates sarà pronto e le condizioni macroeconomiche lo permetteranno.

Gli analisti sottolineano tuttavia che questo ritardo potrebbe indebolire ulteriormente il mercato delle offerte pubbliche iniziali e compromettere la quotazione o il valore della società.

Le IPO, in genere, non avvengano durante periodi di crisi del mercato perchè le aziende non vogliono vendere quando i prezzi azionari sono bassi o in calo. Al momento tuttavia, il mercato è in recupero e società che hanno fatto il loro ingresso in Borsa questa settimana – come Nielsen Holdings e Demand Media – hanno ottenuto un forte riscontro.

Quest’anno, anche altri importanti gruppi del mercato hi-tech pensano di sbarcare in Borsa: da LinkedIn a Groupon, ma per gli analisti sarà quella di Skype l’IPO più importante dal debutto in Borsa di Google nel 2004, che raccolse 1,67 miliardi di dollari. Skype, di contro, prevede di raccogliere circa 1 miliardo di dollari.

Skype è controllata dalla società di private equity Silver Lake Partners che ne ha acquisito il controllo nell’ambito di un accordo che valuta la società circa 2,7 miliardi di dollari e  che dalla sua vendita vorrebbe guadagnare dai 5 ai 6 miliardi di dollari.

Il software Skype per effettuare chiamate via internet è utilizzato da milioni di persone (560 milioni secondo gli ultimi dati forniti alla SEC a novembre), ma gli investitori non sono convinti della sua capacità di generare profitti.

Nonostante il numero di utenti sia cresciuto del 41% rispetto a un anno fa, sono solo 8,1 milioni gli utenti che pagano per usare il servizio. Nell’ultimo trimestre del 2010, la società ha registrato utili per 13,1 milioni di dollari su un fatturato di 406 milioni, in crescita del 25% rispetto a un anno prima.