NGN. Corrado Calabrò: ‘Senza fibra, Italia al capolinea. Tante buone intenzioni ma poche azioni concrete’

di Alessandra Talarico |

Per Bianca Maria Martinelli (Vodafone Italia), 'Il modello più efficiente e concorrenziale è il coinvestimento che presuppone la creazione di una società terza, separando cosi realizzazione e gestione dell’infrastruttura dall’offerta dei servizi'.

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Corrado Calabrò

Il presidente Agcom Corrado Calabrò si è nuovamente soffermato sulla necessità di accelerare gli investimenti nella fibra ottica, senza la quale il nostro Paese rischia di andare “al capolinea”.

La scorsa settimana, l’Autorità ha posto a consultazione pubblica il documento contenente le regole per la rete di nuova generazione.

Quali che siano  le modalità di investimento nella nuova infrastruttura, ha precisato Calabrò a margine di un’audizione alla Camera, “…le regole sono comunque necessarie e imprescindibili per tutti” e saranno approvate appena terminato il mese e mezzo di consultazione.

La messa a punto delle regole che andranno a gestire una fase nuova per il mercato, non solo italiano, non è stato un compito facile proprio perché, ha detto Calabrò, si tratta di “…una situazione nuova, in cui c’è una notevole evoluzione tecnologica ma anche una mentalità passatista”.

Per Calabrò, che ha usato una metafora calcistica per esprimere il suo pensiero su un argomento tanto delicato, il testo posto a consultazione tende a favorire gli investimenti congiunti e rappresenta un “assist importante al Tavolo Romani”. Il problema, però, è rappresentato dal fatto che “… se poi nessuno mette la palla in rete, rimaniamo alle azioni virtuali”.

“E finora – ha concluso il presidente Agcom – io ho sentito tante buone intenzioni, ma pochi impegni concreti”.

 

Sull’argomento è intervenuta, nell’ambito del Summit sull’Industria della Comunicazione svoltosi a Roma, anche Bianca Maria Martinelli, Direttore Affari Pubblici e Legali e consigliere di amministrazione di Vodafone Italia, secondo cui “…il principio di sussidiarietà dell’investimento pubblico rispetto a quello privato è il prerequisito fondamentale nella realizzazione delle infrastrutture di comunicazione”.

“La scarsità di risorse pubbliche rende poi essenziale il ruolo degli investimenti privati, che devono essere favoriti innanzitutto attraverso una regolamentazione e legislazione non frammentaria”, ha affermato ancora la Martinelli, sottolineando che “…gli stessi investimenti pubblici devono poi essere realizzati in modo da non “fare concorrenza” e quindi scoraggiare l’investimento privato”.
Se il partner è scelto con “modalità competitive”, ha aggiunto, “La partnership pubblico-privato è senz’altro la modalità più efficiente di investimento per le infrastrutture di telecomunicazioni. Se però la realizzazione dell’infrastruttura e’ delegata ad un soggetto integrato verticalmente, nel lungo periodo si produce un condizionamento della concorrenzialità dei mercati, tanto più quando la scelta ricade su soggetti che si avvantaggiano di posizioni monopolistiche”.
 

In questo contesto, ha concluso, “…come il tavolo Romani sta dimostrando, il modello più efficiente e concorrenziale è il coinvestimento che presuppone la creazione di una società terza, separando cosi realizzazione e gestione dell’infrastruttura della rete dall’offerta dei servizi al mercato”.
 

Il prossimo 3 febbraio, ha quindi assicurato Calabrò, nel prossimo Consiglio Agcom sarà esaminato il dossier sull’offerta Internet a 100 MB di Telecom Italia. Almeno è questo l’auspicio.

Gli uffici dell’Agcom, ha spiegato Calabrò, “…stanno lavorando fortemente per cercare di migliorare l’offerta perché sia la più conveniente e la più accessibile’ e per garantire, dunque, il via libera alla sua commercializzazione nel più breve tempo possibile.

Il progetto Internet a 100 MB, presentato alla fine di ottobre e che doveva partire per Natale, rientra nel Piano degli investimenti di Telecom Italia per la realizzazione di una rete in fibra ottica in sei città italiane entro il 2010 (e in tredici città entro il 2012 per arrivare al 50% di copertura della popolazione e 138 città entro il 2018) ma deve ancora ricevere il via libera dell’Agcom, che deve valutarne anche la replicabilità da parte degli operatori concorrenti sulla base dei cosiddetti ‘test di prezzo‘, il sistema per valutare la replicabilità di un’offerta lanciata da un operatore notificato, che ha cioè un forte potere di mercato.
Solo dopo la pubblicazione della delibera, avvenuta alla fine di ottobre, il gruppo telefonico ha potuto presentare la richiesta formale all’Agcom, che come sappiamo deve ancora pronunciarsi.

Attraverso questa nuova infrastruttura, saranno possibili connessioni che renderanno molto più performanti gli attuali servizi a larga banda, abilitando l’utilizzo di applicazioni quali ad esempio la Tv ad alta definizione, la telepresenza, i servizi di cloud computing per le imprese e i servizi per una città intelligente, come la sicurezza e il monitoraggio del territorio, oltre che l’infomobilità e le reti sensoriali per il telerilevamento ambientale.