L’appello ‘Donne e Media’ entra in Parlamento, mentre Bruxelles ne discute come case history italiano

di Cinzia Guadagnuolo |

Vittoria Franco (PD): 'Il nuovo contratto Rai prevede più rispetto per l’immagine delle donne, il Governo assicuri la sua entrata in vigore'.

Italia


Donne e Tv

Il governo assicuri una rapida entrata in vigore del nuovo Contratto del servizio pubblico televisivo che prevede un maggior rispetto dell’immagine e della dignità della donna. È quanto ha chiesto oggi in aula la senatrice Vittoria Franco (Pd), sollecitando la risposta a un’interrogazione parlamentare di cui è prima firmataria che ripropone l’appello “Donne e media” lanciato dal quotidiano Key4biz a partire dal 2009.

 

La campagna diffusa attraverso l’appello ‘Donne e Media– spiega Vittoria Franco – ha avuto un largo successo sul web puntando l’attenzione sulla necessità che i media promuovano un’immagine femminile moderna, fedele alla realtà, rispettosa della dignità umana, culturale e professionale delle donne. Il 15 aprile scorso il Ministro dello Sviluppo Economico ha ammesso la necessità di un profondo cambiamento culturale, ‘una maggiore educazione del pubblico, un diverso approccio nel rappresentare sui mezzi di comunicazione l’immagine della donna, le sue esigenze, le sue aspirazioni e che in tale prospettiva, risultati positivi possano essere raggiunti attraverso iniziative di autoregolamentazione, come l’adozione – da parte degli operatori dei settori dell’informazione, dello spettacolo e della pubblicità – di un apposito codice deontologico condiviso, orientato al rispetto della dignità delle donne e alla valorizzazione della figura femminile in tutte le sue espressioni’. Tuttavia il nuovo testo del Contratto di servizio pubblico televisivo per gli anni 2010-2012 – continua la senatrice –  giace e non è stato ancora ratificato dal Governo pur essendo il precedente già scaduto a dicembre 2009. Per questo si chiede al governo di assicurare la rapida conclusione ed entrata in vigore del nuovo Contratto di servizio pubblico dando così il via all’applicazione delle undici proposte emendative promosse dall’Appello per una migliore rappresentazione delle donne e già inseriti nel contratto 2010-2012; di convocare il tavolo tecnico di confronto tra soggetti istituzionali e datoriali, per l’adozione di un codice di autoregolamentazione ‘Donne e Media’ condiviso, in linea con gli altri Paesi europei; di istituire e nominare un comitato di vigilanza, con il compito di monitorare l’attuazione e il rispetto del codice citato nonché di favorire l’applicazione effettiva delle sanzioni conseguenti alla violazione; di promuovere ogni iniziativa idonea ad una armonizzazione dei sistemi regolatori attualmente esistenti nei Paesi membri dell’Unione, per il raggiungimento di uno standard europeo nel settore regolamentare Donne e Media”.

 

L’appello è partito solo un anno fa, grazie all’iniziativa di Gabriella Cims (già alla guida dell’Osservatorio del dipartimento Comunicazioni sulla Direttiva europea quale esperta del settore) ma in breve tempo si è allargato a macchia d’olio. Come spiega Cims: “Con la campagna web “Donne e Tv”, abbiamo lanciato attraverso il quotidiano online, key4biz, un tam tam in Rete, raccogliendo oltre 1350 adesioni, tra associazioni, a loro volta composte da migliaia di soci, e singole persone”.
L’articolo gira velocemente nel web destando l’attenzione di diversi ambienti che promuovono incontri e dibattiti in cui la promotrice viene invitata ad illustrare meglio le riforme proposte: il Cpo dell’Enea, del Ministero dello Sviluppo Economico, della Corte d’Appello di Roma, il Censis, la Consulta regionale del Lazio, l’Università Statale di Milano sono solo alcuni esempi dei soggetti e delle sedi dove si dà luogo a vivaci quanto partecipati dibattiti.
Centinaia di persone, rappresentanti di tali diversi mondi, decidono di sostenere pubblicamente le riforme lanciate con l’appello e ampiamente dibattute: il 28 dicembre 2009 le proposte diventano una lettera aperta che viene inviata alle principali istituzioni ed autorità coinvolte (testo su Key4biz).       
Key4biz, quotidiano online di media e innovazione tecnologica fondato e diretto da Raffaele Barberio, dà avvio ad una serrata web campaign: pubblica la lettera aperta e diffonde l’iniziativa nel web, nei social networks come Facebook, per far conoscere il più possibile le proposte in essa contenute. Pubblica gli interventi con le motivazioni e i curricula di quanti vogliano testimoniare il proprio sostegno, non sentendosi più rappresentati dallo stereotipo di femminilità raccontato dalla televisione e dai mezzi di comunicazione.
La prima e più importante risposta giunge il 16 febbraio 2010 proprio da Giorgio Napolitano,  Presidente della Repubblica, con un messaggio pubblico di sostegno all’iniziativa, a conferma di come l’Appello si muova nel solco dei principi Costituzionali.
 
Con questo appello, quindi, si dà forza alla teoria che vede nelle nuove tecnologie, in specie nel social networking, la declinazione di un nuovo approccio democratico, con un forte ampliamento partecipativo e decisionale. Per Cims, “la domanda che bisogna porsi è ‘se e come il web possa influenzare la politica’, e riflettere sulle potenzialità sociologiche insite nell’uso della tecnologia. Proprio in questi giorni, a Bruxelles – spiega ancora Cims – Luigi Gambardella, presidente di turno di ETNO (il tavolo degli operatori europei delle telecom), ha promosso sul tema un ampio dibattito, in cui l’iniziativa italiana dell’Appello Donne e Media è stata citata quale caso di studio”.
Intanto in Italia, con la ripresa dei lavori, Camera e Senato stanno calendarizzando l’interrogazione parlamentare sottoscritta da parlamentari di ogni estrazione. L’onorevole Roberto Rao (UDC), la senatrice Emma Bonino (P. Radicale) e la senatrice Vittoria Franco (PD), stanno sollecitando il governo a dare risposta alle richieste puntuali lanciate dall’Appello. 
L’interrogazione parlamentare, dichiara Gabriella Cims, “è un ottimo modo per celebrare il primo compleanno dell’Appello”. 
Il governo a questo punto dovrà fornire risposte idonee, poiché una comunità sempre più ampia e trasparente attende di valutarle. E Cims continua a rivolgersi a tutti coloro che intendono partecipare al percorso di riforme in atto, sostenendolo con la propria adesione (inviare nome e cognome a donnetv@key4biz.it e g_cims@hotmail.com).
 

 

 

 

 

 

 

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