Italia

Con l’approvazione con modifiche della delibera Agcom sulla regolamentazione dei servizi di accesso alle reti di nuova generazione, che sarà sottoposta a consultazione pubblica, si riapre il dibattito sul futuro della rete NGN italiana, in un contesto di stop-and-go. La procedura di approvazione con modifica lascia perplessi. Non si sa se il documento sarà nuovamente sottoposto al vaglio del Consiglio o se le modifiche saranno affidate alle funzionalità operative degli uffici. Il problema è che l’intero contesto appare turbato da elementi esterni. Premesso che quella che si conosce è una bozza preliminare e che conviene attendere la pubblicazione ufficiale prima di esporre valutazioni più argomentate, sulle quali comunque ritorneremo nei prossimi giorni, il documento dell’Autorità fa innanzitutto propri alcuni importanti principi della più recente normativa europea, peraltro a lungo dibattuti anche nel Comitato NGN che a dicembre aveva presentato una proposta non vincolante di Linee Guida per la disciplina della transizione verso le reti NGN.
Il testo approvato dall’Autorità fa chiarezza su alcuni punti, come quello della neutralità tecnologica, in quanto, non imponendo alcuna specifica soluzione di unbundling, non vincola la scelta dell’architettura dell’operatore.
Agcom ribadisce infatti il no all’ULL (unbundling in centrale) per la fibra ottica: un punto che era stato considerato da alcuni OLO come una richiesta “non trattabile” e che è stato al centro delle polemiche che hanno spinto gli operatori alternativi ad abbandonare il Comitato.
Il  servizio di unbundling in centrale, permette all’operatore alternativo  collocato presso la centrale dell’operatore notificato di avere accesso ad una  tratta di fibra ottica non segmentata a partire dalla centrale fino alla borchia  d’utente. L’Agcom ha ritenuto che, l’imposizione dell’obbligo di unbundling in  centrale potrebbe risultare, in questo momento, eccessivamente onerosa  ed, in fin dei conti, inefficace in quanto nei casi in cui la rete in fibra  dell’operatore notificato sia di tipo puntomultipunto, l’unbundling della fibra  in centrale si potrebbe realizzare solo attraverso l’uso di soluzioni  tecnologiche non ancora mature.
 L’Autorità, nel rispetto del principio di neutralità tecnologica, ha quindi  ritenuto più opportuna l’imposizione dell’obbligo di unbundling presso un punto  di concentrazione intermedio, una soluzione realizzabile in maniera indipendente  dal tipo di architettura di rete sviluppata dall’operatore notificato.
A  differenza di quanto previsto dalle linee guida del Comitato NGN Italia,  tuttavia, Agcom ha deciso di  assumere uno scenario di unico mercato  nazionale con differenziazione dei rimedi da imporre a Telecom Italia piuttosto  che applicare la differenziazione geografica con individuazione “ex ante” delle  aree competitive e di quelle a fallimento di mercato (quelli che nelle Linee  Guida erano definiti cluster). Il regolatore, insomma, deciderà volta per volta  (ex post) invece di procedere a all’analisi di mercato necessaria per la  procedura ex ante.
 L’Autorità, infatti, ha ritenuto che l’attuale contesto di mercato non presenti  elementi strutturali che diano incontrovertibile evidenza di differenze – di  natura significativa e stabili nel tempo – nelle condizioni concorrenziali tali  cioè da giustificare una segmentazione geografica dei mercati, valutando invece   l’opportunità di differenziare il set di rimedi da imporre all’operatore  notificato, in maniera tale da incentivare – nell’immediato – una effettiva ed  ampia diffusione dei servizi a banda ultra-larga offerti alla clientela finale e  di incoraggiare – nel medio periodo – lo sviluppo di investimenti, anche in  modalità condivisa, da parte degli operatori presenti nel mercato dell’accesso  da rete fissa.
La delibera, secondo il presidente del Comitato NGN Italia, Francesco Vatalaro, contiene nella sua forma attuale altri elementi importanti, quali: “…il criterio della simmetria tra operatori nell’accesso alle terminazioni di edificio, come anche suggerito dalle Linee guida, ma principalmente come previsto dalla recente Direttiva quadro “Better regulation” 2009/140/CE che attende di essere trasposta fra pochi mesi nella disciplina italiana”.
“Inoltre – ha aggiunto – c’è un passo avanti nell’accettazione del principio della segmentazione geografica, attuata attraverso lo strumento regolamentare della differenziazione dei rimedi”.
 Occorrerà, dunque, attendere, secondo Vatalaro, “…oltre all’esito della  consultazione pubblica, anche la declinazione effettiva di questi ed altri  principi nella disciplina di dettaglio che il documento che sta per essere  avviato a consultazione pubblica preannuncia”.
  
Bisognerà invece precisare meglio la disciplina del bitstream che, come sostenuto da alcuni addetti ai lavori, necessita di aggiustamenti sia in termini sia tecnici che economici con integrazioni necessarie per non disincentivare gli investimenti.
Va anche segnalato che, dopo alcuni mesi di rallentamento delle attività, il Comitato NGN riprenderà le sue attività ordinarie avviando, con gli operatori e con le associazioni aderenti, una serie di studi e di sperimentazioni che, a causa dell’impellenza dei lavori connessi alle Linee guida, erano stati necessariamente rinviati.



 
  
  
  
  
  
  
  
  
 