Frequenze Tv. Paolo Romani rassicura la Ue: ‘Il bando di gara pronto nelle prossime settimane’

di Raffaella Natale |

Il governo italiano avrebbe predisposto la disciplina di gara ma restano ancora alcuni particolari da definire.

Italia


Paolo Romani

Nelle prossime settimane, il governo manderà alla Ue il bando di gara per l’assegnazione in beauty contest delle frequenze per il digitale terrestre.

La notizia arriva direttamente dal ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, che ieri ha incontrato a Bruxelles il commissario Ue alla Concorrenza, Joaquin Almunia.

“Ho detto ad Almunia che stiamo mandando il bando, che è l’ultimo atto del governo italiano in questa vicenda”, ha informato Romani.

 

Dopo la decisione della Commissione Ue di permettere a Sky l’ingresso nel digitale, Romani ha precisato che “non c’é stato alcun ricorso dell’Italia su Sky, ma la verifica sulla compatibilità di Sky con il mercato italiano. Noi abbiamo accettato una decisione europea. Alcuni particolari rispetto alla disciplina di gara vanno precisati. Nel combinato disposto, a mio avviso, siamo abbastanza vicini alla soluzione”.

Il ministero di Romani  aveva, infatti, chiesto un parere al Consiglio di Stato “per sgombrare ogni possibile equivoco su come debba essere inteso il principio della reciprocità tra Stati con particolare riferimento, ovviamente, a quelli extra Ue”.

 

Un riferimento che ad alcuni ha fatto pensare a News Corp, media company Usa alla quale fa capo Sky Italia che ha avuto il via libera dalla Commissione europea a partecipare al beauty contest per il digitale terrestre con contenuti in chiaro: potrà concorrere per il lotto di tre multiplex riservati ai nuovi entranti, mentre Rai, Mediaset e TI Media, già presenti sul digitale, potranno gareggiare per le altre due reti.

 

Il mese scorso, però, il Consiglio di Stato ha deciso di sospendere l’emissione del parere, perché ha ritenuto il quesito del ministero ‘formulato in termini generali e sintetici’ e ‘privo di un’argomentata illustrazione dei punti problematici’.

E, quindi, invitato il dicastero a fornire ‘chiarimenti’ che dovrebbero arrivare entro il 21 gennaio, anche alla luce delle osservazioni nel frattempo formulate da ministero degli Esteri e Agcom.

 

Sulla questione il Consiglio di Stato aveva a sua volta sollecitato le osservazioni dell’Autorità, che si è pronunciata spiegando che a suo giudizio non c’è problema sulla reciprocità tra Stati.

Il Consiglio dell’Agcom, riunitosi il 13 dicembre, ha condiviso all’unanimità il parere messo a punto dagli uffici, peraltro in linea con precedenti pronunce dell’organismo di garanzia su questi temi.

 

Telecom Italia ha, intanto, fatto ricorso alla Corte di Giustizia europea contro la decisione della Commissione Ue, facendo riferimento alla Decisione cui si dichiarava compatibile con le norme Ue l’operazione di concentrazione posta in essere per la costituzione di Sky Italia.

In quella circostanza, ricorda Telecom Italia, la Ue aveva previsto una clausola che introduceva l’obbligo per Sky di dimettere frequenze analogiche e digitali e di non intraprendere alcuna attività sulla piattaforma digitale terrestre, né come operatore di rete né come fornitore di contenuti sino al 31 dicembre 2011.