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Editoria: nel DL Milleproroghe stop a incroci stampa-tv fino al 2012

Italia


Prorogato di altri due anni il divieto di incroci tra stampa e tv, fino al 31 dicembre 2012. Lo ha stabilito la bozza del decreto legge Milleproroghe (costituita complessivamente da 44 articoli), che domani sarà all’esame del Consiglio dei Ministri.

La misura era stata chiesta dall’Agcom e assicurata dal ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani.

 

A slittare di un anno, fino al primo gennaio 2012, sono anche i termini per l’introduzione della carta d’identità elettronica.

 

La proroga del divieto di incroci stampa-tv era  stata sollecitata in una comunicazione del 24 novembre 2010, inviata dall’Agcom al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta e al ministro Romani. Secondo l’Autorità ‘il mantenimento della normativa sui limiti antitrust incrociati stampa-tv può a pieno titolo rientrare tra gli interventi consentiti al legislatore per il mantenimento della concorrenzialità e del pluralismo del sistema dell’informazione, anche alla luce del confronto con i principali Paesi europei’.


L’originaria disposizione sul divieto, contenuta nella legge Mammì del 1990, era stata modificata dalla Gasparri, approvata il 3 maggio 2004. Secondo la norma, i soggetti che esercitano l’attività televisiva in ambito nazionale attraverso più di una rete non possono, prima del 31 dicembre 2010, acquisire partecipazioni in imprese editrici di giornali quotidiani o partecipare alla costituzione di nuove imprese editrici di giornali quotidiani. Tale divieto si applica anche alle imprese controllate, controllanti o collegate ai sensi dell’articolo 2359 del codice civile. La norma è confluita, in sede di riordino e coordinamento della legislazione in materia radiotelevisiva, nel Testo unico della radiotelevisione del 2005, il quale e’ stato di recente modificato dal Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici del 15 marzo 2010, che ha mantenuto inalterata la disposizione sugli incroci di stampa e tv. L’AGCOM, nel suo ultimo intervento, aveva ricordato che ‘la disposizione in materia di limiti antitrust è stata sin dall’inizio concepita dal legislatore a tutela del pluralismo dei mezzi di comunicazione e di informazione, sulla base delle indicazioni date dalla Corte Costituzionale”.

‘La scadenza del divieto in questione – scriveva ancora l’Autorità – risulta di particolare rilevanza ai fini del pluralismo, in considerazione del fatto che la televisione risulta il mezzo principale di informazione, seguita dai quotidiani, che rappresentano la seconda fonte di informazione utilizzata in Italia’.

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