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Pirateria: le misure dell’Agcom soddisfano le associazioni di settore. Primo passo per un’effettiva tutela di oltre 250.000 posti di lavoro

Italia


Continua il confronto sul provvedimento antipirateria dell’Agcom. Questa volta a prendere la parola è Paolo Ferrari, presidente ANICA (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Multimediali) che ha dichiarato: “Nel solo ultimo anno, le risorse sottratte all’industria audiovisiva italiana a causa della pirateria hanno superato il miliardo di euro. Nei prossimi anni, sempre a causa della pirateria, rischieranno di essere fortemente ridotte le risorse disponibili per la produzione. L’industria cinematografica chiede di poter operare in un sistema di regole certe, in cui siano garantite la libertà d’impresa e la tutela del proprio lavoro”.

 

Ferrari ha, quindi, espresso grande soddisfazione per la bozza di delibera assunta dall’Autorità sul diritto d’autore che prevede norme di contrasto concreto alla pirateria online, come l’inibizione del dominio e dell’indirizzo Ip nei confronti di quei siti che immettono in maniera indiscriminata in rete contenuti protetti da diritto d’autore.

“La lotta alla pirateria – ha aggiunto – rappresenta un punto imprescindibile in questa battaglia. Per la prima volta ci troviamo di fronte ad una iniziativa seria e responsabile. Fino ad oggi tutto questo era mancato e i mezzi utilizzati erano risultati totalmente inadeguati a garantire la tutela e il rispetto del nostro lavoro”.

 

Sulla decisione dell’Agcom è intervenuto anche Roberto Guerrazzi, presidente di UNIVIDEO (Unione Italiana Editoria Audiovisiva), evidenziando l’apprezzamento  per un’iniziativa che “finalmente” mira a contrastare efficacemente la diffusione abusiva di contenuti illecitamente caricati sul web.

“A tale consultazione – ha proseguito Guerrazzi – daremo una puntuale e approfondita risposta tenendo anche in considerazione l’opportunità di promozione dell’offerta legale di contenuti sulla rete, nel rispetto delle regole della libera e corretta concorrenza e nell’ottica di un complessivo sviluppo dell’intera filiera del comparto audiovisivo”.

 

UNIVIDEO si augura che le attività proposte in materia di sanzioni ai fornitori di contenuti non autorizzati e di inibizione all’accesso dell’utenza ai siti con contenuti illeciti possano avere un sollecito avvio, onde porre rapidamente termine ad una attività illegale che danneggia tutti i ‘canali’ della distribuzione di contenuti audiovisivi tutelati e che, insieme alla ridotta diffusione della banda larga, è il principale ostacolo allo sviluppo del mercato legale sulla Rete”.

 

Filippo Roviglioni, presidente FAPAV (Federazione Antipirateria Audiovisiva), ha dichiarato che “la pirateria digitale rappresenta il principale ostacolo allo sviluppo dell’industria cinematografica e audiovisiva, un freno all’innovazione tecnologica e alla creatività nel nostro Paese. L’Agcom ha deciso di intervenire a difesa di quei diritti fondamentali di legalità che sono alla base di un’economia sana e dei valori civili sanciti dalla nostra Costituzione“.

Per Rovignoni si tratta di una decisione importante che l’Autorità ha preso all’unanimità, segno “della gravità della situazione”.

In conclusione, il presidente FAPAV, ha detto di augurarsi che questo sia “il primo passo lungo la strada di una effettiva tutela del lavoro di oltre 250.000 persone, che ogni giorno mettono la loro professionalità e la loro passione al servizio di uno dei principali comparti dell’industria italiana”.

 

Infine Tullio Camiglieri, coordinatore del Centro Studi per la difesa dei diritti degli autori e della libertà di informazione, ha sottolineato che nel 2008 a causa della pirateria online, l’industria audiovisiva europea ha registrato perdite per 10 miliardi di euro e un totale di 185.000 posti di lavoro in meno. Solo in Italia, sono stati persi 22.400 posti di lavoro. Sulla base delle attuali proiezioni e in assenza di cambiamenti significativi, entro il 2015 l’industria europea rischierà perdite pari a 240 miliardi di euro e 1.2 milioni di posti di lavoro.

 

In secondo luogo è, quindi, urgente “adottare forme effettive di contrasto ai siti che immettono in rete opere protette da diritto d’autore, e sviluppare una forte azione di educazione sulla fruizione legale dei contenuti audiovisivi che informi correttamente sul mondo che la pirateria online rischia di far scomparire, senza peraltro sostituirlo con prodotti più evoluti, poiché la pirateria distrugge, ma non crea”.

La delibera dell’Agcom, ha detto infine Camiglieri, “sembra muoversi in questa direzione, nel tentativo di assicurare il rispetto della creatività artistica e la tutela dell’industria audiovisiva, attraverso l’applicazione del diritto comunitario e nazionale sulla proprietà intellettuale”.

 

Le misure dell’Agcom poste a consultazione pubblica – che avrà la durata di 60 giorni – si caratterizzano per un approccio innovativo che da un lato punta a promuovere misure per favorire l’offerta legale di contenuti accessibili ai cittadini, rimuovendo le barriere allo sviluppo e sostenendo l’interoperabilità tra le piattaforme trasmissive e un accorciamento delle “finestre di distribuzione”; dall’altro prevede azioni di contrasto per la rapida eliminazione dalla rete dei contenuti inseriti in violazione del copyright. Il tutto, nel rispetto del diritto alla privacy e alla libertà di espressione nonché tenendo conto del quadro tecnologico.

Si promuovono anche attività informative di educazione alla legalità intesa a rendere agli utenti, in particolar modo i più giovani, maggiormente consapevoli dei rischi generati dalla pirateria; promozione dell’approccio relativo alla diffusione di licenze collettive estese anche in termini di soluzioni che favoriscano economicità e facilità di pagamento da parte dell’utente; sicurezza delle modalità di pagamento (incluse le forme di mPayment); promozione delle forme sperimentali di consumo legale.

A queste azioni si affiancano provvedimenti a tutela del diritto d’autore che si ispirano a best practices internazionali come quelle previste dal Notice and take down (Usa), che riguardano il gestore del sito e non il singolo utente.

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