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eBook: mercato in forte crescita in Usa ed Europa ma si discute ancora su modelli di business e riduzione dell’Iva

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A fine 2010 il mercato dell’eBook è decollato in Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti.

E’ quanto sostiene uno Studio di Idate, che rileva come ormai tutti i generi letterari stanno progressivamente passando al digitale. I contenuti professionali, scientifici e tecnici hanno aperto la via, seguiti dalla letteratura e adesso anche dai cartoni animati, testi per i giovani, libri d’arte, manuali di cucina…

Marc Leiba, consultant senior di Idate, ha sottolineato che tuttavia alcuni generi hanno una fetta di mercato digitale più importante. Si tratta dei thriller, dei romanzi sentimentali così come i libri di fantascienza.

 

Gli Stati Uniti sono il primo mercato del mondo con delle vendite che raggiungono i 594 milioni di euro nel 2010. Precedono il Giappone, pioniere in questo comparto, che registra 527 milioni di euro. I mercati europei presentano tassi più modesti ma con una notevole crescita dell’80%.

 

Idate precisa che entro il 2014 il passaggio al digitale non determinerà una perdita di valore perché le vendite degli eBook compenseranno progressivamente il declino della stampa contribuendo alla crescita del mercato globale.

Nel 2015 il futuro del settore si giocherà su due livelli: il grado di conversione al digitale dei lettori occasionali, che sono la maggioranza, e l’impatto dei prodotti multimediali ibridi, capaci di attirare quel pubblico che non legge libri tradizionali.

 

Al momento, sottolinea Idate, il mercato dell’eBook è composto principalmente dalle versioni digitali di libri stampati e quelli nati solo in formato digitale sono ancora pochi. D’altronde i lettori di eBook sono gli stessi di quelli dei libri tradizionali per cui tendono a comprare gli stessi titoli.

Si resta poi ancora alla ricerca del modello di business più conveniente. Il modello dominante è quello del downloading, come avviene in America ed Europa, o quello dell’abbonamento per scaricare singoli capitoli come in Giappone.

Gli altri modelli (‘noleggio’, vendita per capitoli o con inserzioni pubblicitarie) sono limitati ad alcuni generi precisi. Mentre resta più simile, eccetto per la parte fiscale, il quadro normativo (in particolare la legge sul prezzo unico).

 

Si modificano invece i rapporti di forza nella catena di valore tra editori, autori e agenti. Questi ultimi rendono disponibili i contenuti, organizzano la distribuzione e influenzano il prezzo finale di vendita. Per i rivenditori aumenta la concorrenza davanti alla moltiplicazione dei player: librerie tradizionali, online books shops, aggregatori, giganti della rete e operatori mobili.

La competizione si è sviluppata intorno ad attori maggiori pronti a rompere i tradizionali codici come Amazon che porta avanti una politica aggressiva sul versante dei prezzi, Apple con una strategia più localizzata su iBooks e Google Editions (Google eBooks) che punta sul proprio programma di digitalizzazione di Google Books e la potenza degli algoritmi di ricerca che consentono di includere le pagine dei libri nei risultati di ricerca.

 

Intanto continuano le discussioni sul fronte Iva, altro argomento molto caldo anche in Italia. Key4biz ha inteso dare il proprio contributo al dibattito in corso, promuovendo la campagna nazionale per la riduzione dell’Iva degli ebook, dall’attuale 20% (del software) al 4% (dei libri cartacei). Lo scopo della petizione che ha preso il via ufficiale lo scorso 19 luglio, è quello di fare pressione su tutti i 945 parlamentari nazionali e i 78 europarlamentari italiani, invitati a sottoscrivere l’appello, affinché un’opera letteraria non si trasformi né cambi valore se scaricata dalla Rete o presentata stampata in tipografia.

In Francia Nicolas Sarkozy ha chiesto all’ex ministro Jacques Toubon di pensare a una “modernizzazione della fiscalità culturale” con una riduzione dell’Iva al 5,5% per i libri digitali sulla linea di quanto richiesto dalla Ue.

In una lettera del 9 dicembre, il presidente ricorda che “il diritto comunitario autorizza gli stati membri a ridurre l’Iva per alcune categorie di beni e servizi limitati”.

L’abbattimento dell’Iva dal 19,6% al 4,5% si applica a giornali, periodici, libri, ma non a video o servizi online come stampa o eBook.

Per Sarkozy questa “differenza di trattamento fiscale è fonte di distorsione della concorrenza” che “non è giustificata visto che le prestazioni in questione sono simili dal punto di vista del consumo“.

Questa situazione – ha aggiunto – è ancora più preoccupante per l’economia francese ed europea perché frena lo sviluppo di una nuova fonte di crescita e innovazione”.

 

Il presidente ha quindi domandato a Toubon di rimediare rivedendo le leggi in materia, raccogliendo le proposte e le posizioni della Commissione europea e dei 27 Stati membri sull’argomento in questione.

Proprio mercoledì il governo francese ha deciso di appoggiare la posizione del Senato per la riduzione dell’Iva sugli eBook.

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