eBook: come cambia l’editoria e quale l’impatto futuro, mentre in Francia il Governo appoggia il taglio dell’Iva

di Antonietta Bruno |

Per il ministro della Cultura Frederic Mitterand 'questa misura servirà a porre fine alla disparità di trattamento fiscale e alla discrepanza della normativa UE'.

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“Il libro non scomparirà, anzi è destinato a sorprenderci ancora”. Sono queste le parole pronunciate dall’editore Stefano Mauri a chiusura della nona edizione della fiera internazionale della piccola e media editoria ‘Più libri più liberi’ ospitata a Roma, e che ha registrato la presenza di rappresentanti internazionali del mondo del libro, declinato nella sua ultima espressione ‘digitale’: l’eBook.

 

Dopo avere focalizzato l’attenzione sul trascorso del settore e, in particolar modo, sulle problematiche legate al diritto d’autore, alla libertà di stampa e di espressione, al mercato e al pluralismo dell’informazione, Mauri ha sottolineato che: “Il libro doveva crollare con l’avvento della radio, poi della tv, del Pc, del cd-rom e con gli eBook. Nel 2000 Bill Gates addirittura disse che con la versione digitale dei libri nel 2007 non ci sarebbero più stati libri di carta e non è stato così’. ‘Credo – ha detto Mauri – che dovremo tenere gli occhi aperti, essere pronti al nuovo, ma nessun file avrà mai il carisma di un libro”.

 

Spinto da queste convinzioni, l’attuale presidente del Consiglio del Gruppo editoria di varia dell’Associazione italiana editori (AIE), ha poi azzardato una previsione sul libro al 2020. Dubitando su quanto già ipotizzato dagli esperti, secondo cui il mercato degli eBook tra dieci anni coprirà il 50% dell’intero mercato, Mauri ha ribadito che la percentuale potrebbe attestarsi a non più del 20%.

 

Sarà così? Intanto, secondo le ultime elaborazioni dell’Osservatorio permanente contenuti digitali, il futuro del libro non sarà solo online. In base alle rilevazioni su un campione di 8.500 individui (italiani con più di 14 anni e appartenenti al panel consumer Nielsen), c’è ancora un 33,5% di italiani che risponde che con l’iPad non sa proprio cosa farci, anche se ne è fortemente incuriosito. Il 27,6% lo usa per leggere libri, il 26,5% per leggere giornali, ma il 33,2% lo usa per vedere film. “Dati che stanno a indicare uno dei possibili esiti futuri del libro – ha spiegato Giovanni Peresson, responsabile dell’Ufficio studi AIE – in cui testi e immagini, condivisione di contenuti e solitudine della lettura si confronteranno, forse si fonderanno assieme, sicuramente imporranno alle case editrici di continuare in quel percorso di innovazione verso nuovi prodotti e nuove storie che alcune di loro hanno iniziato a fare in quest’ultimo anno”.

 

L’eBook o le applicazioni che sempre più di frequente si scaricano dalla rete e dagli store online saranno quindi soltanto una delle possibili declinazioni future del libro.

“In quest’ultima edizione – ha ribadito Stefano Mauri ritornando sull’argomento – la fiera ha proposto un quadro del nostro mercato editoriale piuttosto diverso da quello prospettato dal guru dell’editoria indipendente Andrè Schiffrin che, tra le altre cose, contrappone i grandi ai piccoli in maniera ideologica. Quello che è emerso invece, è che il ricco e variegato panorama editoriale italiano dimostra che la virtuosa compresenza e concorrenza fra i piccoli ne garantisce l’esistenza e la sopravvivenza”.

Per quanto riguarda l’editoria del futuro, il “settore più minacciato – sempre secondo Mauri – è il diritto d’autore, mentre la libertà d’espressione non è insidiata da internet”. “Bisogna trovare un equilibrio” dunque. “Il ruolo dell’editore sarà quello di evitare di pubblicare qualsiasi cosa mentre, per quanto riguarda il mercato, una maggiore regolamentazione dello sconto sui prezzi dei libri potrebbe aiutare”.

 

Sul fronte dei libri digitali, l’aiuto ad esempio, potrebbe venire dall’abbassamento dell’aliquota Iva. Provvedimento atteso da molti, e che il governo francese ha anticipato, decidendo di adottare un emendamento votato da Senato per la riduzione dell’imposta sugli eBook dall’attuale 19,6% al 5,5%. Misura che era stata inizialmente bocciata dal Governo per la forte opposizione del ministro delle Finanze François Baroin perchè “contraria al diritto europeo”, dal momento che gli 27 Stati membri stanno ancora lavorando a una posizione comune.

 

Sull’argomento, è intervenuto anche il ministro della Cultura e della comunicazione Frederic Mitterrand. “Questa misura – ha affermato Mitterrand – servirà a porre fine alla disparità di trattamento fiscale tra libro cartaceo e libro digitale che è fonte di distorsione della concorrenza denunciata da tutti gli operatori del settore, e all’incoerenza individuata dalla Commissione europea nel suo libro Verde”.