Wikileaks: l’arresto di Assange non fermerà la divulgazione di nuovi documenti

di Alessandra Talarico |

Il fondatore dei sito, arrestato questa mattina a Londra, si difende con un editoriale pubblicato sulle pagine online dell'Australian: 'Wikileaks senza paura nel rivelare fatti di pubblico interesse'.

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Julian Assange

Il fondatore di Wikileaks, Julian Assange, è stato infine arrestato questa mattina a Londra, in ottemperanza al mandato d’arresto emesso a novembre dalla magistratura svedese.

 

Sulla base di quanto riferito in una nota da Scotland Yard, Assange è stato arrestato alle 9:30 ‘su appuntamento’ in un commissariato londinese. L’hacker-giornalista che ha gettato lo scompiglio nella politica mondiale, rivelando attraverso il suo sito documenti secretati con i ‘giudizi’ quasi sempre poco lusinghieri dei diplomatici americani sui massimi esponenti dei Paesi che li ospitavano, si è recato quindi davanti alla Corte di giustizia di Westminster che dovrà decidere se ci sono gli estremi per la sua eventuale estradizione in Svezia. Assange ha riferito ai giudici di non acconsentire a tornare nel paese, dove ha trascorso gran parte della sua vita e che ora vuole processarlo con l’accusa di ‘coercizione, aggressione sessuale e stupro’ a danno di due donne.
La Corte, tuttavia, gli ha negato la libertà su cauzione, deliberando la sua permanenza in carcere fino al 14 dicembre, quando si terrà la prossima udienza.

L’uomo, che secondo Sky News starebbe ricevendo l’assistenza del consolato australiano e avrebbe ricevuto attestati di solidarietà da molti esponenti della cultura come il regista Ken Loach, avrebbe avuto la colpa – sostiene il Daily Mail – di avere rapporti sessuali non protetti con due donne. Rapporti consenzienti, ha sempre ripetuto l’uomo, che si ritiene vittima di una ‘ritorsione’ legata alle sue rivelazioni.

 

I fatti si riferiscono infatti a quest’estate, ma la caccia all’uomo è scattata decisa in seguito all’ultima maxi pubblicazione di cablogrammi riservati trasmessi da oltre 260 ambasciate Usa al dipartimento di Stato: una serie di rivelazioni ‘pericolose’, in seguito alla quale gli Stati Uniti hanno accusato Assange di aver volutamente messo in pericolo la sicurezza dei cittadini americani e dello Stato, rivelando documenti tali da minare i rapporti diplomatici coi Paesi ‘amici’.

 

E mentre la politica esprimeva soddisfazione – per  il segretario alla Difesa Usa, Robert Gates, si tratta di “una buona notizia” e il ministro degli Esteri, Franco Frattini ha affermato: “Era ora: l’accerchiamento internazionale ha avuto, per fortuna, successo” – Assange si faceva sentire attraverso un editoriale pubblicato dopo il suo arresto dal sito dell’Australian. ‘‘Nella gara tra segretezza e verità, è inevitabile che alla fine vinca la verità”, ha scritto, citando il suo connazionale Rupert Murdoch e sottolineando come le rivelazioni dei file segreti ‘non hanno danneggiato nessuna singola persona”.

Assange ha anche ribadito che la sua visione non è quella di un pacifista, quanto quella di chi vuole togliere il velo alle bugie “di un governo che mente al suo popolo sulla guerra e poi chiede agli stessi cittadini di offrire le proprie vite e le proprie tasse a sostegno di quelle bugie”.

 

Le rivelazioni di Wikileaks, infatti, non si fermano anche se, dopo Mastercard, pure Visa ha annunciato di aver sospeso tutti i pagamenti a favore del sito, motivando la decisione e con le indagini in corso sulle attività dell’organizzazione.

“Wikileaks – ha spiegato il portavoce del gruppo – è operativo, stiamo continuando sullo stesso percorso già tracciato”. L’arresto di Assange, continua, è “un attacco alla libertà di informazione” e qualsiasi sviluppo della sua vicenda personale non cambierà i piani relativi alle divulgazioni di documenti riservati, che continueranno nei prossimi giorni grazie all’impegno di persone che lavorano a Londra e in altre parti del mondo.