Net neutrality: la FCC vuole una rete a due corsie e nuove frequenze Tv per i servizi mobili

di Alessandra Talarico |

Stati Uniti


Julius Genachowski

La crescita esplosiva degli smartphone rende necessari nuovi investimenti e nuove risorse per garantire il corretto funzionamento delle reti mobili, dalle quali dipende il loro funzionamento.

Un problema che può essere risolto dando alle telco le risorse frequenziali liberate dal passaggio alle trasmissioni televisive in digitale e alla cui soluzione si sta lavorando sia in Europa che negli Usa. Oltreoceano la Federal Communications Commission ha votato una proposta che mira proprio a garantire che alcune frequenze attualmente utilizzate dalla televisioni vengano riallocate agli operatori del wireless, così da sostenere la crescente domanda di connettività mobile.

 

La FCC, cosi come la Commissione europea, sta cercando di risolvere anche la questione della cosiddetta net neutrality e ha in agenda per il 21 dicembre il voto sul nuovo framework, che riguarda, nello specifico, la possibilità di consentire o meno agli operatori telefonici di dare priorità a determinati flussi di traffico (presumibilmente generati da content provider disposti a pagare di più) bloccandone altri, per evitare congestioni della rete.

Il piano del presidente Julius Genachowski, in base alle anticipazioni del New York Times, di fatto impedirà di bloccare qualsiasi tipo di contenuto trasmesso legalmente in rete, ma permetterà agli operatori di applicare tariffe differenziate per diversi livelli di servizio (come ad esempio per garantire la trasmissione di applicazioni molto voraci di banda quali i video in streaming) e di gestire le reti – attraverso i contestati sistemi di traffic management – per limitare eventuali congestioni o bloccare contenuti pericolosi.

Le società saranno comunque tenute a giustificare perché questi servizi non siano forniti sulla rete ‘aperta’ e a garantire che la gestione delle reti avvenga nella massima trasparenza.

 

Genachowski ha deciso di non sottoporre i servizi internet a banda larga alle attuali leggi sulle telecomunicazioni, un passo tentato a maggio ma criticato perchè avrebbe aperto la strada a regole più rigide per gli internet service provider e alla necessità di adottare nuove leggi ad hoc.

La proposta, che dovrà ottenere il supporto della maggioranza della Commissione (composta da 5 persone), è necessaria per garantire che internet continui a essere un incubatore di innovazione: “I fornitori di servizi hanno un incentivo naturale a sfruttare la loro posizione di custodi di internet…mentre ci sono rischi reali per la libertà e l’apertura del web”, recita il testo del discorso anticipato dal NYT.

Per i fornitori di servizi wireless a banda larga, il segmento a più rapida crescita del settore, la proposta include una clausola di trasparenza e una regola che vieta di bloccare i siti web e alcune applicazioni offerte da terzi che potrebbero essere in concorrenza con quelle offerte dagli operatori stessi (come ad esempio i servizi VoIP), così da stroncare sul nascere eventuali comportamenti anticompetitivi.