Apps e cloud: anche aziende e PA disponibili al cambiamento, ma si affronti la questione interoperabilità

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Al convegno del Corriere delle Comunicazioni esperti, responsabili istituzionali e professionisti puntano i riflettori sulle opportunità per le aziende: 'La trasformazione è già in atto'.

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Mobile Apps

Stiamo andando verso un’epoca di profondi cambiamenti che in poco tempo possono mettere in discussione uno dei concetti base dell’informatica che per anni è rimasto immutato: quello di applicazione. È questo il senso del convegno “Dal Web alle Apps” organizzato dal Corriere delle Comunicazioni che ha richiamato a Milano oltre cento tra operatori del mondo Ict a confrontarsi con quella che potenzialmente rappresenta una rivisitazione profonda che potrà influire profondamente non solo sull’esperienza utente, ma anche sulle infrastrutture di elaborazione e comunicazione, sull’organizzazione IT e sulla struttura dell’offerta di mercato.

Protagoniste di questi possibili cambiamenti sono le Apps, ovvero quelle soluzioni che sono diventate molto popolari con l’affermazione dell’iPhone di Apple. La società di Steve Jobs in realtà non ha inventato niente di nuovo, le Apps per dispositivi mobili esistevano da tempo, ma ha fatto in modo che queste diventassero un elemento complementare essenziale per il funzionamento del suo smartphone, e poi anche per l’iPad, rendendole al contempo facilmente sviluppabili e facilmente scaricabili, come ha sottolineato nella relazione introduttiva Francesco Sacco, professore di Strategia aziendale all’Università dell’Insubria e Imanaging director del centro di ricerca EntER dell’Università Bocconi: “È così che oggi nell’Apple Store sono disponibili oltre 300.000 Apps che complessivamente sono state scaricate per oltre 7 miliardi di volte”.

La crescente diffusione di smartphone e palmari, non solo Apple, che nel 2012 supereranno nelle vendite i pc desktop e i notebook, oggi pone il tema dell’interoperabilità e della indipendenza dal sistema operativo delle Apps, ma soprattutto cambieranno le modalità con le quali l’utente medio dispone delle funzionalità applicative necessarie per compiere le operazioni di suo interesse anche in contesti lavorativi. “Le Apps stanno già trasformando in modo significativo settori di business più o meno toccati dall’affermazione del web: l’home banking e i pagamenti da device mobili, l’advertising, il marketing, il settore salute, l’energy management i servizi di geolocalizzazione legati all’industria dell’automotive”, racconta Michele Marrone, managing director della divisione mobility operated services di Accenture.

Potranno gli ambienti enterprise rimanere impermeabili a questi cambiamenti? “La risposta è no, soprattutto se si pensa che il concetto di Apps si collega molto bene a un altro cambiamento a cui sta andando incontro il mondo IT in generale, e quello enterprise in particolare: il cloud computing”, dichiara Emanuele Ranieri, responsabile marketing top client di Telecom Italia.

“L’obiettivo a questo punto deve essere quello di rendere le Apps indipendenti dalla piattaforma mobile per cui sono nate e diffonderle su tutti i device di elettronica di consumo, in questo senso abbiamo puntato sullo sviluppo della comunity degli sviluppatori fornendo anche la possibilità di replicare le Apps sui device che si ritengono necessari”, spiega Paolo Bruschi, direttore vendite per Telecom Italia di Samsung Italy.

Ma portare a utilizzare massicciamente le Apps in azienda insieme a device come smartphone e tablet non è una cosa da poco, come spiega Romeo Quartiero, amministratore delegato di DS Group: “La mobilità è una modalità di lavoroche si sta diffondendo anche dentro gli edifici, tra il personale che lavora in sede; per supportare anche questa esigenza bisogna ripensare i concetti di device management, creazione e distribuzione dei contenuti di business, profilazione degli utenti: l’azienda deve rendere disponibile le Apps giuste alle persone giuste”.

“Non dimentichiamo anche il fatto che il video rappresenta ormai l’80% del traffico su internet e le Apps devono fare i conti con questo elemento” afferma Andrea Pirone, technology marketing manager collaboration della regione Mediterranea di Cisco.

Ma allo sviluppo delle Apps non è interessato il solo mondo del business; anche la PA italiana sta focalizzando l’argomento, convinta che anche queste contribuiranno profondamente a migliorare il rapporto tra cittadini ed enti pubblici. “E’ importante che le Apps di servizio che verranno sviluppate dagli enti della PA siano sempre aggiornate e inerenti alla realtà del momento: solo così possiamo aumentare in positivo la percezione dei cittadini verso la PA”, sottolinea Andrea Casadei, consigliere per l’innovazione del ministro Brunetta. E Gianni Dominici, direttore generale di ForumPA illustrando MiaPA, la prima Apps sviluppata in questo contesto, spiega: “La logica dei social media applicata a questa Apps serve per rendere visibili all’utente i commenti sui servizi erogati da parte di coloro che sono già passati in un determinato ufficio piuttosto che in un altro e anche per fornire all’ente le valutazioni di ritorno sui servizi ottenuti”.

La logica dell’Apps store è uno degli snodi fondamentali per abilitare la diffusione delle Apps nei contesti di business e nelle aziende: “Stanno nascendo già e si diffonderanno sempre di più degli Apps store multivendor indipendenti e tra questi troveremo chi fornirà Apps orizzontali e chi estremamente verticalizzate”, dichiara Gianmauro Calafiore, presidente di SMS Italia e co-founder di Mobile Monday.

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