Agcom: via libera a regole gara per multiplex digitali. Attesa per diritto d’autore sul web e web tv

di Antonietta Bruno |

Italia


Corrado Calabrò

Il Consiglio dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha dato il via libera al regolamento per la gara per i cinque multiplex per la trasmissione in digitale terrestre. Il testo, che ha ricevuto il parere favorevole della Commissione europea sulle modifiche apportate a seguito del via libera all’ingresso di Sky, sarà ora pubblicato in Gazzetta Ufficiale e trasmesso al governo. Le regole della gara in beauty contest erano pronte già da tempo quando, alla fine di luglio, da Bruxelles è giunto l’invito ad ammettere Sky Italia al contesto, sciogliendo l’emittente dagli impegni presi in sede di Antitrust europeo all’epoca della fusione tra Stream e Telepiu.
Nel settembre scorso l’Agcom aveva altresì inviato a Bruxelles la delibera con la nuova procedura che teneva conto del contesto mutato. E’ dello scorso 17 novembre la lettera di risposta dei commissari Ue alla Concorrenza Joaquim Almunia e all’Agenda digitale Neelie Kroes in cui si prende atto senza ulteriori rilievi della delibera, precisando che Bruxelles si riserva di valutare il rispetto dei criteri di trasparenza e apertura nel disciplinare di gara che sarà bandita dal Ministero dello Sviluppo economico.

Mesi di attesa, ed oggi la prima risposta concreta a margine di un incontro lungo e travagliato, che ha visto i membri del Consiglio impegnati nella discussione di un ordine del giorno abbastanza corposo e interessante, che ha compreso altresì: l’avvio della consultazione pubblica sul regolamento per il diritto di autore su internet, la cui bozza prevede la rimozione dei contenuti non autorizzati e sanzioni in caso di violazione; l’approvazione del regolamento relativo all’asta del dividendo digitale dalla quale il governo spera di ricavare una cifra di poco inferiore ai tre miliardi di euro, nonché quello relativo alle web tv e alle web radio. Provvedimento quest’ultimo, già avversato dall’opposizione e da buona parte del mondo di internet, poiché prevedrebbe l’obbligo di una dichiarazione di inizio attività con un costo di autorizzazione ancora da stabilire. Al contrario, sarebbe già stata definita la parte riguardante le emittenti web lineari – quelle con palinsesto – mentre su quelle non lineari, ovvero basate sull’on-demand, sarebbe stato trovato un compromesso che prevede l’esclusione delle micro web tv, come quelle dei blogger, e la regolamentazione solo delle emittenti che svolgono un’attività in qualche modo paragonabile con quella delle altre piattaforme.

Intanto, molti i commenti che hanno anticipato l’esito della discussione. Per il Commissario Agcom Stefano Mannoni, le misure allo studio sul diritto d’autore sul web “sono ragionevoli e proporzionali” oltre che rispettose delle direttive della Commissione e in linea con quelle vigenti in altro Paesi europei.

L’introduzione di queste misure, ha detto Mannoni, “…non contraddice la libertà del web, che deve essere comunque rispettoso dei diritti”.

Sul regolamento Agcom a tutela del copyright è intervenuto, quindi, il direttore generale della Siae Gaetano Blandini: “Non conosciamo i contenuti delle nuove regole che l’Agcom intende proporre mediante una consultazione pubblica – aveva dichiarato proprio ieri – ma se realizzeranno una tutela efficace e una valorizzazione dei diritti degli autori, editori, produttori dei contenuti veicolati nella Rete, ben venga l’intervento dell’Autorità Garante”.

“L’Agcom – aveva altresì aggiunto ieri Blandini cui la legge sul diritto d’autore più volte modificata da interventi normativi dettati dall’Unione europea, attribuisce un’attività in coordinamento con Siae e non può non tener conto della necessità di tutelare tutti gli interessi in gioco. Quelli dei titolari dei diritti sulle opere dell’ingegno, quelli dei gestori delle tecnologie di internet e, non ultimi, quelli dei cittadini- consumatori ad una libera fruizione di elementi culturali, di informazione e di spettacolo”.

“La libertà e la democrazia della Rete – aveva proseguito – non può significare assenza di regole. Queste regole devono esserci, come sta avvenendo in molti Paesi europei, proprio per tutelare realmente tutti i soggetti coinvolti nell’utilizzo delle Reti telematiche. Non può tacersi come l’attuale assenza di regole abbia prodotto e stia producendo un progressivo depauperamento della produzione culturale, un impoverimento dei creatori di opere dell’ingegno, la chiusura o il ridimensionamento di imprese, che a tutti i livelli professionali fanno della produzione di contenuti culturali il loro business, con la perdita sempre più devastante di posti di lavoro”.