Rai: per il dg Mauro Masi ‘il 2011 si chiuderà con un avanzo tra i 15 e i 25 mln di euro e introiti pubblicitari in crescita’

di Antonietta Bruno |

Nell'ultima audizione con il Cda, si sono ripercorse le criticità dell'azienda di Viale Mazzini e discusse le possibili strategie di ripresa.

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Il bilancio della Tv pubblica italiana nel 2011, secondo una stima fatta e annunciata dal direttore generale della Rai Mauro Masi, si dovrebbe chiudere con un avanzo tra i 15 e i 25 milioni di euro. Nel corso dell’ultima audizione della Commissione di Vigilanza, dinnanzi al presidente del Cda Sergio Zavoli, Masi ha anche spiegato che nell’anno in corso, “si avrà una perdita vicina ai 118 milioni di euro, e che grazie a un generalizzato contenimento dei costi, si prevede un miglioramento dei conti per 45 milioni di euro, dovuti all’anticipazione del piano di incentivazione all’esodo”. “Abbiamo preferito riportare questo risparmio nel bilancio del prossimo anno – ha aggiunto il dg – e in questo modo che contiamo di chiudere il 2011 in utile. Ovviamente restano delle criticità ma grazie a una forte discontinuità sugli assetti del gruppo che realizzeremo il prossimo anno riteniamo che nel 2012 il gruppo Rai possa essere strutturalmente in equilibrio”.

 

Buone nuove per l’azienda di viale Mazzini, e questo nonostante le tantissime criticità che in questi ultimi mesi hanno investito l’azienda, arrivano invece dal fronte ‘contratto di servizio’. Durante l’assemblea svoltasi a qualche giorno di distanza da quella indetta per affrontare i problemi e le difficoltà con il presidente Paolo Garimberti e, con particolare riguardo alla stesura dell’Atto di indirizzo dedicato al pluralismo dell’informazione, alla qualità dei programmi e alla gestione delle risorse, Masi ha esternato le sue considerazioni anche in merito al contratto di servizio. Nodo cruciale dell’azienda, e per il quale il direttore generale ha affermato e fatto mettere a verbale di non condividere la linea intrapresa dall’Organo collegiale e questo perchè, si ritiene che “nell’attuale assetto istituzionale l’azienda abbia il potere di non firmare il contratto di servizio, ma possa solo opporre obiezioni”.

 

Sullo stesso tema, è intervenuto anche il numero uno dell’azienda televisiva italiana, affermando che da quando esiste la contabilità separata, la Rai ha dovuto ‘dirottare’ 1 miliardo e 200 milioni di euro dal monte dei proventi commerciali. Il motivo? “Rispetto degli obblighi del Contratto di servizio”. “In questa situazione di crisi  con segno meno anche quest’anno nei conti Rai – ha aggiunto Garimberti – non si può chiedere al Cda di assumere impegni economici di un Contratto che è più oneroso di quanto in realtà si incassa”.

 

Ritornando all’audizione di Masi e focalizzando l’attenzione sul recupero dell’evasione del canone speciale che lo stesso direttore generale ha inserito nel suo piano di investimenti straordinari e le cui entrate dovrebbero attestarsi attorno ai 100 milioni di euro – frutto appunto di questo diffusissimo tipo di evasione fiscale – e che nello specifico riguarda il possesso di uno o più apparecchi utilizzati all’interno di attività commerciali (circa 960 mila esercizi), il dg della Rai ha ribadito che questa ‘prassi’, riguarda un ammanco di circa il 75%  delle entrate a livello nazionale, contro il 25% delle entrate relative al canone ordinario.

 

In merito invece alla questione pubblicità, Masi ha dichiarato che entro la fine del 2010, le entrate di questo particolare settore,  ammonteranno a circa “1.030 milioni di euro con una crescita del 4,7% rispetto all’anno scorso” e quindi, in perfetta linea con i risultati raggiunti da Mediaset.