eSecurity: nuove iniziative della Polizia Postale contro il cybercrime

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819 persone denunciate per reati in materia di eCommerce, 37 arresti, 2.913 persone coinvolte in attività di hacking e 51 fermi per reati pedopornografici, sono solo alcuni dei numeri che indicano l’attività svolta dalla Polizia postale nei primi mesi del 2010.

 

 

 

La Polizia Postale e delle Comunicazioni rinnova l’impegno nella lotta contro la criminalità organizzata. Un impegno iniziato già qualche tempo fa, non ultima la recente la realizzazione di alcuni video informativi volti a spiegare in modo chiaro e divertente i principali rischi che gli utenti corrono online.

Nei primi mesi del 2010, ad esempio, la Polizia Postale ha denunciato ben 819 persone per reati in materia di eCommerce e ha portato a termine 37 arresti. Di grande rilevanza è stato il numero delle persone denunciate per hacking – pari a 2.913 con 76 arrestati – e quelli per reati pedopornografici – pari a 475 denunciati con 51 arrestati -.

Da gennaio a settembre 2010 invece, il commissariato online della Polizia Postale www.commisariatodips.it, ha ricevuto 757 segnalazioni, 189 denunce e 565 richieste di informazioni per fatti relativi alla rete internet.

“Il protocollo che abbiamo sottoscritto – ha dichiarato il direttore centrale delle specialità della Polizia di Stato Oscar Fioriolli – è una risposta efficace mirata al contrasto dei crimini informatici. L’accordo rientra nel modello di sicurezza partecipata, nel quale la sinergia pubblico-privato può essere un’arma vincente da utilizzare per combattere questo crimine emergente”.
 

“La nostra – ha detto invece Antonio Apruzzese – direttore del servizio Polizia postale e delle Comunicazioni – è una lotta impegnativa contro tutte le forme di crimine informatico che, ultimamente, stanno manifestando una rilevante potenzialità offensiva. Anche per questo la Polizia postale e delle Comunicazioni vuole estendere la sua sempre più ampia ‘controrete di sicurezza’ attraverso la collaborazione con le Aziende leader del settore”.

I dati di Pp confermano quanto emerso dal recente rapporto Norton Cybercrime Human Impact Report: secondo lo studio, infatti, il 69% della popolazione italiana ha subito una qualche forma di cyber crimine contro una percentuale mondiale del 65%. Inoltre, il 51% degli intervistati ha scoperto il proprio PC infetto da virus o malware, il 10% è stato vittima di truffe online e il 4% ha subito il furto d’identità.

Non stupisce, quindi, che quasi nove adulti su dieci (86%) dichiarino di essere preoccupati del cybercrime e oltre un quarto (28%) si aspetti di rimanere vittima di frodi o sottrazioni online. Solo una piccola minoranza (3%) è convinta di essere immune al crimine informatico. Tuttavia, nonostante l’universalità della minaccia e l’incidenza del crimine informatico, solo la metà (51%) della popolazione
adulta si dichiara disponibile a modificare il proprio comportamento online qualora rimanesse vittima di un crimine.

Il cybercrimine non è un fenomeno che riguarda solo gli utenti privati ma colpisce in maniera significativa anche le aziende. La sicurezza diventata quindi un tema chiave anche per le imprese che subiscono attacchi mirati al furto di dati sensibili, quali numeri di carte di credito, identità personali, numeri di conti corrente, per un valore che nel 2009 è stato pari a 1 trilione di dollari. Il costo medio sostenuto da un’organizzazione compromessa è all’incirca di 5 milioni di euro, mentre 23 milioni di euro è il costo massimo ad oggi sostenuto in seguito ad un attacco informatico. Questi dati vengono spesso rivenduti in un vero e proprio “mercato nero” delle informazioni, che ha un volume di affari che si aggira intorno ai 210 milioni di euro.

Secondo l’Internet Security Threat Report XV, infatti, nel 2009 le attività degli hacker volte a sottrarre l’identità sono notevolmente aumentate rispetto al 2008, passando dal 22% al 60% del totale delle minacce. Anche l’ultima edizione dello Spam & Phishing Report, che riguarda il mese di ottobre 2010, riporta dati allarmanti che dimostrano come il cybercrimine sia un fenomeno sempre più diffuso. Lo spam infatti rappresenta l’89,40% dei messaggi, di cui il 3% ha origine dall’Italia, mentre il phishing è aumentato del 52%, colpendo soprattutto il settore finanziario con una percentuale pari all’88%. (a.b.)