Key4biz

eBook. Senato vota la riduzione dell’Iva al 5,5% ma il Governo si oppone: ‘E’ contro i dettami Ue’

Francia


Prendendo di contropiede il Governo, il Senato francese ha adottato un emendamento che abbassa l’Iva sugli eBook dal 19,6% al 5,5%, parificandola a quella applicata alla vendita di libri cartacei.

L’emendamento alla legge Finanziaria per il 2011 era stato proposto a fine ottobre dalla Commissione Cultura nell’ambito della proposta di legge sul prezzo dei libri digitali. La proposta, che introduce la possibilità per gli editori di fissare il prezzo di vendita degli eBook così come avviene per i libri tradizionali, era stata adottata all’unanimità dal Senato, mentre l’emendamento – presentato dal socialista Serge Lagauche e da Jacques Legendre (UMP) – era bocciato per la forte opposizione del ministro delle Finanze François Baroin secondo cui la modifica sarebbe “contraria al diritto europeo”, precisando che i 27 Stati membri stanno lavorando a una posizione comune.

 

Secondo i senatori, “applicare lo stesso tasso ridotto del 5,5% nei due casi (libri cartacei e eBook) eviterebbe una distorsione delle concorrenza, soprattutto nel quadro iperconcorrenziale di questo mercato, fortemente condizionato dal dumping fiscale di alcuni Stati membri”.

La centrista Morin-Desailly, che ha difeso l’emendamento a nome della Commissione, ha ricordato che “questa misura è necessaria per lo sviluppo di un’offerta legale allettante per i consumatori”, sottolineando l’urgenza di “proseguire attivamente il dibattito in sede europea per ottenere dal Consiglio il consenso sulla facoltà degli Stati membri di applicare l’Iva ridotta non solo a tutti i libri, compresi quelli accessibili solamente online, ma anche per altri beni culturali presenti in rete”.

 

Resta tuttavia improbabile che il testo sia adottato così com’è anche dall’Assemblea nazionale, data anche la battaglia del governo per mobilitare la maggioranza parlamentare dell’UMP.

Della necessità di rapportare l’Iva applicata agli eBook a quella dei libri tradizionali – in Italia passerebbe dal 20%  (del software) al 4% (dei libri cartacei) – Key4Biz ne ha fatto una campagna nazionale con tanto di raccolta firme, partendo dal presupposto che “…pensare che un’opera letteraria si trasformi e cambi valore se scaricata dalla Rete o se stampata in tipografia è un controsenso e una discriminazione di natura politica”.

 

Il dibattito sugli eBook e, in generale, sull’editoria digitale è aperto non solo in Europa e sono in molti a scommettere sulle potenzialità del settore, come conferma anche l’alleanza tra la News Corp e la Apple per il lancio del primo quotidiano esclusivamente digitale tagliato su misura per l’iPad (leggi articolo), da affiancare alle importanti testate – dal Wall Street Journal al Times – già di proprietà di Rupert Murdoch. Il tycoon australiano, che ha definito The Daily – questo il nome del giornale – “il mio progetto più entusiasmante”,  ha messo in piedi una squadra di 30 giornalisti guidati da  Jesse Angelo (ex direttore del New York post) con un budget di 20 milioni di euro e punta a conquistare 500 mila lettori in 5 anni, nella convinzione che la gente è pronta a pagare per un’informazione online di qualità.

Il quotidiano, per il cui sviluppo Murdoch si è avvalso della collaborazione degli ingegneri della Apple, avrà costi di distribuzione estremamente limitati rispetto a un sito internet e sarà venduto in abbonamento settimanale al prezzo di 99 centesimi. La pubblicazione si avvarrà inoltre dei contenuti di altri giornali del gruppo ma anche di MySpace.

 

L’esperienza della stampa online ha fin qui ottenuto risultati contrastanti: il Times, ad esempio, da quando ha adottato la formula dell’accesso a pagamento delle notizie sul web, ha registrato 105 mila transazioni, ma ha perso circa il 90% dei suoi lettori. Una percentuale altissima, ma inferiore a quanto Murdoch si aspettasse. Dopo il successo del lancio, l’applicazione online del magazine Wired ha perso un terzo dei suoi lettori, mentre diversi quotidiani francesi, come Le figaro, hanno preferito optare per un modello ‘misto’.

 Murdoch però confida nel successo della nuova avventura, convinto che i tablet siano la soluzione del futuro per i media che vogliono contrastare la crescita dell’informazione gratuita sul web. Da canto suo, Apple lavora alla realizzazione di un’edicola per l’iPad, costituita di giornali da scaricare sul modello già adottato per la musica con iTunes.

Exit mobile version