Tv digitale: prime stime sui ‘rifiuti’ dello switch-off. Mezzo milione di vecchi apparecchi prossimi alla rottamazione

di Antonietta Bruno |

Il passaggio al digitale terrestre apre una finestra anche sullo smaltimento delle Tv analogiche e dei materiali che le compongono. Previste campagne di sensibilizzazioni e appelli al conferimento in stazioni ecologiche e centri di raccolta autorizzati.

Italia


Spazzatura high-tech

Sono circa 500 mila i televisori ‘vecchio stampo’ prossimi alla rottamazione. E anche se il dato al momento si riferisce alla sola regione Emilia-Romagna, il trend dovrebbe essere confermato – regione per regione – man mano che nell’intero Paese si concretizzerà il passaggio dall’analogico al digitale. A presentare questa stima, è il gruppo Hera (Holding Energia Risorse Ambiente) impegnato proprio in questi giorni a sviluppare uno studio per capire quanti apparecchi – non appena lo switch-off sarà completato – abbandoneranno le case per lasciare il loro posto ad apparecchi più aggiornati tecnologicamente.

 

In base a questa prima stima, che si rifà a quanto già avvenuto nelle zone del nord del Paese dove il digitale è già una realtà, gli analisti hanno attestato che la raccolta dei vecchi televisori è aumentata del 206% nel Piemonte occidentale, del 125% nel Lazio e un 410% in Campania.

 

Ma i dati sono ancora insufficienti per potere disegnare un quadro chiaro della situazione. Per questo, a breve, verranno attivate campagne di sensibilizzazione e informazione agli utenti affinché le tv oramai obsolete, possano essere conferite nelle stazioni ecologiche e nei centri di raccolta distribuite sul tutto il territorio nazionale o, in alternativa, che gli italiani si affidino al servizio di ritiro gratuito a domicilio.

Ma il problema, per quanto riguarda il possibile inquinamento e la salvaguardia dell’ambiente, non è solo questo. Non si parla solo di non abbandonare in siti non consentiti i vecchi apparecchi. La questione ha anche altre sfaccettature quali quelle dello smaltimento corretto delle materie prime che compongono questi apparecchi.

 

Dal tubo catodico che è recuperabile all’88% circa; al vetro (per il 48%); al rame (per il 3%); al ferro (per il 12%); all’alluminio (per il 4%); alla plastica (per il 16%) e agli altri materiali (per circa 5%). Tutti materiali che già lo scorso anno, stando sempre ai dati forniti dal gruppo Hera, su tutto il territorio nazionale hanno raggiunto quota 4.650 tonnellate – il 36% circa del totale dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche raccolti, e pari ancora a 220 mila apparecchi. Dato questo, che come dicevamo, è destinato a crescere ulteriormente toccando quota 330 mila unità entro la fine dell’anno per poi crescere ancora man mano che la nuova tecnologia invaderà l’intero territorio nazionale.