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Etica professionale e nuovi media: le proposte del Parlamento Europeo e dell’European Journalism Centre

Europa


L’Europa riflette sul variegato paesaggio dei nuovi media individuando profili comunicativi differenti e possibili orizzonti comuni.

E’questa l’idea che sostiene la recente riflessione del Parlamento Europeo esplicitata nel documento “Journalism and new media – creating a public sphere in Europe“.

Il punto di partenza? Oggigiorno bloggers e social network ridisegnano continuamente il concetto di pubblico secondo nuove forme fisicamente disperse, ma legate da un interesse condiviso sullo stesso argomento.

Gli stessi giornalisti utilizzano sempre più frequentemente questi nuovi strumenti comunicativi come piattaforma dalla quale promuovere il proprio lavoro o addirittura come fonte della notizia.

Il documento pur riconoscendo lo status esistenziale a questi nuovi strumenti mediali ne evidenzia però alcuni limiti.

I social network possiedono ancora, infatti, un basso un livello di attendibilità come fonti della notizia e lo stesso si può dire per i blog.

 

E’ quindi auspicabile, e forse necessaria, la creazione di un codice etico comune che migliori in maniera sensibile gli standard qualitativi e che nel contempo permetta ai giornalisti di trarre anche vantaggio dall’utilizzo dei social network per espandere la rete di conoscenza in maniera più veloce ed efficace, secondo i ritmi frenetici dell’era globale.

 

I suggerimenti insiti nel documento sono stati prontamente raccolti dall’European Journalism Centre di Maastricht e integrati con altri codici di comportamento e deontologia professionale.

Si tratta di spunti tratti dai codici nazionali di Francia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito, pubblicati dal sito Ethic Net e ampliati attraverso il codice etico dei bloggers di Cyberjournalist.

Il risultato è una bozza, la terza versione è consultabile sul sito del Centro, rivolta a giornalisti e blogger.

 

Cinque sono i punti fondamentali del documento:

Dalla bozza emerge infine la volontà primaria di omologare i diversi profili secondo uno standard comune: la qualità del servizio offerto.

Il dibattito continua.

 

 

 

Consulta il profilo Who is who di Alessia Laudati

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