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Telecom Italia. Utili raddoppiati nei primi 9 mesi. Franco Bernabè: ‘Ottimista su revisione tariffe unbundling’

Italia


Telecom Italia ha chiuso i primi nove mesi del 2010 con ricavi pari a 19,8 miliardi di euro, in calo dello 0,5% rispetto ai primi nove mesi del 2009. In termini di variazione organica la riduzione dei ricavi consolidati è stata del 4,9%. L’utile netto consolidato è pari a 1,8 miliardi di euro, in crescita del 57,2% rispetto ai primi nove mesi del 2009, quando si era attestato a 1,1 miliardi di euro.

L’Ebitda è pari a 8,4 miliardi, in calo dello 0,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con un’incidenza sui ricavi del 42,6%, invariata rispetto ai primi nove mesi del 2009. In termini organici, l’Ebitda si riduce dello 0,8%, mentre l’incidenza sui ricavi si incrementa di 1,9 punti percentuali (44,0% nei primi nove mesi del 2010 a fronte del 42,1% nei primi nove mesi del 2009). L’Ebit si è attestato a 4,3 miliardi di euro, con un incremento di 11 milioni (+0,3%) rispetto ai primi nove mesi del 2009 e un’incidenza sui ricavi stabile (dal 21,5% dei primi nove mesi del 2009 al 21,6% dei primi nove mesi del 2010). La variazione organica dell’Ebit è positiva per 126 milioni (+2,8%), mentre l’incidenza sui ricavi è cresciuta di 1,7 punti percentuali (22,9% nei primi nove mesi del 2010 rispetto a 21,2% dello stesso periodo dell’anno precedente).
 

Gli investimenti industriali sul periodo ammontano a 2,9 miliardi di euro, in calo di 60 milioni rispetto ai primi nove mesi del 2009, mentre scende di 974 milioni rispetto al 31 dicembre 2009 l’indebitamento finanziario netto contabile, pari a 33,7 miliardi di euro.

 

Sul mercato domestico, i ricavi hanno subito una contrazione del 7,4% a 16,2 miliardi di euro (- 4,1% a 10,5 miliardi per la telefonia fissa e -10,4% a 5,8 miliardi per il segmento mobile).

 

Sulle difficoltà del settore mobile è intervenuto in conference call l’amministratore delegato Franco Bernabè, che ha confermato come “…i tempi per invertire il trend nella divisione mobile saranno superiori alle previsioni”. Secondo Bernabè, raggiungere i target del piano 2010-12 sul mobile sarà quindi “più complicato di quello che si pensava”.

 

A trainare i conti, quindi, è stato principalmente il mercato sudamericano: il Gruppo Tim Brasil ha chiuso i primi nove mesi con ricavi in crescita dell’8,3% a 10,5 miliardi di reais e una quota di mercato pari al 24,5% e una crescita del 18,5% delle linee e con un ricavo medio mensile per cliente, a settembre, pari a 24,1 reais contro i 26,7 reais di settembre 2009.

 

“I risultati del periodo – ha sottolineato  Bernabè – confermano che la nostra strategia di riposizionamento nei mercati core è stata pienamente raggiunta in Brasile e che in Italia sta dando frutti tangibili sul segmento fisso mentre necessita di ulteriore tempo sul mercato mobile”. “Il continuo controllo dei costi – ha spiegato ancora Bernabè – unitamente ad un`attenta gestione finanziaria, ci hanno permesso di ottenere un utile netto in forte crescita e pari a 1.819 milioni di euro e di confermare il raggiungimento degli obiettivi di Ebitda e la riduzione del debito per l`anno in corso”.

 

“L’impegno di Telecom Italia nel percorso di trasformazione del business ha permesso di migliorare il trend di fatturato soprattutto grazie al Brasile – ha aggiunto l’Ad  – Si conferma così l’importanza strategica dell’America latina dove recentemente abbiamo acquisito anche il controllo di Telecom Argentina, i cui risultati saranno consolidati a partire dal prossimo trimestre,  rafforzando il profilo internazionale del gruppo”.

Bernabè ha quindi ribadito l’intenzione della società di proseguire nell’impegno verso la riduzione dei costi. Fattore che, insieme alla generazione di cassa, dovrebbe permettere a Telecom Italia di raggiungere gli obiettivi prefissati per il 2010 in termini di profittabilità e riduzione del debito.

Per il 2010, il gruppo attende un Ebitda organico sostanzialmente stabile rispetto al 2009; investimenti industriali pari a circa 4,3 miliardi di euro e un indebitamento finanziario netto rettificato intorno a 32 miliardi di euro.

 

Nel corso della conference call seguita alla presentazione dei risultati, Bernabè si è quindi soffermato sia sulla situazione finanziaria del gruppo – “siamo a regime sia in termini di Ebitda per l’intero anno che in termini di leveraging, nonostante la ripresa minore del previsto nel nostro settore mobile domestico e nonostante le performance negative dell’economia globale” – che sul tema ‘caldo’ delle tariffe di unbundling, sottolineando come “…il modello adottato dall’Agcom  si è dimostrato quello giusto ed i calcoli sulle tariffe si basano su parametri corretti’.

La Commissione europea, ha aggiunto,  ‘dopo l’enorme pressione dei nostri concorrenti ha detto soltanto che i tassi per la manutenzione sono un pochino alti’.

‘Ritengo che si tratti di un punto marginale e  siamo sicuri che la decisione finale imminente confermerà sostanzialmente il prezzo target del local loop unbundling comunicato alla Commissione europea”.

 

Riguardo quindi il protocollo d’intesa per lo sviluppo di un’infrastruttura ultrabroadband che verrà siglato nei prossimi giorni da Telecom Italia e dagli altri operatori, “l’accordo – ha detto – mira a creare una partnership pubblico privata per investire nello sviluppo e nel deployment di un’infrastruttura passiva in aree geografiche in cui il periodo di payback per una rete di nuova generazione eccederebbe quello accettabile delle iniziative private”.

Si tratta – ha aggiunto – “di una importante opportunità per ampliare la portata del piano di Telecom Italia mediante coinvestimenti e fondi pubblici”.

Il 29 ottobre, ha ricordato quindi, Telecom Italia ha annunciato il lancio commerciale dell’offerta retail ultrabroand – consumer e business – a Milano, Roma e Catania entro dicembre.

 

Significativo, infine, anche il dato sull’offerta cloud di Telecom Italia: ‘Nuvola Italiana’, ha già attratto contratti per 30 milioni in meno di due mesi. Per quanto riguarda, poi, la banda larga, il gruppo controlla il 68% del mercato.
Nonostante le rassicurazioni del management, tuttavia, il titolo Telecom Italia ha chiuso le contrattazioni in calo di circa il 3,5%.

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