Dividendo digitale. Paolo Romani: ‘Asta il prima possibile. Parte delle risorse alle tlc’

di Alessandra Talarico |

Da Corrado Calabrò l'invito a 'dare una spallata' all'assegnazione delle risorse di banda, mentre sulle NGN il ministro ha assicurato: 'vicino l'accordo su una società per l'infrastruttura in cui ogni operatore trovi poi la sua soluzione'.

Italia


Paolo Romani

Le nuove reti in fibra ottica e l’asta delle frequenze che verranno lasciate libere dal passaggio alla Tv digitale, che sarà completato entro il 2012, sono i temi caldi delle tlc italiane, e sono stati al centro delle dichiarazioni rese dal ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, nell’ambito del convegno Asstel ‘Le Telecomunicazioni per l’Italia’, di cui domani Key4Biz fornirà un resoconto dettagliato.

Anche secondo Romani, l’asta del dividendo digitale “va fatta il prima possibile”, ma si deve altresì ricordare“che attualmente non ci sono frequenze a disposizione”, ha detto il ministro, ricordando che “…entro l’anno verrà digitalizzato il 70% del Paese” e che una gara delle frequenze “deve tenere conto delle reali possibilità e di chi oggi le frequenze le possiede”.

Quanto alle entrate previste da questa vendita, Romani ha affermato: “…spero che siano le più alte possibili per lo Stato, che ha grandi aspettative, soprattutto il Tesoro” , auspicando, quindi, che le risorse ottenute non siano destinate solo alle esigenze del Governo – per finanziare il decreto sullo sviluppo – ma tornino in parte al settore delle telecomunicazioni, perché – ha osservato – “…il problema italiano non sono solo le risorse per partecipare all’asta ma anche quelle per investire nell’area delle tlc”.

Sull’asta a Romani è arrivato l’invito del Presidente Agcom Corrado Calabrò a “dare una spallata” all’avvio delle procedure per l’assegnazione delle risorse di banda, che per il settore sono “indispensabili come il pane”. Sarebbe essenziale, secondo Calabrò, procedere entro il 2011, per intervenire prima di arrivare alla saturazione del mercato. Occorre dunque liberare tutte le frequenze possibile – incluse quelle attualmente occupate dal ministero della Difesa – dando “qualche incentivo a chi detiene frequenze e non le usa”.

Calabrò si è detto d’accordo con Romani anche sulla necessità di destinare parte dei proventi dell’asta del dividendo digitale esterno “agli investimenti per la fibra ottica” attraverso un meccanismo di finanziamento gestito dalla cassa depositi e prestiti. L’importante, ha detto ancora, è accelerare sull’infrastrutturazione del Paese, che, da questo punto di vista, ”sta peggio di alcuni paesi dell’Africa sub-sahariana”.

Riguardo invece il passaggio alla fibra ottica, Romani si è detto convinto del fatto che un “accordo complessivo sulla società per l’infrastruttura di rete all’interno della quale ogni operatore trovi poi la sua soluzione è vicino”.

Nel corso del suo intervento, Romani ha sottolineato che il percorso avviato dal tavolo tra governo e operatori si concluderà “ad horas o a giorni” con la firma di un memorandum of understanding con tutti gli operatori. “Non credo – ha aggiunto – che oggi Telecom Italia sia da ostacolo al progetto”.

Dai dati contenuti nel primo Rapporto sulla filiera Tlc/Ict presentato nell’ambito del convegno Asstel, è emerso quindi un settore in forte crisi in termini di riduzione di ricavi e margini e di calo occupazionale, ma che – come ha sottolineato il presidente Asstel Stefano Parisi – “ha davanti a sé anche la necessità ineludibile di realizzare uno straordinario volume d’investimenti per tenere le proprie reti tecnologiche al passo con il costante aumento dei volumi di traffico e l’evoluzione dei servizi”.
Secondo lo studio condotto da Analysys Mason, negli ultimi 4 anni i ricavi degli operatori sono scesi in maniera costante: il fatturato è sceso di circa 3 miliardi, di cui 1.6 dal fisso e 1.4 dal mobile e questo effetto è andato ripercuotendosi sul resto della filiera ed è continuato anche nella prima metà del 2010, quando il mercato delle Tlc è sceso del 2.3% rispetto al primo semestre del 2009.

Sulla necessità, per le imprese tlc che operano su mercati maturi, di concepire nuovi modelli di business basati su internet e sulle reti di nuova generazione è intervenuto quindi il responsabile comunicazione del Partito Democratico Paolo Gentiloni, secondo cui “…le aziende italiane dell’ICT e delle telecomunicazioni non sono svantaggiate rispetto a quelle europee” e riescono “con diversi risultati, a competere in tutti i segmenti”.
Fondamentale, secondo Gentiloni, l’accesso alla rete, a Internet, attraverso piattaforme multicanale e multifunzionali: “…l’Italia, in questo, è ai primi posti con la banda larga mobile, mentre l’eccellenza dei nostri centri di ricerca ci ha consentito di sviluppare innovazione e forme di business al passo con i tempi, soprattutto con le reti mobili e in prospettiva futura con l’LTE”.

Se però, lo sviluppo della fibra ottica non trova riscontro “nella manovra del Governo, nel mondo delle imprese e della PA”, ha avvertito Gentiloni, “non riusciremo a stimolare competitività sui mercati e nuova occupazione. La stessa NGN – ha aggiunto – è vittima di una scarsa volontà politica da parte del Governo attuale e l’obiettivo dei 100Mbps non solo deve essere considerato reale, ma va pensato come volano per lo sviluppo di nuove forme di economia”.

Deve essere, insomma, la Pubblica Amministrazione, ha concluso Gentiloni, a “…sviluppare domande e a cercare di far fruttare al massimo il lavoro già svolto e le risorse già allocate”.

 

Consulta i documenti del Convegno Asstel ‘Le Telecomunicazioni per l’Italia’:

 

Sintesi del Rapporto Analysys Mason sulle telecomunicazioni in Italia
 

Il primo Rapporto sulla filiera Tlc/Ict in sintesi